"Dossier Frecciarossa", diario di una débàcle "Su 600 convogli, quasi tutti sono in ritardo"

Al pm Guariniello il rapporto sui primi dieci giorni: in un caso il treno è arrivato 320 minuti dopo

 

di Lorenza Pleuteri da Repubblica del 6/1/10 – pag 3 Cronaca di Torino

 

Avanti tutta, concentran­dosi sui "fatti". Gli agenti della Polfer hanno conse­gnato al procuratore Raffaele Guariniello, regista e coordinatore degli accertamenti ad hoc, i ri­sultati della mappatura dei Frec­ciarossa da settimane al centro di polemiche e contestazioni. Un dossier che farà discutere, al di là del fascicolo d'inchiesta aperto al Palagiustizia, per la percentuale di sfasamenti d'orario rilevata. Dal 14 al 24 dicembre gli agenti specializzati del compartimento piemontese hanno monitorato 600 corse ad alta velocità, le tratte intermedie che si succedono sul tracciato "fast" tra Torino e Salerno. Sono arrivati a simili conclusioni, dati alla mano e toni neutri, degli abbonati sul piede di guerra. Il rodaggio della rivoluzione Tav è faticoso, complesso, legato a variabili tecniche e operative delicate. I ritardi - minimi o rile­vanti che siano - appaiono la re­gola, non l'eccezione. E sono co­minciati subito, dal primo giorno feriale di entrata in vigore dell'o­rario invernale, con condizioni meteorologiche ordinarie. Neve e ghiaccio e l'assalto dei vacan­zieri hanno esasperato una situa­zione già critica, aggiungendo stop e intoppi ulteriori. Il picco, è l'esempio citato, si è raggiunto con un Etr faticosamente appro­dato a Salerno: «La corsa è durata 320 minuti in più del previsto».

 

A Guariniello, oltre alle cifre della disfatta, sono arrivate le motivazioni dei ritardi indicate dalle stesse Fs. I rallentamenti vengo­no attribuiti a quattro gruppi di fattori, per ora descritti somma­riamente: problematiche interne a Trenitalia; questioni legate al gestore della rete, Rfi; eventi esterni, quali condizioni del tem­po particolari, suicidi, incidenti; cause dovute ad altri gestori, cioè ad altri operatori che utilizzano la rete italiana, ad esempio ferrovie svizzere e società regionali. Tutto e il contrario di tutto, insomma. Tant'è che il pm ha già pianifica­to il passo successivo: ottenere spiegazioni meno generiche, scendendo nei dettagli caso per caso, in modo da districarsi me­glio nei meandri delle informa­zioni riepilogative. L'obiettivo re­sta quello dichiarato dall'inizio: verificare se ci siano stati riflessi sulla sicurezza. Altre informazioni, sul sovraffollamento delle car­rozze, Guariniello le ha acquisite spedendo personale Polfer sui Frecciarossa in servizio da Torino a Milano. Qualche situazione de­gna di approfondimento e valutazione penale, su questo fronte, sarebbe emersa.

 

Non cessano intanto le prote­ste dei pendolari. «La neve è fini­ta - denunciano i forzati torine­si dei Tav - i ritardi no. Nemme­no i disservizi. L'altra sera, a Rogoredo, un portellone è rimasto aperto e non si riusciva a chiuderlo». L'abbonamento mensile, per gli Etr, è schizzato a 290 euro. E chi ha deciso di ripiegare sui convo­gli "slow" ha avuto due pessime sorprese. È stata abolita la "Carta tutto treno Piemonte", quella che con una maggiorazione annua di 150 euro consentiva agli abbona­ti dei regionali di viaggiare pure sugli intercity. Con l'abbona­mento intercity non si possono più prendere anche i regionali. Possibile? Trenitalia conferma. Con una precisazione: «Per il ri­pristino della card sono state av­viate trattative con la Regione, il referente per questa agevolazio­ne».