Latte alla diossina in Valsusa
da La Stampa
del 23/3/2005 (Cronaca di Torino, pag 46)
Quattro
allevamenti situati fra i Comuni di Condove, San Didero, Almese e Sant’Ambrogio
non potranno più commercializzare latte almeno fino al prossimo 7 aprile.
Analisi compiute nei giorni scorsi dall’Arpa, l’Agenzia regionale per
l’ambiente, hanno evidenziato in alcuni campioni tracce di diossina superiori
al limite consentito, e convinto la Regione a bloccare temporaneamente ma
immediatamente l’attività di queste aziende della Valsusa situate a ridosso
delle Acciaierie Beltrame, indicate come possibili responsabili
dell’inquinamento.
"Una
misura di massima sicurezza a fronte, per la verità, di un minino sforamento
dei valori limite - precisa subito l’assessore regionale alla Sanità, Valter
Galante, per evitare il diffondersi di un allarmismo esagerato - Davanti a un
problema di questo genere, però, credo giusto intervenire non solo
tempestivamente, ma anche con la massima cautela". Pensare al peggio,
cioè, per scongiurarlo. E per evitare che il provvedimento metta in ginocchio
gli allevatori vittime di un problema che non hanno scatenato, la Regione ha
già chiesto un indennizzo dallo Stato ed è pronta a intervenire con un anticipo
dal prossimo bilancio. "Abbiamo chiesto al governo - spiega Galante - che
il Piemonte possa beneficiare dei medesimi contributi previsti per la Campania,
dove agli allevatori hanno concesso un aiuto economico per una vicenda simile a
questa della Valsusa".
Il
provvedimento accende, inevitabilmente, preoccupazioni e polemiche. Le prime
riguardano le partite di latte vendute nei giorni immediatamente precedenti
allo stop. Le seconde sono indirizzate non tanto a chi ha firmato il
provvedimento che ferma la commercializzazione delle quattro aziende valsusine,
ma contro il fatto che non si è intervenuti contemporaneamente contro l’azienda
- già al centro di passate polemiche - sospettata di aver diffuso l’inquinamento.
La
decisione di bloccare la distribuzione di latte è condivisa dagli assessori
regionali Galante, Cavallera e Vaglio, dal presidente della Comunità Bassa
Valle e dai sindaci dei Comuni interessati. "Abbiamo deciso di adottare
misure preventive che tengano in considerazione anche solo i sospetti, perché è
una garanzia in più che offriamo ai consumatori". Sulle procedure
utilizzate per i controlli, "i campionamenti - prosegue l’assessore
Galante - sono molto più rigidi e meticolosi di quanto prevede l’Unione
Europea, per cui sarebbe sufficiente un monitoraggio di sei allevamenti per
nazione per escludere ogni rischio. I controlli dell’Arpa, invece, sono stati
compiuti su ben 30 aziende della Valsusa". Dopo i prelievi, le analisi
richiederanno alcuni giorni: è previsto che i risultati siano consegnati
all’assessore Galante fra due settimane. Ma non è escluso che la data possa
slittare e lo stop alla commercializzazione del latte a rischio essere
posticipata.
"Non
c’è comunque davvero alcun motivo di preoccupazione - conclude Galante -. La
scrematura, eliminando una parte dei grassi, riduce anche la quantità di
diossina eventualmente presente. Oltretutto, perché si scatenino effetti
tossici sull’uomo, una persona dal peso di 70 chili dovrebbe bere ogni
settimana e per più settimane oltre nove litri di latte contaminato".