La prima volta
di Pierluigi Sullo da www.carta.org (16/10/06)
Solo i lettori del manifesto, di
Liberazione e del Corriere della Sera (poche righe in un contesto di cui dico
dopo), tra i quotidiani, sono venuti a sapere che a Roma, sabato scorso, si è
svolta una manifestazione nazionale del tutto inedita: quella dei
"cortili" di tutto il paese che, a cominciare dalla Valle di Susa,
cercano di difendere le loro città, valli, stretti e lagune dall'aggressione di
grandi opere "utili solo a chi le fa", come diceva l'appello che
convocava la cosa. Ciò nonostante c'erano almeno 10 mila persone (7 mila
secondo la polizia).
E' stato l'inizio di qualcosa: un
"mutuo soccorso" (come loro stessi l'hanno definito) e un reciproco
riconoscimento di parentela tra gruppi, comitati, movimenti, comunità e
istituzioni locali (erano più di cento, i comuni che avevano promosso la
manifestazione) i quali - apparentemente - agiscono su temi diversi: l'energia
(le centrali e gli impianti per il gas), i trasporti (Tav e autostrade,
soprattutto), la casa (c'erano i movimenti urbani come Action ma anche
chi protesta per follie come il parcheggio sotto il Pincio, a Roma), l'acqua
(si prepara la legge d'iniziativa popolare per tutelarla dal mercato), i
rifiuti (inceneritori ovunque), e così via. Ed erano venuti, a parte i due o
tremila valsusini, magari in pochi da ciascun luogo, ma da una quantità enorme
di posti.
La novità è tanto rilevante, che i
grandi media l'hanno letteralmente cancellata. Ad esempio, la cronaca romana di
Repubblica ha dedicato spazio alle due o trecento persone che al Pantheon
dimostravano contro gli stupri (iniziativa meritoria, beninteso), ignorando le
10 mila (o 7 mila) che un paio di chilometri più in là protestavano contro la
Legge Obiettivo. Evidentemente, una scelta premeditata. Accompagnata, nel caso
di Stampa e Corriere, da grandi titoli sulla "divisione" tra i
valsusini a proposito del "nuovo tracciato" inventato da Mercedes
Bresso e che in verità è una ammissione di resa mascherata.
Ma
la censura sui media, oltre a ingannare i lettori, permette alla politica (la
cui percezione della realtà passa per le pagine dei grandi quotidiani o per i
telegiornali) di fingere di ignorare il problema. Il che, connesso alla accanita
resistenza culturale delle sinistre e dei sindacati sul fronte dello
"sviluppo" (che "crea lavoro", credono loro, e "fa
ripartire" l'economia), dipinge l'atteggiamento del governo dell'Unione:
il ministro Di Pietro che blatera di "grandi opere che non hanno
colore" ed elogia la Legge Obiettivo, la più antidemocratica tra quelle
volute dal governo Berlusconi (insieme a quella sulle droghe e a quella sul
lavoro precario), e tutti gli altri che tacciono: salvo alcuni settori di
Rifondazione e dei Verdi, che infatti erano presenti, sabato.
In conclusione: la manifestazione era totalmente auto-organizzata,
nessun partito (salvo una piccola mano da Rifondazione) né sindacato ha
prestato la sua capacità organizzativa. Chi c'è venuto ha pagato di tasca
propria, e trattandosi in generale di comuni cittadini, spendere soldi e molte
ore di viaggio è un costo non piccolo. Eppure, appunto, dieci persone da
Brindisi, qualche decina dalla Sicilia, qualche centinaio di Venezia, i molti
da molti luoghi del Lazio, un certo numero dall'Abruzzo del terzo traforo del
Gran Sasso, i campani contro gli inceneritori e alcune decine di altri come
loro, hanno - come ha ben scritto Liberazione - disegnato un'altra mappa del
nostro paese. Tutti insieme, sono il primo movimento per un'altra economia, per
un'altra convivenza. Noi di Carta possiamo dichiararci soddisfatti: sono anni
che raccontiamo ogni lotta di questo genere, presumendo che un unico tema si
imponga e sia per così dire il contenuto delle nuove forme di democrazia che il
N uovo Municipio promuove: è quel che un po' provocatoriamente chiamiamo
"decrescita", ma che si può definire un trattato di pace delle
comunità umane tra loro e con la natura.
Siamo soddisfatti, eccome.