Estratti
dal notiziario INFO n. 33 (15 Marzo 2007) dell’Associazione Montagna Nostra (*)
LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE
L'incontro
di ieri 14 marzo a Susa, dei Sindaci con la Sitaf ed inerente, tra l'altro, il
progetto di raddoppio del traforo autostradale del Frejus ha confermato che
qualcuno continua a prenderci in giro ed a raccontarci delle balle.
La Sitaf
aveva annunciato sui media: "L'Unione Europea ci impone la
realizzazione di una seconda canna per la sicurezza del tunnel".
NON E’
VERO. L'Unione Europea, e la nuova normativa sui tunnel autostradali,
RICHIEDONO INTERVENTI IN GRADO DI GARANTIRE LA SICUREZZA (come ad esempio
rifugi ogni 400 o 500 metri o altri sistemi per l'evacuazione, per il
controllo, illuminazione e monitoraggio analoghi a quelli adottati per il
tunnel del Monte Bianco). NESSUNA IMPOSIZIONE DI UN SECONDO TUNNEL.
E' quella
della SITAF, come abbiamo sempre sostenuto, una scelta aziendale basata su
interessi aziendali (è più comodo e conveniente fare un nuovo tunnel lasciando
in pieno esercizio l'attuale, e garantire la continuità dei proventi da
pedaggio, che realizzare interventi sul tunnel attuale ed essere costretti ad
attivare sensi unici alternati o periodi di chiusura del traforo, perdendo
parte dei pedaggi). Una scelta aziendale, a nostro parere egoistica,
irrispettosa dell'ambiente e delle esigenze della gente della valle, nociva e
dannosa per il territorio, sia per il suo impatto che per i possibili
conseguenti aumenti del traffico pesante in valle. Una scelta esclusivamente
basata su questi interessi aziendali che non tiene conto di altri importanti e
meno prosaici “interessi”: quelli della gente della Valle di Susa.
E se non
hanno detto la verità attribuendo ad imposizioni esterne una loro una scelta
motivata da interessi, è giustificato supporre che non stiano dicendo la verità
neppure quando affermano "NON CI SARANNO AUMENTI DI TRAFFICO".
E se non fosse così perché le norme attuali non lo consentono sappiamo che le leggi, le norme ed i regolamenti si fanno e si disfano e si modificano continuamente. Spesso sotto la spinta di forti interessi. Poi ci sono le varianti in corso d’opera….poi allargare di un metro non è più fare un altro tunnel…cose già viste. E’ già successo, può succedere ancora.
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1.
Perché se il
problema vero è quello della sicurezza esistono soluzioni alternative per
garantire la sicurezza senza realizzare un altro traforo
2.
Perché la
scelta di realizzare il secondo tunnel è solamente basata su logiche ed
interessi aziendali (è più comodo e conveniente fare un nuovo tunnel lasciando
in pieno esercizio l'attuale, e garantire la continuità dei proventi da
pedaggio, che realizzare interventi sul tunnel attuale ed essere costretti ad
attivare sensi unici alternati o periodi di chiusura del traforo, perdendo
parte dei pedaggi)
3.
Perché gli
interessi e le problematiche della Valle di Susa, e della gente che in essa
vive, devono essere prevalenti rispetto a quelli della Società concessionaria
del traforo e dell’autostrada
4.
Perché in Valle
d’Aosta il problema della sicurezza è stato risolto senza realizzare un secondo
tunnel
5.
Perché la
sicurezza deve essere garantita a tutti, fuori e dentro il tunnel, e non solo a
chi percorre la galleria del Frejus o ci lavora (sicurezza di qualità dell’aria
che respiriamo, sicurezza nei confronti del trasporto di merci pericolose,
garanzie anche all’esterno di tunnel ed autostrada in caso di gravi incidenti,
garanzie di vivibilità della valle, garanzie per la qualità dell’ambiente
etc.).
6.
Perché è una
scelta fatta senza consultare le amministrazioni e la gente della Valle di
Susa: un conto è decidere e condividere insieme “se e come fare un’opera” ,un
altro è comunicare alla gente ed alle amministrazioni, scelte già decise,
addirittura presentare già i progetti dell’opera
7.
Perché quella
che chiamano canna di sicurezza è in realtà, viste le dimensioni proposte
(larghezza di 8 metri per una lunghezza di circa 13 km), un vero e proprio
secondo traforo (l’attuale è largo 9 metri).
8.
Perché il
progetto è impattante: un'altra inutile violenza alla montagna, anni di
cantiere (previsioni ottimistiche 5-6 anni, ma i tempi non vengono quasi mai
rispettati), disagi, aumento di traffico di mezzi pesanti, rumori, polveri,
inquinamento, estrazione di un grande volume di materiale, trasporti, depositi
e discariche di tale materiale
9.
Perché la
realizzazione di una seconda canna, e soprattutto di queste dimensione, lascia
adito ad ambiguità e preoccupazioni: possibile ulteriore aumento del traffico
di merci su gomma e conseguenti ricadute negative sul territorio (dal maggiore
inquinamento al danno ambientale)
10. Perché già oggi i livelli di inquinamento e di caduta di qualità
dell’aria sono evidenti e preoccupanti
11. Perché questa valle è già compromessa e danneggiata dall’autostrada
(dal punto di vista paesaggistico ed ambientale) e già sopporta un volume di
traffico pesante (1/3 del totale delle merci che attraversa le Alpi)
12. Perché questa valle non trae alcun beneficio dal traffico di mezzi
pesanti che la percorre che anzi comporta danno all’ambiente alpino ed oneri
per la collettività
13. Perché dal secondo buco verranno estratti oltre 650.000 metri cubi di
smarino (un “cubone” di 65 metri di altezza, cioè una casa di ventidue piani,
con base grande come due campi da calcio affiancati) da depositare in
discariche a Bardonecchia, Chiomonte, Meana etc. (altro utile deriverà a chi
realizzerà l’opera dalla vendita della parte “buona” di questo materiale, le
“schifezze” resteranno in discarica)
14. Perché tale scelta contrasta con le finalità della Convenzione delle
Alpi (Protocollo Trasporti), il trattato che vincola i Paesi alpini
(sottoscritto anche dall’Italia) a misure esplicite di orientamento della
mobilità verso il mezzo ferroviario
15. Perché l’impatto dei lavori e del potenziale incremento di traffico non
sono compatibili ne’ con le attività economiche della Bassa Valle né con la
vocazione turistica dell’Alta Valle Susa
16. Perché non crediamo più alle promesse ed assicurazioni fatte da chi
prima ci racconta che la seconda canna è un obbligo imposto dall’Unione Europea
e poi ci dice che “non ci sarà aumento di traffico”
17. Perché sappiamo che le leggi, le norme ed i
regolamenti si fanno e si disfano e si modificano continuamente,e spesso sotto
la spinta di forti interessi economici
Perché
vogliamo decidere noi per il nostro futuro e per quello dei nostri figli