Sanitopoli, arrestata Caterina Ferrero
di Alberto Gaino e Grazia Longo da La
Stampa del 15/6/11 – Cronaca di Torino
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/407210/#Scene_1
«Agiva per motivazioni politiche personali e non per l'interesse della pubblica amministrazione». Questa la ragione che ha indotto gli inquirenti a disporre gli arresti domiciliari per Caterina Ferrero, assessore alla Sanità della Regione Piemonte.
«La misura si è resa necessaria perché esisteva il rischio di
ripetizione di reato», hanno spiegato in conferenza stampa il procuratore
della Repubblica di Torino, Giancarlo Caselli, e il pm aggiunto, Andrea Beconi.
La Ferrero, infatti, ha rimesso le deleghe, ma ha conservato la carica di
assessore regionale e «ha mantenuto - ha sottolineato il pm Beconi - un
ruolo importante di possibile influenza sulle decisioni amministrative». La
misura degli arresti domiciliari nella sua villa di Leinì è stata ritenuta
sufficiente a garantire l’assenza di contatti fra Ferrero e altre persone.
Un
nuovo tassello si aggiunge dunque nel complicato intreccio di affari privati e
politica che si è abbattuto come un tornado sulla Sanità piemontese. La
posizione della Ferrero potrebbe essersi aggravata dopo gli interrogatori
seguiti agli arresti delle scorse settimane.
Con
l’ordinanza emessa dalla Procura si contesta all'assessore il reato di
turbativa d’asta, ma la stessa è stata iscritta nel registro degli indagati
anche per l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio in relazione all’apertura di un
centro di emodinamica a Chivasso (Torino), deciso - ha spiegato Beconi -
nonostante il piano regionale non lo preveda e «per soddisfare le
aspettative della zona di Ivrea e Chivasso». Per questa ipotesi di reato
sono indagati in concorso, il collaboratore di Ferrero Piero Gambarino e il
commissario della Asl To4 Renzo Secreto.
Sono
due le vicende dalle quali si evince - secondo la Procura - l’interesse
politico di Ferrero negli episodi sui indagano i pm della stessa Procura e la
Guardia di Finanza. La prima è la revoca del bando di gara per la fornitura di
pannoloni per anziani, che, secondo il procuratore aggiunto Andrea Beconi, è
stata una misura «adottata non per interesse pubblico, ma per interesse
politico, ovvero allo scopo di averne un ritorno di tipo politico nelle
imminenti elezioni amministrative».
A
seguito del provvedimento, secondo le indagini effettuate dalla Procura, «furono
organizzati incontri elettorali con i farmacisti. Non si è trattata di
un’esplicita promessa di voti - ha precisato - ma di una sorta di
captatio benevolentiae». L’altra vicenda è quella dell’apertura del reparto
di emodinamica dell’ospedale di Chivasso (Torino), assegnato senza alcuna gara
ai privati della clinica torinese Villa Maria Pia.
«È
stata effettuata - ha sostenuto Beconi - nonostante il piano di rientro
della sanità regionale prevedesse la chiusura di servizi aperti o la non
apertura di altri servizi e, nella zona di Chivasso e Ivrea, che non fosse
opportuno aprire alcun centro del genere». Anche in questo caso, ha detto
Beconi, «l’interesse è stato di tipo politico: favorire la rielezione del
sindaco uscente». Si tratta di Bruno Matola del Pdl (sconfitto da Gianni De
Mori del centrosinistra nella recente tornata elettorale), che però non risulta
iscritto nel registro degli indagati.