Il raddoppio del Frejus servirà anche per i Tir
Il sottosegretario: “Snellirà il transito”
di Massimiliano Borgia da Luna Nuova del 10/2/09
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Per la canna di
sicurezza del Frejus, il grande progetto dimenticato, si avvicina la stretta
finale. Il ministro Altero Matteoli sta cercando di fare passare il preliminare
al Cipe. Un fatto atteso prima di Natale; un ritardo che ha impedito alla Sitaf
l'avvio della gara d'appalto comune con la società francese del tunnel che ha
già lanciato la gara.
Il sindaco di
Bardonecchia, Francesco Avato, ha avuto un breve colloquio con il nuovo direttore
generale del ministero dei trasporti a margine della visita di Matteoli in
Prefettura. «Ho avuto nuove rassicurazioni che non si tratterà di un tunnel
di transito ma solo di una canna di sicurezza. Il problema è che ci pare che i
giochi siano ormai fatti e che al Comune non resti null'altro da fare che
gestire almeno la fase del progetto esecutivo e quella della cantierizzazione.
La nostra autorizzazione comunque non ci sarà mai». Ma il progetto
esecutivo potrebbe già essere una pura formalità. Del resto l'opera è
autofinanziata dalla Sitaf e per la politica e la stessa campagna elettorale
per le elezioni europee ed amministrative è ormai entrata tra le grandi opere
che porteranno lavoro alla valle di Susa e che dovrebbero ridare fiato al
settore delle costruzioni e al suo indotto.
Ma nella certezza che
si tratterà davvero di una canna di sicurezza, senza transito dei tir, si
aprono già le prime falle. Venerdì sera, durante l'incontro elettorale
organizzato a Cesana dal Popolo delle libertà con il sindaco Roberto Serra, il
sottosegretario ai trasporti, Mino Giachino, che ha la delega al trasporto
merci, ha messo in serio dubbio che si tratti di un semplice progetto per
adeguarsi agli standard di sicurezza. «Se abbiamo inaugurato la tangenziale
di Mestre - ha ricordato - Se entrerà in funzione il nuovo collegamento
autostradale da Trieste verso l'est Europa, il Corridoio 5 autostradale diventa
una realtà. Le merci potranno viaggiare sui camion lungo tutto l'asse est-ovest
ma troveranno proprio al Frejus il collo di bottiglia»
Poi ha aggiunto al
nostro taccuino: «Le previsioni davano l'intasamento al valico al 2013.
Con la crisi lo spostiamo soltanto in là di un anno. Arriveremo al punto di
dover prenotare il passaggio nel tunnel. E sarà la morte della nostra economia
perché il 50 per cento delle nostre esportazioni passa attraverso i valichi
alpini e il Frejus rappresenta una parte fondamentale di questi scambi. Non
renderci conto che dobbiamo scongiurare questo intasamento vuoi dire solo fare
un favore, per esempio, all'agricoltura degli altri paesi, come la Spagna che
esporta prodotti in diretta concorrenza con noi. L'agricoltura siciliana, per
esempio, è già penalizzata nel dover pagare il passaggio dello Stretto di
Messina e si ritrova a pagare anche gli alti costi del transito al Frejus».
Quindi serve avere
transiti autostradali più veloci e concorrenziali tra Italia e Francia?
«Tra poco sarà
completato l'intero asse autostradale dalla Spagna all'Ungheria. Dobbiamo
scongiurare le lunghe code che si potranno formare in attesa di transitare al
Frejus. Anche perché se non avremo un transito più rapido aumenterà anche
l'inquinamento».
E la seconda canna autostradale
del Frejus potrà accelerare i transiti...
«Certo».
Ma a parte
Bardonecchia, la seconda canna non è più un tabù per l'alta valle. Da tempo i
sindaci si sono espressi in buona parte a favore della seconda canna, senza
escludere esplicitamente che si possa aprire il nuovo tunnel anche al traffico
dei tir. «Abbiamo sempre detto che l'importante per noi è che non aumenti
l'inquinamento», ha precisato in proposito Franco Capra, sindaco di
Clavière, comune che sempre conduce le proprie battaglie contro il transito
dei tir.
E per i sindaci
dell'alta valle una riduzione dell'inquinamento non passa più necessariamente
per la riduzione dei tir. «Con le politiche a favore dei nuovi motori Euro 5
e con il continuo monitoraggio delle emissioni - aggiunge Giuseppe Cerutti,
presidente della Sitaf -non c'è bisogno di penalizzare le aziende del
settore. E tra l'altro non dimentichiamo che l'autotrasporto sta subendo più
di tutti gli effetti della crisi. E lo stesso vale per le società autostradali
come la nostra: negli ultimi mesi il traffico dei tir sull’Autofrejus è sceso
sotto le 2mila unità giornaliere, il livello più basso degli ultimi 10 anni».