L´anno nero dei pendolari
Ritardi record, carrozze piene e sporcizia: le Fs corrono ai
ripari
La puntualità dei convogli è ai minimi
storici. Regioni contro Trenitalia, viaggiatori in rivolta
Da ieri via al piano delle Ferrovie: ripristinati 16 interregionali, nuove
misure per rispettare gli orari
Gli utenti: "Si tende a favorire Eurostar e Intercity rispetto ai
locali"
di Ettore Livini da Repubblica del 27/3/06 – pag.18
Il 2005 delle ferrovie italiane - in attesa della Tav - va mestamente in
archivio sotto il segno di un nuovo modello di (dis) servizio: il treno a bassa
velocità. Quest´inverno la puntualità delle Fs - già alle prese con cimici e
zecche - ha toccato minimi storici. Trasformando in un incubo quotidiano il
viaggio di 1,5 milioni di pendolari. Tra dicembre e gennaio - secondo i dati
ufficiali - gli arrivi con meno di 5 minuti di ritardo sono stati tra il 73 e
l´85%. Ben al di sotto dell´89% di media del 2004 e al 90% previsto nel 2005.
Non solo. Il dato aggregato - secondo gli utenti - nasconde situazioni prossime
al collasso sui collegamenti (e negli orari) più delicati, i nodi attorno a
Milano, Roma, Torino e Genova.
In Lombardia le Ferrovie hanno riconosciuto uno sconto del 20% a molti pendolari per aver "sforato" i parametri di puntualità su diverse tratte (19 su 29 a dicembre, 18 a gennaio) con ritardi attorno al 15-20%. La Regione Piemonte ha costretto Trenitalia a far viaggiare gratis a febbraio 60mila abbonati per risarcirli delle cancellazioni e dei disservizi. La Liguria dopo le 500 soppressioni di dicembre ha denunciato l´azienda per interruzione di pubblico servizio e poi ha congelato il pagamento di una tranche del contratto di servizio - i soldi pagati per garantire i treni locali - in attesa di miglioramenti. Molte regioni, Marche in testa, hanno minacciato di rescindere gli accordi con le Fs per riassegnare a nuovi investitori (dall´estero c´è già la fila) i trasporti su rotaia.
Trenitalia getta acqua sul fuoco. I guai invernali (7mila treni
soppressi solo a dicembre) - spiegano - sono dovuti anche a cause eccezionali.
E già da fine gennaio la puntualità - grazie anche a una centralizzazione delle
responsabilità in azienda - è in netto miglioramento. Lunedì 20 marzo, secondo
dati interni, si è toccato il record positivo del biennio con il 98% degli
Eurostar, il 95% dei convogli a lunga percorrenza e il 91% dei regionali
arrivati puntuali.
Il blackout dei mesi scorsi ha però altre spiegazioni: il nuovo orario è
la prima. «L´impressione è che sia stato progettato per favorire Intercity ed
Eurostar che rendono di più» spiega Claudio Dahò, portavoce degli utenti
ferroviari lombardi. In effetti sono saltati diversi locali e molte
coincidenze. E il viaggio Milano-Genova in interregionale si è addirittura
allungato di 20 minuti. Disagi per cui Trenitalia ha già recitato un mea culpa
avviando un piano d´emergenza (al via da ieri) che prevede un aumento dei treni
ad alta frequentazione, il ripristino dei 16 interregionali cancellati a
dicembre e l´introduzione di nuove fermate. Ma anche promettendo di rivedere
l´orario quattro volte l´anno invece che due.
Il disastro di fine anno ha comunque ragioni più antiche. Nel vero senso
della parola. L´età media dei locomotori italiani è di 22 anni, il doppio degli
standard europei. Quella delle carrozze e delle rotaie è ancora più alta. E gli
"acciacchi" sono all´ordine del giorno. Il problema dell´usura è più
acuto d´inverno: pioggia e ghiaccio moltiplicano i problemi e un piccolo guasto
può mandare in tilt tutta la rete.
Un po´ perché la manutenzione è ormai prevista in poche stazioni, ma
soprattutto perché mancano i "treni di scorta". Il materiale rotabile
- con il boom del traffico negli ultimi anni - è appena sufficiente per gestire
l´ordinaria amministrazione. Così se un certo numero di vagoni va in
manutenzione (com´è successo l´autunno scorso con qualche centinaio di vetture)
si entra subito in emergenza. Non a caso la maggior parte delle
"multe" pagate dalle Fs alle regioni per i disservizi (il 37% in
Lombardia) è legata all´offerta di posti treno inferiore a quanto previsto dai
contratti. In parole povere mancano le carrozze e i pendolari viaggiano pigiati
come sardine. Aumentando così i tempi d´imbarco in stazione e - inevitabilmente
- i ritardi. Difficile prevedere quando le cose miglioreranno. Trenitalia
sottolinea lo sforzo fatto per migliorare i servizi su questo fronte: 1,1
miliardi di investimenti per nuove locomotive e carrozze (239 in arrivo nel
2006) una fitta campagna di ristrutturazione del materiale (488 vagoni già consegnati,
e altri 130 in arrivo entro dicembre sui regionali). Un intervento, dicono i
comitati pendolari, di cui nelle ultime settimane si inizia a vedere qualche
primo risultato.