Tav: la val Sangone scrive al governo

 

Turello rimarca la posizione: richiesta per un incontro SI-TAV

 

di Davide Chiarbonello da Luna Nuova del 17/6/08 – pag. 46

 

La val Sangone prende carta e penna e invia una missiva al Gover­no, a margine dell'incontro della scorsa settimana con il ministro dei trasporti Altero Matteoli, per puntualizzare la propria posizione in merito al progetto Tav.

 

«Abbiamo sentito l'esigenza di precisare le nostre istanze - spiega il presidente della Comunità montana Gianni Turello, portavoce dei sei sindaci del territorio, presentan­do la lettera spedita a Roma e com­mentando l'incontro di mercoledì - Un incontro che ci ha lasciato un'impressione positiva. Ci pare che il ministro abbia compreso l'importanza del metodo di lavoro e di approccio alla questione, fa­cendo tesoro degli errori passati e prendendo una strada improntata sul dialogo e la condivisione con i territori». Disponibilità che la valle coglie al balzo con la missiva personale che accende l’attenzione del ministero sul piccolo territorio stretto tra val di Susa e cintura me­ridionale di Torino: i due passaggi più delicati, tra il valico della Alpi e l'interporto di Orbassano, del tracciato del Tav.

 

Il primo aspetto che gli amministratori valsangonesi vogliono evidenziare è la loro costante disponibilità al dialogo e alla concertazione con le istituzioni: «In merito alla possibilità di un percorso alternativo che potreb­be, in parte, coinvolgere il nostro territorio, i sindaci dei sei comuni hanno sempre dimostrato la più ampia disponibilità al dialogo e alla concertazione», scrivono Pao­lo Allais, Gianni Turello, Daniela Ruffino, Pietro Troielli, Ezio Sada e Agnese Ugues. Disponibilità al dialogo con, però, punti fermi ir­revocabili: «Gli interessi legittimi dei cittadini in materia di salute, sviluppo sostenibile e trasformazione armonica del territorio».

 

Altro aspetto, l'iter decisionale sul nodo centrale del tracciato: «Continuiamo a credere nelle isti­tuzioni e negli organismi deputati a individuare le soluzioni per la rea­lizzazione di quest'opera». Frase che, fuori dal burocratese, Turello spiega: «Certe decisioni di respiro nazionale e internazionale sulle politiche trasportistiche devono essere prese ai giusti livelli istitu­zionali, senza per questo rinuncia­re al confronto e alla condivisione con i territori». In questo senso i sei sindaci tornano a ripetere l'eterno ritornello della richiesta di un incontro informativo in valle che illustri anche le tesi dei favorevoli all'opera: «Negli anni c'è sempre stata un'informazione prevalente delle ragioni di chi è contro il Tav –riprendeTurello - Viceversa, non per convincere nessuno, ma sem­plicemente per dar la possibilità di ascoltare l'altra campana, di avere un'informazione più equilibrata, chiediamo che anche il Governo si impegni a portare ai nostri cit­tadini le ragioni a favore del Tav». Esigenza espressa al ministro con queste parole: «Chiediamo al nuovo Governo una maggior in­formazione mediatica ai cittadini sulle motivazioni della necessità dell'opera, sui vantaggi che ap­porterà ai territori a breve, medio e lungo termine, senza nascondere i disagi che un'opera di tale portata creerà. Chiediamo di voler dare certezze a una popolazione che sulla concretezza ha costruito fino a oggi il suo futuro».

 

Sull'aspetto delle opere corre­late all'alta velocità i sei sindaci sono chiari: «Abbiamo necessità di interventi sull'attuale viabilità che, da anni, non è più adeguata al traffico attuale, indipendentemen­te dalla realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione». Turello dettaglia: «Ovunque passerà il Tav, 15 anni di opere comporteranno inevitabilmente disagi per la via­bilità locale: è quindi necessario adeguare prima le nostre infrastrutture, per sostenere questi anni di disguidi».

 

Un ultimo passaggio della missiva valsangonese a Matteoli salta all'occhio: «Riteniamo di aver dato un costruttivo contributo nell'evidenziare le caratteristiche e le criticità dei nostri territori, con grande senso di responsabilità e con quel senso civico e dello stato che è fortemente radicato nei nostri cittadini». Parole il cui significalo è spiegato ancora da Gianni Tu­rello: «Lungi dal voler fare i primi della classe, ma è oggettivo che in questi anni nessuno di noi ha mai istigato la gente come viceversa si è fatto altrove. Non abbiamo mai strumentalizzato il tema».

 

La leltera a Matteoli ha quindi lo scopo di proporre la val Sangone come territorio più "morbido", con un maggior "senso civico e dello stato", rispetto ad altri, dal quale far passare con più facilità i binari? «Certo che no - smentisce categoricamente quest'interpretazione Turello - Questa lettera non è un'autocandidatura. Serve semplicemente a puntualizzare la nostra posizione e le nostre istanze al nuovo ministro».