Approvato il nuovo tracciato, ma la bassa valle di Susa resta contro
Critico Debernardi: «Hanno preso una decisione politica. Non hanno voluto una discussione tecnica sulle opzioni»
di Massimiliano Borgia da
Luna Nuova del 2/2/10 – pag. 3
E’ ancora pieno
di variabili, ma adesso un tracciato per la Torino-Lione c'è. Come previsto,
viene confermato il tunnel di base, la stazione internazionale a Susa con gli
impianti e le strutture per la sicurezza, il tunnel dell'Orsiera da 18 km, da
Coldimosso a Vaie, il tracciato che da Chiusa ad Avigliana passa sotto la linea
storica e due varianti (con altre due, collegate) che attraversano in galleria
la Collina morenica fino ad innestarsi allo scalo di Orbassano seguendo anche
il tracciato di due possibili circonvallazioni a Rivalta e Rivoli.
E' vero che è solo un
tracciato. Ma non è come i tanti che dal 2002 in avanti sono saltati fuori
passando per certi e definitivi. Questa volta è arrivato il tracciato che
resta. Rimangono opzioni diverse per l'attraversamento della Collina morenica
e per la Gronda in zona nord-ovest. Ma per la valle di Susa la riga è pressoché
tracciata. Su quella riga i progettisti dovranno ora preparare il progetto
preliminare.
E le altre opzioni,
compresa l'opzione zero? Rimangono in piedi con un escamotage. Su questa
ipotesi di tracciato, varianti locali comprese, parte da subito anche lo Studio
di impatto ambientale. Quel Sia che, con l'accordo tra governo e Regione, si è
deciso anche sul progetto preliminare. E su questo Sia ci sarà la Valutazione
d'impatto ambientale con la Conferenza di servizi, come se si trattasse di un
progetto definitivo (e come prevederebbe la Legge obiettivo).
Siccome la legge
prevede in Sia e Via anche la valutazione di opzioni diverse, compresa
l'opzione zero, e siccome questi passaggi saranno seguiti e validati anche in
Osservatorio man mano che si procederà con il progetto preliminare, in
Osservatorio si discuterà anche di opzione zero, dei tracciati che aveva
proposto Polinomia e del tracciato che coinvolge la val Sangone.
Per questo motivo, per
ora, la val Sangone rimane in Osservatorio, anche se il proprio rappresentante
ha chiesto e ottenuto che l'opzione val Sangone venisse ritirata dalle
indicazioni progettuali. In questo modo Virano punta a ricevere a giugno, come
da programma europeo, un progetto preliminare che abbia già recepito le
osservazioni ambientali, sociali ed economiche degli studi, della Via e dei
Comuni.
Così, quello di
venerdì, è stato vissuto come un annuncio quasi liberatorio. Dopo nove anni
dall'accordo internazionale di Torino (gennaio 2001) e dopo 120 sedute
dell'Osservatorio nato con decreto il 1° marzo 2006, a Torino e Roma tirano un
sospiro di sollievo.
Così, oggi, come negli
anni passati, c'è un tracciato ma non si può dire che sia «il tracciato
concertato con il territorio». Come negli anni scorsi, a questo difficile
parto non ha contribuito e nemmeno partecipato la bassa valle di Susa ad
eccezione di Susa e di Chiomonte che hanno ora un rappresentante a testa in
Osservatorio e che hanno approvato. Come ai tempi del tracciato di Ltf e poi
di quello della Gronda di Rfi, come ai tempi del "giovedì del
ferroviere", il tavolo coordinato dai funzionari dell'assessore Casoni;
come ai tempi del primo Studio d'impatto ambientale e della prima convocazione
della Conferenza di servizi, la bassa valle di Susa era assente e non ha
approvato nulla.
In realtà emerge che
un "contributo" molti sindaci della bassa valle lo hanno dato, anche
se in via informale. Ma non è un caso se in valle il tracciato corre dritto, a
parte una possibile alternativa a Sant'Antonino. Perché la scelta è stata
fatta all’unanimità in un Osservatorio dove non c'erano i rappresentanti dei
comuni di gran parte della Bassa valle (che ancora chiedono di essere
rappresentati attraverso la maggioranza di Comunità montana). A parte Condove,
Borgone e Meana, gli altri non hanno avallato. Ma, come ha ricordato Saitta,
l'occasione di partecipare alle scelte è stata offerta e se i comuni non hanno
voluto nominare propri rappresentanti in Osservatorio, se ne assumono la
responsabilità. «Inizia una fase concreta - ha aggiunto Saitta - dove
è importante esserci. Ma dai segnali che abbiamo da qualche sindaco della
valle, ci sono degli spiragli, anche se non riapriremo la discussione sulla
composizione dell'Osservatorio».
