INTERVISTA ALLA
PRESIDENTE DELLA REGIONE PIEMONTE
Bresso ai No Tav: “Basta, si va avanti”
“La piazza non bloccherà l’Osservatorio e i sondaggi”
di Maurizio
Tropeano da La stampa del 7/1/10 – pagg 47 e 48
La presidente della
Regione Mercedes Bresso giura: «Sulla Tav si va avanti». «Basta»,
dice decisa ai contestatori, invitando «chi non è d'accordo a lasciare
spazio a chi è disposto al dialogo». A Sandro Plano, presidente Pd della
Comunità montana, risponde: «Anche lui deve capire che non si può andare
avanti a colpi di maggioranza». Secondo Bresso, non va ripetuto quanto
successo cinque anni fa: «Allora - continua la "Zarina" - il
premier Berlusconi e il mio predecessore Ghigo si fermarono di fronte alle proteste
di piazza e bloccarono il cantiere di Venaus. Io non arretrerò e andrò fino in
fondo».
Sembra di assistere al
remake di un film andato in onda cinque anni fa. Allora il governo Berlusconi
a Roma decise di fermare il cantiere di Venaus di fronte alle proteste di
piazza. «Io ho il massimo rispetto di chi protesta ma sono convinta
che non ci si possa fermare. Dunque, avanti con l'Osservatorio e partano anche
i sondaggi». Parola di Mercedes Bresso, presidente della giunta regionale.
Il ruolo dell'Osservatorio è contestato dal presidente Pd
della Comunità Montana, Sandro Plano, e da molti amministratori dì
centrosinistra valsusini. Si va avanti anche senza di loro?
«L'Osservatorio è stato una conquista degli amministratori locali e di Regione e Provincia. E' uno strumento di tutela degli interessi delle popolazioni e non si può farlo saltare. E non può farlo nemmeno Plano. Se alcuni sindaci non vogliono più il dialogo sono liberi di uscire dall'organismo ma devono lasciare a chi vuole il confronto la possibilità di far lo e di portarlo avanti con i propri rappresentanti».
Perché ha chiesto
l'intervento del governo?
«Perché se si
devono modificare alcune delle regole di composizione del tavolo tecnico lo
si può fare solo revisionando l'intesa di Palazzo Chigi. Io spero ancora si possa
arrivare ad una soluzione condivisa senza blitz o imposizioni. Una soluzione
che permetta di rappresentare l'Alta e la Bassa Valle e anche la Val Sangone.
Plano deve capire che non si può governare a colpi di maggioranza
soprattutto quando i numeri sono ballerini».
Il centrodestra
l'accusa di ambiguità perché tollera, in vista delle elezioni regionali,
l'esistenza di un'alleanza tra il Pd valsusino e gli amministratori No Tav. E'
vero?
«Il sindaco di
Avigliana, Carla Mattioli, mi ha scritto un sms per dirmi: "Dovete ben
prenderli i voti in valle". E io le ho risposto: i voti li ho sempre
presi anche con le mie posizioni pro-Tav. Non sono ambigua ed è per questo
motivo che non ci saranno esponenti No Tav nelle mie liste. Credo che lo
stesso debbano fare anche gli altri partiti della mia coalizione».
Anche Rifondazione?
«E' evidente che
loro sono contrari alla Tav».
E farete un'alleanza
con loro?
«Non stiamo lavorando ad un'alleanza di governo ma ad
un eventuale accordo tecnico da cui evidentemente è esclusa la Tav. Opera che
tutto il resto della coalizione, compresa Sinistra e Libertà, invece vuole
fare».
Pdl e Lega
insisterebbero: ambiguità...
«Allora diciamo
che noi siamo per fare la Tav e lo siamo anche
alla vigilia di queste elezioni. Ripeto: siamo determinati ad andare avanti con
l'Osservatorio, i sondaggi e la progettazione. E non sono preoccupata per le
elezioni».
Ieri a Susa un
centinaio di No Tav ha ispezionato l'area dove dovrebbero arrivare le trivelle.
Sui siti del movimento si replicano gli appelli a
fermare i carotaggi. Nel 2005 sì arrivò agli
scontri di piazza. Anche di fronte a questo rischio lei è convinta che si debba
andare avanti?
«E' giusto
garantire il diritto di manifestare ma questo non può voler dire bloccare
tutto. Sono preoccupata del fatto che alle manifestazioni di protesta
potrebbero partecipare anche esponenti del mondo antagonista. Sono sempre gli
stessi. Del resto sono entrati in azione anche a Copenhagen ma le proteste non
hanno bloccato i lavori».
Nel 2005, però, anche
in vista delle Olimpiadi, Regione, Provincia e Comune di Torino si spesero
per trovare una mediazione...
«L'Osservatorio
nasce da lì ed è stata offerta un'opportunità unica di partecipazione alle
popolazioni locali attraverso i tecnici scelti dai loro amministratori. La
maggioranza non può schiacciare
il più piccolo ma non può nemmeno subire la sua dittatura. In questi anni
nell'Osservatorio sono stati fatti passi da gigante nel modificare un progetto
contestato rendendo evidenti le ricadute positive sul territorio. Adesso quei
passi avanti devono diventare strumenti per la progettazione».
Nel Pd c'è una
corrente dì pensiero che chiede l'espulsione di Plano e degli altri sindaci
ribelli. E' d'accordo?
«Per quanto mi riguarda
ribadisco che non ci saranno No Tav candidati nelle mie liste. Tocca al
partito decidere anche se in ogni caso Plano e gli altri resterebbero in
carica come amministratori. Decidano i probiviri. E poi si facciano i conti
per il futuro. E il Pd in Valsusa non deve più fare alleanze elettorali o
candidare sindaci contrari alla strategia complessiva del partito».