Associazione di
volontariato Idra
TAV, incidente mortale a Sesto Fiorentino: per Idra Franco Roggio è almeno la decima vittima della cantierizazione
TAV fra Firenze e Bologna, fiore all’occhiello dei supporters privati e
pubblici dell’Alta Velocità costruita dal consorzio CAVET.
Non siamo un sindacato dei
lavoratori.
Ma è capitato più di una volta che
i lavoratori della TAV abbiano chiesto aiuto a noi dell’associazione di
volontariato ecologista Idra,
piuttosto che al loro sindacato, quando si è trattato di denunciare i ritmi inumani del ciclo continuo
“ordinario” in galleria, gli straordinari illegali aggiuntivi, la tossicità
dell’ambiente di lavoro, la ghettizzazione nei campi-base del Mugello.
Idra – parte civile nel processo che si celebra al tribunale di
Firenze per i giganteschi danni ambientali imputati al consorzio costruttore
CAVET e ad altre imprese appaltatrici - ha potuto conoscere i lati meno nobili
e non pubblicizzati del lavoro nei cantieri, e ha dovuto stilare un elenco degli incidenti mortali un po’
diverso da quella ufficiale, e possibilmente oggi ancora erroneo. Ma per
difetto.
Dopo che ieri ha perso la vita
Franco Roggio nel cunicolo di servizio di Sesto Fiorentino, parallelo per 11 km
alla galleria di linea (Idra ricorda
che mancano – e non sono stati neppure progettati! - ancora 60 km di cunicolo
parallelo di sicurezza fra Vaglia e Bologna, benché ministri, Regione Toscana,
sindaci e TAV dichiarano quasi compiuta l’opera...), il suo nome compare al decimo posto di un elenco che vede altre
nove morti legate alla cantierizzazione TAV fra Firenze e Bologna.
· Nel '98
muoiono due lavoratori a séguito
di un incidente stradale avvenuto in Umbria durante il viaggio di rientro. La
fonte di questa notizia è un report dell'Osservatorio Monitoraggio T.A.V. della
Regione Toscana e della Regione Emilia-Romagna (che – nonostante le
caratteristiche del contratto di ingaggio - non reputa tuttavia di dover
considerare questi decessi legati all’opera: di questi due lavoratori non è
dato conoscere né la provenienza né altri dati anagrafici).
· Il 31
gennaio 2000, nel tunnel di Vaglia (FI), cantiere del Carlone, muore Pasquale Costanzo, 23 anni,
elettricista di Petilia Policastro (Crotone), alla guida di una jeep finita
contro la parete della galleria, impiegato da due mesi nell'Alta Velocità.
· Il 26
giugno 2000 muore in località Ponte Nuovo a Calenzano (FI) Giorgio Larcianelli, 53 anni, di
Scandicci (FI), camionista, uscito fuori strada sulla provinciale
"Barberinese": di ritorno dalle cave del Mugello, trasportava terra
per i cantieri dell'Alta Velocità.
· Il 1
settembre 2000 muore nel cantiere della galleria TAV di Monghidoro (BO) Pietro Giampaolo, 58 anni, operaio
originario della provincia di Chieti, investito da un dumper, utilizzato per il
trasporto dello smarino, che procedeva in retromarcia verso il fronte di scavo.
· Il 5
gennaio 2001 muore nel cantiere TAV FT2 di Sesto Fiorentino (FI) Pasquale Adamo, 55 anni, di Quarto (NA),
sposato e padre di tre figli, stritolato dalla coclea di un posizionatore
all’imbocco della galleria di Monte Morello, a Quinto.
· Il 10
aprile 2001 muore Assuntina Spina,
residente in Via Puccini a Sesto Fiorentino (FI), 84 anni, agganciata da un
camion che usciva da uno dei cantieri dell'Alta Velocità ferroviaria in
costruzione fra Firenze e Bologna.
· Nel corso
del 2001 muore un lavoratore per
un incidente stradale nelle Marche durante il rientro al luogo di lavoro (anche
qui non disponiamo né del nome né della provenienza; la fonte è ancora un
report dell'Osservatorio Monitoraggio T.A.V. della Regione Toscana e della
Regione Emilia-Romagna).
· Il 1
febbraio 2003 muore all'ospedale di Careggi a Firenze, dopo 9 giorni di coma, Giovanni Damiano, carpentiere di 42
anni, di Montesarchio (BN), sposato, con due figli, investito da un getto di
calcestruzzo il 23 gennaio 2003 nel cantiere del Carlone, Vaglia (FI).
Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di un Rappresentante dei Lavoratori
per la Sicurezza di Trenitalia, macchinista ferroviere.
TAV: un altro sacrificio umano
senza nome
Quando per lavoro o diletto
andremo a 300 all’ora su quei binari non penseremo a questo operaio forse per
paura di prendere coscienza di queste tragedie umane che ci costringerebbero a
riflettere sul prezzo che i lavoratori pagano alla società ed alle sue esigenze
di "sviluppo" e competitività.
Proprio come un sacrificio umano a favore delle più moderne
divinità.
Così invece per questa morte restano solo un lancio di agenzia come
altri mille, un fascicolo (forse) in procura e una dichiarazione sindacale
fotocopiata, che celano il volto di una persona, la sua storia, il dolore e
l’angoscia dei suoi cari. Non sapremo mai quale futuro sognava e non ci
sarà posto per lui nella nostra memoria.
Signori operatori dell'informazione, non infierite su questi morti con
la vostra superficialità; signori magistrati, non lasciate che si continui a
morire così; signori funzionari sindacali, ai comunicati stampa fate
seguire iniziative efficaci. D’altra parte Cavet, come tutti gli altri,
non faranno mai volontariamente tutto il necessario se non sollecitati e
costretti.
Dante De Angelis - macchinista, Rls Trenitalia