Frejus, via libera alla seconda canna

I cantieri partiranno nel 2010, lo smarino andrà a Torrazza Piemonte

 

di Massimiliano Borgia da Luna Nuova del 30/6/09 – pag. 4

 

Zitta zitta è andata in porto. Il Cipe ha approvato venerdì il progetto definitivo della seconda canna del tra­foro autostradale del Frejus, la "canna di sicurezza" per fare affluire i mezzi di soccorso in caso di incidente grave. Contro la seconda canna ci sono state opposizioni da parte dei comuni e una marcia a Bardonecchia, quando era for­te la mobilitazione anti-tav. Il sospetto è sempre stato che la Sitaf punti ad offrire un migliore servizio ai mezzi pesanti che oggi devono affrontare lunghe code di attesa per il transito nel tunnel; e che la sicurezza sia soltanto una scusa per aumentare i passaggi dei tir. La Sitaf però ha sempre ricordato che dopo l'inciden­te mortale del giugno 2005 un tunnel parallelo che permetta un soccorso rapido nel traforo au­tostradale è la soluzione tecni­ca più sicura.

 

Soddisfazio­ne in Sitaf dove si pensa già al­l'appalto per i cantieri che do­vrebbero par­tire non prima della prossima primavera a causa dei tempi dati dalle procedure europee di appalto. «Era ora che questo progetto si sbloccasse - esulta il presi­dente Giuseppe Cerutti - se penso che il passato governo l'ha tenuto chiuso nei cassetti per oltre un anno mentre i francesi andavano avanti. Ma è andata così, adesso si tratta solo di non perdere altro tempo».

 

L'opera dovrebbe essere terminata nel 2015, un anno dopo il termine del cantiere francese ma un anno prima del tempo massimo indicato dall'Ue per adeguare la sicurezza del tunnel inter­nazionale. Costa 204 milioni di euro alla Sitaf e altrettanti alla consorella francese. La paga interamente la Sitaf con un intervento del governo italiano di 50 milioni che sono diventati 30 dopo che 20 erano già stati messi a bilancio dalla società del tunnel. Il governo francese invece interviene con tutti i 50 milioni. L'investimento della Sitaf sarà compensato dal nuovo accordo con Anas che prevede un rincaro delle tariffe di transito del 5 per cento per tutti i veicoli.

 

«Si tratta di un'opera cantierabile in tempi brevi - sottolinea l'assessore regionale Da­niele Borioli - in grado di mobilitare commesse e lavoro (lo stesso argo­mento sostenuto dal cen­trodestra in campagna elettorale, ndr). L'opera, una volta terminata, ga­rantirà un maggior grado di sicurezza nei collegamenti tra Italia e Francia consentendo, in caso di incidenti, un accesso rapido al tunnel e una via di fuga agevole, veloce e sicura».

 

Il problema per i cantieri è sempre stato lo stoccaggio dello smarino. La Sitaf utilizzerà l'autostrada e poi la Torino-Milano per trasportarlo, camion dopo camion, fino aTorrazza Piemonte. Questo perché in un primo tempo i co­muni non lo hanno voluto. Adesso ci sa­rebbe qualche ripensamento, agevolato anche dai soldi che vanno al comune che accetta di stoccare il materiale (che è inerte). «Se ci saranno comuni della valle a farsi avanti, bene. Altrimenti andremo a portarlo laggiù».

 

Resta l'opposizione del comune di Bardonecchia che fino all'ultimo ha sperato di poter bloccare il progetto, mentre in paese c'è chi chiede di appro­fittarne per interrare anche il viadotto autostradale che accede al tunnel. «E' la prima grande opera a partire in valle di Susa - osserva il sindaco Francesco Avato - Non siamo riusciti a fare affron­tare tutte le grandi opere con un 'unica visione d'insieme e con la procedura della legge obiettivo siamo stati esau­torati da tutto. E ' mancato un ruolo degli enti locali, anche perché la legge non lo permette. Ma è mancata anche una regia comune di tutte le procedure delle opere previ­ste in valle di Susa. Adesso non ci resta che insistere nel chiedere rassicura­zioni perché non aumenti il traffico dei tir».

 

Anche il comitato "Montagna no­stra", che oltre al Tav ha lavorato contro la seconda canna del Frejus, adesso teme che a lavori ultimati aumentino i camion in valle di Susa, contrariamen­te a quanto si afferma sempre. «Noi continuiamo a pensare che la scusa della sicurezza nasconda il pericolo del raddoppio del tunnel e che lì dentro ci faranno passare i tir durante il normale esercizio del traforo». Continuerete la vostra battaglia? «La prima cosa da fare è confrontarci con le istituzioni locali e i cittadini. Poi vedremo».