Appalti truccati, una tegola sul Tav
Cunicolo di venaus: condannato a otto mesi il direttore di LTF Comastri
di Massimiliano
Borgia da Luna Nuova del 11/2/2011 – pag. 3
Una sentenza che certo non giova alla credibilità del progetto. I lavori per la Torino-Lione non sono ancora iniziati e già c'è una condanna per un appalto che si voleva truccare. La condanna, poi, è per il direttore generale di Ltf, Paolo Comastri, che spesso siede a rappresentare la società nei tavoli istituzionali e di confronto con le categorie. Ha preso otto mesi, in primo grado, per "turbativa d'asta" con l'interdizione dalla contrattazione con la pubblica amministrazione. Condannato anche Walter Benedetto, che allora era responsabile della Direzione costruzioni Ltf, nonché presidente designato della Commissione tecnica di gara. La gara è la prima indetta per il tunnel geognostico di Venaus, appalto da 84 milioni, poi diventati 90.
In questa inchiesta
(condotta dai Pm Parodi e Toso), che risale al 2004, entrarono lo scomparso viceministro
alle infrastrutture Ugo Martinat e due protagonisti della storia
dell'autostrada del Frejus: Vincenzo Procopio, titolare della Sti, e Giovanni
Desiderio (assolto), diventati rispettivamente uomo vicino al viceministro e
membro del consiglio dell'Agenzia Torino 2006 che allora operava in valle di
Susa per le opere olimpiche, ma che è uscita da questa vicenda con le mani
pulite.
L'accusa ha
evidenziato che Procopio aveva chiesto un incontro a Benedetto con i favori di
Martinat per manifestare a Ltf l'interesse a vincere la gara per Venaus.
Nell'incontro, Comastri aveva suggerito a Procopio l'opportunità di associarsi
ad altra impresa, individuata in Metropolitane Milanesi Spa, per potersi
aggiudicare la gara e ordinava agli addetti alle procedure negoziali di Ltf di
disporre una proroga del termine di presentazione delle offerte, in modo da
favorire Procopio nella predisposizione degli accordi per la costituzione
dell'Associazione temporanea d'imprese e nella redazione della relazione
tecnica da presentare con la domanda di partecipazione alla gara; l'Ati
(Associazione temporanea di imprese – ndr) fu formata ma poi, per un vizio di
forma, fu esclusa dalla gara. A quel punto rimanevano Geodata (società indicata
nelle intercettazioni come vicina al centrosinistra) e la Stone (a sua volta
indicata sempre nelle intercettazioni) come vicina al ministro (si
presupponeva Lunardi la cui moglie era titolare della Rocksoil). Ma la gara per
Venaus venne rifatta e vinse un nuovo arrivato: l'Ati guidata da Cmc.
Sulla sentenza è intervenuto il consigliere regionale grillino Davide Bono che fa un ardito parallelo tra la mafia a Bardonecchia e questa condanna per giustificare lo slogan "Tav uguale mafia", come è scritto sul Musiné. Ma anche nel Pd non mancano i malumori. Marco Titli, membro della direzione provinciale del Pd chiede in una lettera al partito che «il Pd non stia con i furbetti, il Pd stia dalla parte delle persone oneste, dalla parte dei cittadini, e sostenga le opere davvero utili come l'istruzione, la ricerca, la banda larga e le energie rinnovabili».