Allarme corruzione della Corte dei Conti
Giampaolino: “Dilaga e mina il prestigio delle istituzioni. Difficile tagliare le tasse”
di Roberto Petrini da
Repubblica del 20/10/10 – pag. 4
ROMA — La corruzione
non è sconfitta, anzi «dilaga» e continua a minare il prestigio delle
istituzioni. Torna il monito, quasi accorato, della Corte dei Conti sulle nuove
Tangentopoli che infestano l'Italia, attraverso le parole del neopresidente
della suprema magistratura contabile, Luigi Giampaolino ieri al battesimo della
cerimonia di insediamento. «Gli episodi di corruzione e dissipazione delle
risorse pubbliche, talvolta di provenienza comunitaria, persistono e
preoccupano i cittadini - ha detto il magistrato nel corso di una
conferenza stampa -, ma anche le istituzioni, il cui prestigio e
affidabilità sono messi a dura prova da condotte individuali riprovevoli».
Durante la sua prima
conferenza stampa ha dovuto far fronte ad una raffica di domande su casi
recenti. Il primo ad emergere è stato il tema delle società off-shore, alla
ribalta dopo le vicende delle ultime settimane: «E' un uso deprecabile?»,
è stato chiesto in conferenza stampa a Giampaolino. «Senza dubbio», ha
replicato, poi ha precisato che si tratta di un ambito che «fuoriesce dalle
competenze della Corte dei Conti» ed ha aggiunto, alludendo alla mancanza
di notizie ed atti certi in mano alla magistratura contabile, di essere nella
condizione di «dover escludere comportamenti illeciti».
Giampaolino non si è
tirato indietro e si è espresso anche sulla scivolosa vicenda segnata dalla
attribuzione alla Protezione Civile di poteri speciali peri cosiddetti «grandi
eventi», come il G8 della Maddalena, gestiti dal governo con il sistema delle
«ordinanze», provvedimenti che non vengono sottoposti al controllo della
Corte dei Conti. Il presidente ha deplorato l'estensione negli ultimi anni di
questo meccanismo giuridico a «grandi eventi a volte molto discutibili»
quando - ha detto - avrebbe dovuto essere circoscritto, in base allo spirito
originario, ai «disastri e alle calamità» e ha dunque auspicato che si
«torni alla normalità». Un primo test potrebbe essere l'Expo 2015 di
Milano: ieri il governo, attraverso il segretario alla presidenza del
Consiglio Gianni Letta, ha «aperto» ad un ritorno dell'intervento della Corte
anche «oltre ilimiti strettamente imposti dalla legge» in un quadro -
ha detto Letta - di «leale cooperazione istituzionale».
L'occhio della
magistratura contabile è tornato a posarsi anche sulla difficile fase economica
e sociale (è costata «una perdita permanente di entrate per 70 miliardi e di
Pil per 130», ha detto Giampaolino) a poche ore dall'incontro previsto per
oggi del ministro dell'Economia Tremonti con i sindacati sulla questione
fiscale. La prolungata bassa crescita, ha osservato il neopresidente, rende
difficile il contenimento della spesa pubblica anche perché oggi esistono «istanze
non comprimibili di sostegno dei redditi più bassi e di garanzia delle
prestazioni essenziali alla collettività». Dunque tanto più in una fase
come quella attuale, è «essenziale riqualificare la spesa pubblica per
tagliare gli sprechi e accumulare risorse in provviste virtuose da spendere a
favore delle fasce più deboli del paese». Dove? Il settore in cui è
possibile migliorare qualitativamente la spesa riducendo gli sprechi è, per la
Corte dei Conti, in prima battuta la sanità.
Per la Corte anche
sull'eventuale taglio delle tasse pesa oggi il quadro economico negativo:
oggi la riduzione della pressione fiscale è possibile «solo attraverso la
riqualificazione della spesa pubblica». Anche sul federalismo fiscale la
Corte non ha rinunciato a lanciare un monito alla classe politica: «Una
delle nostre sfide è proprio quella di fare in modo che non si risolva in un
aumento della pressione fiscale».