Anche questa volta non
era presente Andrea Debernardi, il tecnico che fino a ieri era rappresentante
della Bassa valle e che oggi sarebbe il rappresentante di Sant'Antonino e
consulente anche per Rivalta, Villarbasse, Collegno e Venaria. Debernardi
chiede ancora di conoscere nei dettagli il mandato attribuito dal decreto di
nuova composizione dell'Osservatorio che dovrebbe portare la data del 19
gennaio. Inoltre, chiede ancora di poter continuare a rappresentare più comuni.
«Da una parte c'è scritto che il passaggio nella zona di Sant'Antonino dovrà
essere approfondito con i Comuni contermini e dall'altra le opzioni che avevo
presentato a dicembre non sono state fatte proprie e presentate da nessun
Comune. Come faccio a continuare senza una rappresentanza di un territorio più
ampio che appoggi le mie proposte?».
E poi contesta il
metodo adottato da Virano nelle ultime sedute. «Si era detto che
l'Osservatorio avrebbe approfondito le diverse opzioni, compresa l'opzione zero,
prima di dare mandato ai progettisti - ricorda - invece l'Osservatorio
ha deciso un tracciato con qualche variante. Solo questo sarà davvero
approfondito e soprattutto ogni considerazione che seguirà sarà sulla base di
una decisione che sarebbe dovuta arrivare dopo una valutazione tecnica. Invece
è stata presa una decisione politica e non tecnica. E ' chiaro che ormai
l'Osservatorio ha mutato la sua natura. Non è più un luogo dove si discute sul
"se ", ma solo del quando e del come. Prende decisioni che andrebbero
prese a un tavolo politico».
Ed è proprio questa
decisione "politica" che non va giù al tecnico di Polinomia. «A
mio parere il tunnel di base e la definizione di un tracciato in valle di Susa
non erano le priorità». E poi un quesito: «Aspetto di vedere il decreto
per capire se c'è spazio per una mia presenza in Osservatorio ma sarà ancora
possibile sedersi a quel tavolo? Da oggi c'è il via libera a una progettazione
sulla base di un tracciato che io non ho approvato e di un metodo che non ho
condiviso. Si era detto che chi non accettava di stare a un tavolo che si
occuperà solo più di vigilare su una corretta progettazione non avrebbe potuto
stare in Osservatorio».
Ma per Virano (che ha
preso una settimana di pausa) è il momento della soddisfazione prima di tutto
personale. «Con questo documento diamo un 'indicazione univoca per la
tratta internazionale - ha detto - Sono stati rispettati i tempi
concordati con il governo e l'Unione europea. E'un tracciato molto diverso dai
precedenti: riduce al massimo l'impatto in valle, visto che passa quasi tutto
in galleria. Anche i sondaggi vanno bene: avevamo detto che ne servivano almeno
12 entro il 31 gennaio e siamo a quota 18 di cui tre in valle di Susa».
Sui sondaggi, grande
soddisfazione è stata espressa anche dal prefetto che ha ricordato con orgoglio
le riunioni coordinate per beffare i No Tav. «Riuscire a fare i sondaggi in
valle di Susa era un segnale importante che l'opinione pubblica attendeva -
ha ricordato Paolo Padoin – Il ministro degli interni Maroni ha capito
subito che si doveva contribuire con forze adeguate per poter portare a
compimento le operazioni dei sondaggi. Con il questore Faraoni e lo stesso
Virano abbiamo pianificato le migliori tattiche per attuare queste
trivellazioni chiedendo alle ditte di adeguarsi alle nostre esigenze».
Adesso il problema è
che non si può chiedere al ministero di autorizzare la destinazione in valle di
Susa di reparti da mezzo Nord d'Italia per troppo tempo. Ma i sondaggi
continueranno, e continueranno "a tranche" perché venga garantita la
disponibilità della forza pubblica necessaria.