L'inerzia in casa Yes Tav
Francia e
Italia lasciano che il tempo passi. Bruxelles è pronta alla sanzione e al
taglio dei fondi a fine mese.
di Marco Zatterin da La Stampa del 16/6/11 – Rubrica Straneuropa
Buone notizie per i nemici della Torino-Lione. Non si
hanno notizie europee sulle attività del governo in difesa del progetto. Il
commissario Ue ai Trasporti, Siim Kallas, vorrebbe certezze sul patto con
Parigi e sui lavori alla Maddalena, entro giugno, pena il taglio dei fondi.
Auspicava per oggi, al Consiglio dei ministri Ue, un primo chiarimento. Nulla è
previsto, invece. Il titolare Mattioli sarà assente, sostituito dal vice
Castelli. Diplomatici italiani e francesi negano incontri bilaterali
programmati. La Commissione europea non ha preparato il dossier ed è pessimista
sul futuro. «Sono lì, magari si vedono», azzarda un transalpino.
Possibile. Ma se questo è il meglio che riescono a fare, nei presìdi lassù in
montagna possono cominciare a fare festa.
Castelli scarica la Tav
“Per noi i lavori possono cominciare. L'unico
problema è l'ordine pubblico". In realtà, manca anche l'intesa coi
francesi che ieri il viceministro non ha visto e l'intesa definitiva sul
tracciato. A fine mese cade la scure UE”
di Marco Zatterin da La Stampa del 16/6/11 – Rubrica Straneuropa
Aria di fallimento per la Torino-Lione. Il viceministro per le Infrastrutture Roberto Castelli non ha incontrato il collega francese oggi a margine del Consiglio Trasporti Ue svoltosi a Lussemburgo. Non c'erano appuntamenti, eppure non sono riusciti a vedersi ed ora il leghista si dice molto pessimista sul futuro del progetto. L’aria è talmente brutta che già comincia a prendere le distanze dal possibile tracollo dell’opera, che Bruxelles potrebbe decidere di non finanziare se il quadro non sarà trasparente entro fine mese.
“Io
ho denunciato più volte che se i cantieri non si aprono entro la fine del mese,
il rischio che salti tutto è concretissimo, ma il ministero delle
Infrastrutture e dei trasporti ha fatto tutto quello che doveva fare, tanto è
vero che i cantieri ormai da almeno venti-trenta giorni sono pronti per essere
aperti".
L’ordine
pubblico, ha detto, è il vero problema. Non l’intesa bilaterale coi francesi
che non è stata rinegoziata. Non il progetto definitivo che non è stato bollato. La linea
storica che non ha ripreso a correre.
La
colpa non è del suo ministero, ma solo della protesta, giura il leghista. “Ci
sono persone che con la violenza impediscono che vengano aperti. Ma per quanto
riguarda il nostro ministero è tutto a posto".
"Ora
bisogna che il governo nella sua collegialità decida e risolva il problema”,
avverte Castelli.
Soluzioni sul tavolo, a quanto
risulta, non ce ne sono. Se non forzare la mano e avviare i lavori. Come?
"Non sta a me dirlo. Fortunatamente faccio il viceministro dei
Trasporti. Le mi responsabilità sono altre e le abbiamo rispettate".