Comunicato stampa di Vittorio Agnoletto
«DI PIETRO
HA PRESENTATO UN “NON PROGETTO”.
I VALSUSINI
INTANTO HANNO RACCOLTO 4.000 FIRME
CONTRO L’ALTA VELOCITA’»
Milano, 18 luglio 2007 – «Come
previsto dal movimento No Tav, il progetto presentato oggi dal ministro Di
Pietro al commissario Barrot è poco più di uno studio di fattibilità per cui
non si è proceduto ad alcuna analisi, rilevamento o
sondaggio. Riguardo le normative comunitarie non c’è traccia di tre documenti
fondamentali: la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), la Valutazione
Ambientale Strategica (VAS) e la lista dei requisiti
tecnici ed economico-finanziari che regolano le procedure di aggiudicazione
degli appalti pubblici di lavori».
Così Vittorio Agnoletto, eurodeputato della Sinistra Unitaria Europea, interviene in merito alle dichiarazioni rilasciate oggi dal ministro Di Pietro, nel corso della conferenza stampa a Bruxelles sulle richieste di finanziamento Reti TEN-T.
«Alla luce dei fatti, dobbiamo
vigilare sul forte rischio che le normative vengano aggirate» ha aggiunto
Agnoletto. «C’è il pericolo di un accordo già pattuito tra la lobby bipartisan
economica-finanziaria e referenti politici, altrettanto bipartisan, che possano
garantire l'appoggio della Commissione Europea a prescindere dal rispetto dei
procedimenti formali previsti».
«Il movimento valsusino lo ripete
da anni: il Corridoio 5 potrà funzionare lo stesso, con o
senza la Torino-Lione ad alta velocità. Le merci trasportate lungo la linea
ferroviaria esistente impiegheranno mezz’ora in più per percorrere quella
tratta ma lo stato italiano risparmierà oltre 20 miliardi di euro. Ma il
ministro Di Pietro e l’intero governo Prodi hanno scelto di non tenerne conto e
di forzare su un progetto che non era nel programma dell’Unione».
« In soli cinque giorni sono
state raccolte in val Susa oltre 4.000 firme contro l’alta
velocità consegnate alla Commissione Europea; la raccolta
di firme continuerà per tutta l'estate e coinvolgerà la grande maggioranza
della popolazione» ha concluso l’europarlamentare. «Il consenso della
popolazione non c’è. Ed ogni tentativo di Di Pietro di minimizzare il
problema in sede europea è destinato al fallimento certo».