Primo incontro per il Progetto strategico: “Non si parlerà di tracciati TAV”
di Massimiliano
Borgia da Luna Nuova del 7/3/08 – pag.4
Trovato un primo
accordo tra Provincia e sindaci per il Progetto strategico del territorio
interessato al passaggio della Torino-Lione. Mercoledì, la riunione con i
sindaci è finita con una prima intesa che prevede una partecipazione superiore
di rappresentanti della bassa valle di Susa alla Cabina di pilotaggio,
rispetto ai rappresentanti delle altre zone. Oggi Saitta spedirà una lettera
con la proposta definitiva. Ieri non era ancora chiaro il numero dei
rappresentanti dei comuni, che in un primo tempo avrebbero dovuto essere otto.
«La richiesta della bassa valle dì avere più rappresentanti mi pare
condivisibile - ha commentato il presidente della Provincia – penso però
a un organismo snello, di una dozzina o al massimo una quindicina di membri».
Dalla riunione è uscita
anche una prima intesa su cosa deve essere questo progetto di sviluppo. «Non
si discuterà mai di tracciati, altrimenti per noi finisce qui - dichiara
netto Antonio Ferrentino - Ci stiamo solo se si discute di sviluppo del
territorio, ma non di altro». La proposta di Saitta sarà discussa probabilmente
in una conferenza dei sindaci già la prossima settimana. La Cabina di pilotaggio
dovrà decidere che indirizzi dare al gruppo di lavoro che uscirà dall'incarico
di affidamento del progetto. «Penso che non si debba perdere tempo
- aggiunge Saitta - ma mi rendo conto che le elezioni sono un freno. Conto
di approvare una delibera in giunta provinciale, poi ci fermiamo
fino a dopo il 13 aprile. Dopo inizieremo subito ad affidare l'incarico. E
'chiaro che lì non si discute di tracciati, ma è l'individuazione del Piano
di sviluppo del territorio attraversato dalla Torino-Lione».
Ma sul fare in fretta Ferrentino è scettico: «Per discutere un progetto così ci vogliono mesi - prevede - Non vedo nessuna fretta: d'altra parte è da due anni e mezzo che la Provincia ha a disposizione questi 500mila euro di finanziamenti per un progetto di sviluppo, non siamo certo stati noi a ritardare».