Diktat Ue sul Terzo valico «Fate gare d'appalto europee»
Slitta la firma dell'accordo di programma per la Genova-Milano. Ma Bruxelles non c'entra
di F. M. F.
da Il Secolo XIX 1/4/04
Roma
Uno sciopero di Orsa e Sulta (dichiarato comunque illegittimo dalla Commissione
di garanzia) mette in forse il traffico ferroviario del prossimo week-end, un
diktat della Commissione europea rischia di bloccare l'alta velocità,
e in particolare il terzo valico Genova- Milano, perchè chiede di "internazionalizzare"
gli appalti delle opere ancora da iniziare. Doppio disco rosso, che seppur di
diversa valenza, innesca subito pesanti polemiche.
Dopo svariati avvertimenti, Bruxelles fa partire il "siluro" e punta
il dito su quei lavori per i quali la «fase di costruzione» non
è stata ancora avviata: leggi terzo valico ligure-lombardo e Milano-Verona.
Con una precisa nota, la commissione Ue ha infatti deciso di inviare all'Italia
un «parere motivato» sulle procedure usate dalla sua amministrazione
ferroviaria per affidare alla Tav appalti di costruzioni delle linee ad alta
velocità. In sostanza chiede ufficialmente di modificare l'attribuzione
di queste grandi opere aprendo gli appalti alle imprese europee. Dopo aver preso
in considerazione le argomentazioni addotte da Roma, la commissione ha ritenuto
che la norma che riserva gli appalti a sole società italiane viola «i
principi di libertà di stabilimento e di fornitura dei servizi ancorati
negli articoli 43 e 49 dei Trattati europei».
Nel 1991, ricorda Bruxelles, le Fs decisero di incaricare la Tav sulla base
di accordi che prevedevano il ricorso a "general contractors" (appaltatori
ufficiali, ossia imprese incaricate dell'insieme dei lavori) scelti tra i maggiori
gruppi industriali italiani. Ora, secondo la Ue, questa procedura non andrebbe
più bene. Già nel 2000, del resto, l'allora ministro dei Trasporti
il diessino Bersani, facendo salve le concessioni Tav per le tratte in via di
realizzazione o già in cantiere, decise di interrompere quel meccanismo
e di mettere a gara i tracciati non ancora iniziati: «Lo facemmo - tiene
a sottolineare ora l'ex ministro - per garantire severità e certezza
di prospettiva al completamento di una fondamentale infrastruttura ferroviaria.
Con arroganza e sicumera il governo Berlusconi cancellò queste norme
e tornò alla situazione precedente, ignorando i nostri argomenti e le
nostre preoccupazioni che comprendevano evidentemente il mancato rispetto delle
normative comunitarie».
Adesso l'Unione europea mette in discussione l'operazione con rischi evidenti
di dover ricominciare da capo le procedure per le nuove tratte. Proprio oggi,
d'altronde, era fissata a Roma la firma dell'accordo di programma sul terzo
valico Genova-Milano tra Regione Liguria, ministeri delle Infrastrutture e dell'Economia,
Rete ferroviaria italiana RFI e Autorità portuale genovese. L'incontro
è stato però rinviato di qualche giorno, forse già alla
prossima settimana, per «sopravvenuti e urgenti impegni istituzionali
del ministro Pietro Lunardi» recita una nota. Ufficialmente il diktat
della Commissione europea non c'entra nulla. Certo è che la firma dell'accordo
rischia di trasformarsi in un "contratto" sulle sabbie mobili. Molto
critico al riguardo il deputato genovese Graziano Mazzarello (Ds): «Come
si vede, quando si cercano improbabili scorciatoie e si calpestano le regole,
si allunga la strada».