Tav, Berlusconi invoca l’esercito
Val
Susa come Napoli
Il
premier interviene in collegamento con il Lingotto a sostegno dei candidati del
Pdl e ammonisce le comunità locali:
di Massimiliano
Borgia da Luna Nuova del 12/5/09 – pag. 2
Berlusconi doveva parlare in collegamento con il Lingotto, Torino, per sostenere Bonsignore e la Porchietto. E visto che doveva parlare ai torinesi i temi che gli sono venuti in mente o che gli hanno consigliato sono stati la Fiat e "la" Tav, che sono le cose che vengono subito da pensare oltre alla Juve, se si parla di Torino.
E in questo intervento
estemporaneo "la" Tav è stata liquidata con la superficialità del
caso, nel tempo concesso da uno spot elettorale in collegamento. Ma la frase
sull'uso della forza per fare passare "la" Tav non deve essere presa
comunque alla leggera. Non è stata una boutade. E' semplicemente quello che
hanno in testa il Pdl e l'elettorato che lo sostiene (i sondaggi danno il nuovo
partito oltre il 40 per cento nazionale), e quindi anche il suo leader
fondatore. Ed è evidente che quando verrà il momento sarà quello che avranno
in testa anche le colombe del governo, ministro Matteoli e sottosegretario
Letta in testa. Perché ormai, volenti o nolenti, in una manciata di secondi la
linea è stata tracciata e non si tornerà più indietro. L’elettorato vuole
fermezza per quelle che appaiono come scelte sempre rinviate senza apparenti
ragioni. E il premier dichiara di conseguenza, forte del successo della
soluzione mediatica data ai rifiuti di Napoli.
«In Piemonte come
in Campania siamo decisi a far valere le ragioni dello stato - ha detto
domenica uno straripante Berlusconi - In questo modo a Napoli siamo venuti a
capo della tragedia dei rifiuti. E anche in valle di Susa lo stato deve avere
come primo impegno quello di garantire la legalità, anche attraverso l'uso
della forza, del suo esercito, delle sue forze dell'ordine. Non ci sarà alcuna
possibilità per le comunità organizzate di opporsi a decisioni assunte
democraticamente dagli organi nazionali e regionali».
Frasi che si
dovrebbero sposare allo slogan della destra e di Claudia Porchietto che a
Torino affiggono manifesti con "E' ora di fare la Tav". Tutto quello
che saprà di trattativa non sarà più tollerato. E forse lo stesso Osservatorio
corre il rischio di essere liquidato una volta instradata la progettazione
preliminare. Così come corre il rischio di essere liquidato il Progetto
strategico con i suoi mille interventi di compensazione per la Torino-Lione.
Anche se questo governo (come gli altri) sulla Torino-Lione non ha ancora
scucito un euro e continua a marciare per slogan, la strada sembra quella della
dichiarazione di "obiettivo sensibile" per ciascun cantiere di
sondaggi e tunnel geognostico e di farlo presidiare dall'esercito.
«Se dovesse
succedere davvero quello che paventa il presidente del Consiglio - risponde
Antonio Ferrentino - non avrò nessun problema a schierarmi ancora sulle
barricate. Se il premier vorrà mandare l'esercito sarebbe certamente un
problema per noi valsusini, ma sarebbero giorni difficili anche per il governo.
Piuttosto, si può capire che siamo a tre settimane dal voto ma delle
affermazioni così gratuite e violente Berlusconi poteva anche risparmiarsele.
Mi pare che queste frasi coprano soltanto le mancanze del suo governo che non
ha nemmeno destinato soldi ai Nodo di Torino e al Sistema ferroviario
metropolitano. Non mette i soldi per gli accordi già sottoscritti e poi dice che
manda l'esercito? Forse Berlusconi non sa che non è l'esercito che realizza la
Torino-Lione: sulle grandi opere prima si parte dai bisogni reali del Paese e
poi il governo si confronta con i territori. Non vedo altre strade».
Berlusconi trova
invece il pieno appoggio da parte del deputato Pdl Osvaldo Napoli, che già
altre volte aveva appoggiato dichiarazioni che annunciavano il ricorso alla
forza per fare il Tav se dovesse essere necessario. «Silvio Berlusconi
-dichiara Osvaldo Napoli - ha parlato sulla Tav per dire le cose che ogni
persona di buon senso si aspetta di sentire dal presidente del Consiglio. Come
per i rifiuti a Napoli, così anche per la Tav il governo ha il dovere di far
prevalere gli interessi generali del Paese sugli egoismi localistici e sulle
strumentalizzazioni politiche. Il premier si è rivolto a quanti pensano di
menare il can per l'aia e di rinviare alle calende greche ogni decisione. Le
parole del premier mettono il sigillo a un confronto fra le istituzioni locali
e il governo nazionale che va avanti da diversi anni e ha consentito di
analizzare ogni aspetto di un 'opera decisiva per la modernizzazione
dell'Italia, ma soprattutto per il Piemonte e la valle di Susa. E ' scaduto il
tempo delle chiacchiere e del "sì, ma, però "».