ANCORA POLEMICHE SULLA TAV
di Maurizio Tropeano da La Stampa del 18/9/10
«Quando non ci sono soldi per gli asili nido e per altri servizi ai cittadini, è giusto chiedersi se spendere 20 miliardi per realizzare un’opera che, così come ci viene proposta, arriverà clamorosamente in ritardo rispetto allo sviluppo logistico del resto d’Europa e avrà costi elevatissimi e servirà solo al trasporto passeggeri». Vito Bonsignore, europarlamentare del Pdl, sa che il suo intervento ha disorientato gli industriali e fatto infuriare lo stato maggiore del Pdl, ma spiega che «di fronte al rischio di sperperare soldi pubblici in un momento di crisi non è possibile restare in silenzio».
Onorevole Bonsignore, è il nuovo leader dei No Tav?
«Assolutamente no,
anche se partendo da argomentazioni completamente differenti la conclusione è
paradossalmente analoga a quella di chi per anni si è opposto a questo progetto».
Che cosa non va in questo progetto?
«Rispetto a quello
approvato dal Cipe il 30 luglio 2009 sono state introdotte importanti novità a
partire dall’inserimento del nodo di Orbassano. Per questa marchetta politica e
per altre modifiche c’è stato un aumento dei costi di 4,5 miliardi. E poi ci
sono le esose richieste compensative di tutti i sindaci che stanno su quel
tracciato».
Dunque meglio bloccare
tutto?
«Io credo che
andrebbe fatta un’attenta analisi costi-benefici inquadrando il progetto
all’interno dei flussi di merci e persone a livello globale. Studi recenti
dimostrano che non ci sarebbe un flusso merci così consistente da giustificare
un incremento di 4,5 miliardi. E poi non bisogna dimenticare che mentre in
Valsusa si continua a discutere, in Francia e in Liguria si lavora per la
realizzazione dell’alternativa Sud alla Torino-Lione, che emarginerebbe Torino.
Al contempo, oltre le Alpi si sta completando l’alternativa Nord, che
taglierebbe fuori l’intera Val Padana ad eccezione del Veneto e del Friuli».
Gli ultras del sì Tav spiegano che se Cavour
avesse ragionato in questo modo non si sarebbe mai costruito il tunnel del
Frejus. Che cosa risponde ?
«La nostra area
logistica naturale è tra Alessandria, Vercelli, Novara e Domodossola. La
Torino-Lione, ammesso che si trovi un accordo duraturo sui tempi, arriverà
tardi rispetto allo sviluppo logistico del resto d’Europa. Si è sprecato troppo
tempo e si rischia di sperperare troppo denaro per trasportare passeggeri. A
questo punto meglio puntare su altri tragitti».
Eliminando il collegamento con Orbassano la Torino-Lione
tornerebbe competitiva?
«Potrebbe essere
attenuato l’incremento dei costi».
Onorevole, ci sono interessi economici personali dietro
questa sua presa di posizione?
«Il mio mestiere è
quello di disegnare scenari cinquantennali nell’ambito delle infrastrutture. Io
e la mia famiglia abbiamo pochissime attività in Italia e nessuna nell’area del
Nord-Ovest».