Gli eventi
di questi giorni sulle vicende TAV in Val di Susa vanno seguiti con attenzione.
E soprattutto vanno seguite con attenzione le reazioni della politica e la lettura
dei fatti proposta dai media. La giornata del 31 ottobre scorso non risulterà
certo determinante per l'esito della partita, ancora lunga e tutta da giocare,
ma segna comunque un passaggio decisivo di cui non è facile prevedere
gli sviluppi nelle prossime settimane.
Si tratta oggi di amministrare con intelligenza gli inattesi risultati positivi
che il ministro Lunardi ci ha regalato mandando le sue truppe blindate ad occupare
una valle: che il problema TAV Torino-Lione non sia più "solo"
un problema della valle e dei suoi abitanti è sotto gli occhi di tutti,
e i media non hanno potuto nascondere le dimensioni popolari e di massa della
protesta. Però, quando il gioco si fa duro...
...c'è
sempre chi cerca di truccare il gioco e barare rischia di diventare la regola
per chi vuole la TAV costi quel che costi.
Ed ecco che dopo le prime cronache viene fuori che "sì, la protesta
è ampia, popolare, ma vuole difendere interessi locali, sacrosanti, per
carità, come la salute e l'ambiente: ma il bene più ampio del
Piemonte, del Paese, dell'Europa?" Egoisti dunque, questi Valsusini che
hanno imparato da Scanzano e si oppongono al progresso. Basta insomma mettere
in evidenza una parte delle motivazioni e nascondere per bene le altre, a cominciare
da quelle dell'insostenibiltà economica dell'opera, o della sua totale
inutilità rispetto ai volumi di traffico di persone e di merci. Oppure
basta buttare l'esca ambientalista della TAV-TAC quale miracolosa soluzione
dell'inquinamento dovuto ai Tir, per dimostrare la contraddizione di questi
valligiani un poco ignoranti e facile preda dei cattivi maestri (leggi no-global).
Con questi
giochetti i media interessati vanno a nozze e non viene meno il ruolo di cassa
di risonanza dei palazzi della politica in cui il gioco d'azzardo è di
casa:
"...stiamo parlando di un´opera di carattere internazionale,
che ha finanziamenti internazionali ed un valore generale per tutta Italia e
non solo per Torino e il Piemonte. Nessuno quindi può esercitare un diritto
di veto" (Chiamparino, sindaco di Torino - Repubblica 1/11/05)
"I miei complimenti vanno al Prefetto e al Questore, che hanno tenuto
i nervi saldi e guidato bene i loro uomini... I sindaci devono tornare a fare
i sindaci e lasciare che movimenti e centri sociali seguano la loro strada"
(Esposito, capogruppo DS Provincia di Torino - Giornale del Piemonte 2/11/05)
"La Torino-Lione è una priorità e va fatta"
(Saitta, presidente Provincia Torino - La Stampa 3/11/05)
"Senza i sondaggi di questi giorni rischiamo di perdere i finanziamenti
europei... va fatto ogni sforzo per discutere con le popolazioni della valle
il «come» ma non è in discussione il «se»."
(Bresso, Presidente Regione Piemonte - Repubblica 3/11/05)
Per i dati
basta documentarsi, anche se non sempre è facile (la sezione "Schede
e documenti informativi" su questo sito può venire in aiuto; per
la bufala dei finanziamenti europei a rischio vedere i dati riportati dalla
europarlamentare Monica Frassoni). Gioco truccato dunque ma, al di là
delle capacità dimostrate nel giochetto delle tre carte, uno strano concetto
di democrazia e di partecipazione emerge da queste dichiarazioni. "La politica
ha l'insostituibile funzione di rappresentare" dice Cremaschi in un articolo
(Liberazione, 4/11/05), e aggiunge: "se rinuncia ad essa, è giusto
che si riduca ad avanspettacolo da talk-show". Ecco, appunto, Bruno Vespa.
Intanto restano i reparti dei Carabinieri a presidiare in forze i boschi di
castagni: che siano un obiettivo sensibile da difendere contro gli attacchi
del terrorismo? Mah!...
Intanto
non poteva mancare il tempestivo ritrovamento di un volantino con qualche stella
a cinque punte e il classico pacco bomba. Sono pratiche collaudate, in genere
funziona, l'obiettivo è sempre lo stesso, il cerchio si chiude. Ah, questi
valsusini egoisti che difendono i loro prati, ingenui e sprovveduti, prepotenti
e un po' violenti, ostinati e potenziali terroristi.
Loro intanto (i valsusini) si danno un gran da fare per preparare lo sciopero
della valle del prossimo 16 novembre e le altre iniziative in cantiere; e nel
frattempo stanno attenti a chi bara e li vuol fare fessi.
Comitato NO-TAV Torino
5 Novembre 2005