L’ASSEDIO - 1
Presidio Majero-Meyer autoporto di Susa 11/02/2010
Ci
eravamo lasciati dicendo che la trivella installata tre giorni fa non avrebbe
avuto vita facile e cosi sta accadendo. Martedì la prima risposta con un corteo
di 200 persone partito alle 18. Le forze dell'ordine, prese alla sprovvista,
non hanno saputo far altro che caricare. Ma è servito a poco. La determinazione
delle persone in strada ha fatto sì che il corteo continuasse per la sua strada
arrivando a sfilare a pochi metri dalla trivella per poi bloccare l'autostrada
per circa un' ora. La sera dopo si è replicato alla stessa ora.
Questa sera invece si parte alle 21.00 sotto una vera e propria bufera di neve. Ma i numeri, nonostante il tempo impossibile, iniziano a diventare importanti. Più di mille persone si mettono in marcia. Il baccano è infernale. Bastoni battuti a ritmo sui guard-rail, tamburi, pentole e qualunque cosa faccia rumore. Quando si arriva al primo blocco la polizia è obbligata ad arretrare. Il corteo arriva alla recinzione che separa la trivella dalla strada e lì parte l'assedio vero e proprio. Ci si distribuisce lungo il perimetro continuando a battere e a far baccano. Poi viene naturale, con tutta quella neve a portata di mano, iniziare una battaglia a palle di neve con i "guardiani" in divisa delle trivelle. Alla fine anche la recinzione viene giù. Dopo circa un’ora il corteo riparte per salire in autostrada e assediare la trivella dalla parte opposta. E anche lì si inizia a giocare a palle di neve obbligando così le forze dell'ordine ad arretrare per l'ennesima volta. Intorno alle 23.00 si ritorna al presidio e l'assemblea che segue, per acclamazione, decide di ridarsi appuntamento per il giorno dopo alla stessa ora.
Inutile nascondere che i numeri di un corteo indetto 24 ore prima, in una sera infrasettimanale, con strade quasi impraticabili, sotto una nevicata imponente e dopo un mese di continue mobilitazioni sono il segnale di una lotta che cresce in maniera esponenziale. E più continueranno a tentare sondaggi fasulli e militarizzare il territorio e più la risposta sarà forte e determinata. Noi, intanto che aspettiamo che si rassegnino e ritirino questo dannato progetto, continueremo a rendergli la vita impossibile. E ricordiamo che stiamo parlando di semplici trivellazioni.
Sarà dura, ma sempre più per loro.
Comitato no tav Spinta dal Bass
Spazio sociale libertario Takuma