Le vigne nella zona rossa: la cooperativa torna in centro
I ragazzi della Clarea lasciano la Maddalena: “Ma sul lungo periodo non potremo reggere”
L’assessore
Giuliano al prefetto: “Una situazione di estremo disagio”
di Claudio Rovere da Luna Nuova del 8/7/11 –
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Rimane difficile la
situazione dei viticoltori di Chiomonte. La maggior parte delle vigne è
rinchiusa nella zona rossa, guardata a vista da centinaia di poliziotti e l'accesso
ai terreni è sempre sottoposto ad accurati controlli di documenti e mezzi. Il
check-point della centrale, dopo essere stato chiuso con pesanti recinzioni in
cemento armato e filo spinato da sabato pomeriggio a tutta la giornata di
lunedì, è tornato transitabile martedì mattina, ma i disagi per chi si reca
in vigna permangono. Nei giorni scorsi i vignaioli della zona hanno
nuovamente incontrato il responsabile di zona della Coldiretti Pierpaolo Davì,
che si è fatto carico di incontrare nuovamente il Prefetto per discutere la
realizzazione di un pass che permetta loro di non sottoporsi tutte le volte
allo sfiancante ed umiliante controllo dei documenti d'identità.
Ma in più, in questa
settimana, si sono aggiunti i "danni collaterali", soprattutto nella
burrascosa giornata di domenica, ma non solo. Alcune piccole cose, ma
significative, come la bandiera No Tav strappata dalla vigna di Gianni Maggi,
non proprio al centro della zona rossa, a quelle più grandi, come la lavanda
calpestata e riempita di lacrimogeni di Mario Marcellino.
Quelli che hanno
patito maggiormente l'escalation di domenica però sono stati sicuramente i
ragazzi della cooperativa Clarea, che oltre a buona parte della vigne di questo
assolato versante conducono la cantina di lavorazione e conservazione e il
punto vendita di cascina Maddalena, al centro della battaglia e sempre
circondati da possenti new-jersey, reti e filo spinato. Una situazione non più
gestibile dalla cooperativa, che ha infatti deciso di trasferire quanto
possibile, dagli scatoloni di bottiglie doc alle damigiane di vino sfuso, nella vecchia e
certamente meno funzionale sede di via Vittorio Emanuele 30, nel centro di
Chiomonte. «Sul lungo periodo è una situazione che non possiamo certamente
reggere - lamenta l'amministratore Andrea Turio, che lavora queste vigne da
ormai 11 anni - fortunatamente siamo riusciti a terminare i trattamenti
necessari in questo periodo entro sabato e quindi le vigne, per adesso, sono
salve, ma con la cantina e il punto vendita all'interno del "fortino
" della Maddalena il nostro problema principale adesso è la
commercializzazione dei nostri vini».
I clienti non possono
più arrivare fino alla cantina e Turio teme che molti di loro possano optare
per acquistarli altrove. «D'altronde sarebbe anche comprensibile; se non
riesci a comprare una volta, due, poi ti stufi e cambi fornitore». Proprio
a questo motivo è legata la decisione di spostare tutta la produzione rimasta
nella vecchia sede di via Vittorio Emanuele. Il trasloco è iniziato martedì e i
ragazzi della Clarea stanno anche accelerando i tempi per la messa in funzione
del punto vendita già previsto di Susa, nella centrale via Francesco Rolando. «Lo
stavamo preparando con calma - rivela Turio - ma adesso non possiamo più
permetterci di perdere neppure un giorno, forse riusciremo ad aprirlo già a
fine mese, ne va del nostro futuro a questo punto, perché chissà quanto ancora
andrà avanti questa situazione alla Maddalena».
Forte preoccupazione
ha manifestato anche la Comunità montana, proprietaria dei terreni e della
cantina gestita dalla cooperativa
Clarea. In una
lettera inviata martedì al Prefetto ed al Questore, l'assessore all'agricoltura
Gigi Giuliano scrive: «Pur consci delle problematiche legate alla sicurezza
ed al controllo del territorio - scrive Giuliano - desideriamo comunque
segnalare la situazione di estremo disagio delle aziende agricole che, proprio
in un periodo stagionale importante e delicato per le cure colturali da
dedicare ai vigneti, rischiano di compromettere l'intero raccolto dell'anno».
Poi l'assessore si sofferma sulla Clarea: « Una situazione particolare colpisce la cooperativa Clarea, legata al Progetto vigne della Comunità montana; in questo caso non è impedita o limitata solo l'accessibilità ai vigneti ma l'attività ordinaria dell'azienda: nella cantina di località Maddalena l'azienda ha le proprie attrezzature, custodisce ed imbottiglia il vino, riceve solitamente gli ordini ed i clienti, insomma gestisce la propria attività aziendale. Tutto ciò è inevitabilmente a rischio, con conseguente minaccia per la sopravvivenza dell'azienda e, per quanto riguarda la Comunità montana, minaccia per il mantenimento in efficienza di circa sette ettari di vigneti oggetto di un importante progetto di riqualificazione ambientale e territoriale».
Non solo, perché nei locali della cooperativa si
lavorano anche le uve conto-terzi. «La cooperativa Clarea lavora anche la
produzione di altre aziende agricole di Chiomonte, Exilles ed altri Comuni
della valle: si tratta di aziende che non hanno ancora strutture enologiche
proprie e che contano sulla cooperativa per la vinificazione del loro intero
raccolto annuale. Nella cantina è inoltre custodito il vino della annate 2009 e
2010 di una prova di vinificazione consortile a livello di intera valle di
Susa, denominato "Ansema" frutto della collaborazione fra decine di
piccoli produttori, promossa e accompagnata dalla Comunità montana».
Ma Giuliano si spinge oltre: «Altre questioni, da valutare con maggior approfondimento ed in tempi più lunghi riguardano poi il rapporto "ambientale" tra cantiere del Tav e vigneti, per il quale esistono già prescrizioni ed indicazioni istituzionali prese a livello di conferenza di servizi regionale sulla Vas e che verranno puntualmente verificate e denunciate in caso di omissione, oltre al problema dei danni materiali a vigne ed infrastrutture legati ai disordini del 3 luglio». Chiedendo quindi a Prefetto e Questore di «voler mettere in atto, per quanto possibile, le opportune correzioni o deroghe al sistema di accessibilità e gestione dell'area nei confronti delle aziende agricole locali, professionali e non, garantendo loro l'ordinarietà della conduzione ed il reddito 2011.