L'INFRASTRUTTURA CHE VOGLIAMO: ENERGIA, NON ALTA VELOCITA'

 Lettera aperta al presidente della Regione Piemonte, Sig.ra Mercedes Bresso

Gentile Sig.ra Bresso,
 

la nostra associazione, sezione italiana dell'associazione internazionale ASPO, si occupa di studiare e capire come il graduale esaurimento delle materie prime, in particolare il petrolio, si rifletterà sulla nostra economia e sul nostro modo di vivere. A questo proposito, vorremmo invitarla a riflettere un attimo se, alla luce dei dati e degli studi disponibili, sia veramente saggio impegnare le risorse del paese in un opera costosa e impegnativa come la nuova ferrovia TAV Torino-Lione che passerà dalla val di Susa.

 

E' veramente questa l'infrasttruttura di cui abbiamo bisogno?

La logica dietro la scelta della TAV Torino-Lione, come pure dietro il progetto del ponte di Messina e altre opere è la previsione di un continuo incremento nel traffico di passeggeri e di merci nel prossimo futuro. Ma trasportare cose, passeggeri o merci, richiede moltissima energia. L'analisi della nuova TAV della Val di Susa ha mostrato quanto il concetto stesso di "alta velocità" sia costoso in termini energetici. Per non parlare del costo energetico di opere faraoniche come il ponte sullo stretto.

 

La domanda è, allora, da dove arriverà tutta questa energia?

Le nuove infrastrutture per i trasporti sono basate sull'assunto che i prossimi anni vedranno un continuo aumento della produzione di petrolio e di combustibili fossili. Questa ottimistica previsione è basata su dati obsoleti e su una visione ormai demolita dall'analisi aggiornata della situazione energetica eseguita, far gli altri, dagli scienziati del gruppo ASPO. Questa analisi ci dimostra che, sebbene la "fine fisica" del petrolio sia ancora lontana, ci troviamo comunque in una situazione di grave difficoltà dovuta al graduale esaurimento delle risorse. Sono già due decenni che non si riesce a rimpiazzare i pozzi esauriti con nuove scoperte e siamo oggi nella situazione in cui per ogni nuovo barile di petrolio che si scopre se ne consumano quattro dai pozzi in esercizio. Non possiamo continuare per sempre a togliere senza rimettere.

A questo si aggiunge l'ingresso sul mercato mondiale di economie in crescita come la Cina e l'India a reclamare la loro parte. La conseguenza sono gli alti prezzi del petrolio, che si trascinano dietro aumenti vertiginosi dei prezzi di tutte le materie prime. Quello che vediamo oggi è solo un assaggio di quello che ci aspetta. Questa situazione di alti prezzi è particolarmente distruttiva per un paese come il nostro, che ha modestissime risorse minerali proprie e che basa la propria prosperità sull'energia fossile importata dall'estero. La nuova crisi petrolifera mette in discussione la stessa esistenza di un sistema industriale in Italia. Di fronte a questa situazione, a che scopo una nuova ferrovia ad alta velocità? Per esportare in Francia merci ormai non più competitive? A cosa ci serve un ponte automobilistico sullo stretto di Messina in una situazione in cui il generale impoverimento colpirebbe per prima cosa il turismo di massa?

 

Il "Paese del Sole" ha ampie risorse per l'energia rinnovabile sul proprio territorio, largamente sufficienti per affrancarsi dalla schiavitù dell'importazione di combustibili. Ma le tecnologie rinnovabili hanno ancora bisogno di sostegno per affermarsi e l'Italia si trova in una situazione di gravissimo ritardo di fronte a paesi che, come la Germania, hanno lavorato seriamente in questo campo. Riprendere il terreno perduto richiederà l'investimento di una frazione significativa delle risorse nazionali. Se però queste risorse le sprechiamo in grandi opere per il trasporto, non ce ne rimarranno a sufficienza per costruire la vera infrastruttura che ci serve: quella energetica.

 

La protesta popolare contro la TAV Torino-Lione è il sintomo di una generale percezione che le grandi infrastrutture dedicate al trasporto sono diventate, oggi, una grave inversione delle priorità, qualcosa che non genera prosperità ma che, anzi, impoverisce il paese. L'associazione ASPO invita l'amministrazione della regione Piemonte, come pure gli amministratori a tutti i livelli in Italia, a ripensare a certe scelte fatte nel passato in nome di una visione dello "sviluppo" ormai anacronistica. Le scelte fatte oggi influenzeranno profondamente il nostro futuro, occorre utilizzare saggiamente le risorse che rimangono per garantire ai nostri figli e nipoti la stessa prosperità che la nostra generazione ha goduto con i combustibili fossili. Occorre utilizzarle per l'energia, non per l'alta velocità.

 

ASSOCIAZIONE ASPO - Italia (Association for the Study Of Peack Oil & Gas)

Il Presidente Ugo Bardi