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LEGAMBIENTEVALSUSA
Lo Studio preliminare sulla "Gronda" del gruppo di lavoro del Politecnico di Torino: abbiamo sintetizzato alcune problematiche riscontrate nelle conclusioni dello studio, riprendendo testualmente alcune frasi più significative. (Informazioni più dettagliate in http://www.ambientevalsusa.it)
Problematiche geologiche
tecniche.
Potenziale presenza di materiali nocivi designati con il termine di Amianto,
( Musinè) il problema della messa in discarica di questi materiali assume
notevole rilevanza. Per minimizzare i volumi di roccia movimentati parte delle
stesse (escludendo le nocive) dovrà essere riutilizzata nei lavori.
Materiale riutilizzabile. 10% riutilizzabile per calcestruzzo, 30%
potenzialmente riutilizzabile per sottofondi rilevati, materiale non
riutilizzabile 50%, materiali evolutivi- gessi, anitriti 10%.
Aspetti
idrogeologico-applicativi.
Presenza di acque sotterranee che interferiscono con la costruzione della linea
( Settimo, Venaria).
Potenziale d’impatto della linea sulle acque
sotterranee esistenti sia nella fase di costruzione che di esercizio, ad esempio
tratti in galleria che sono potenzialmente soggetti a venute d’acqua, (Musinè)
oppure sezioni della linea che creano ostacolo al normale deflusso delle acque
sotterranee (Venaria, Settimo), possibili interferenze quali-quantitative con
punti di prelievo delle acque ( acquedotti e pozzi).
Potenziale inquinamento delle acque sotterranee sia in fase di realizzazione che
di esercizio.
Tra l’altro si legge: è quindi probabile che lo scavo delle gallerie comporti
problemi diversi sull’impatto sulle acque sotterranee….Nell’orrido di
Caprie il collegamento tra scavi e rete idrica superficiale è più che
probabile.
Per la tratta montana, gli scarsi dati a disposizione non permettono di definire
la connessione tra acque sotterranee e sorgenti captate, occorre tenere pertanto
conto dell’ulteriore criticità, ora non valutabile correlata ad un possibile
depauperamento delle captazioni stesse.
Aspetti tecnico-ambientali.
Tra Settimo e Val della Torre si presentano problematiche dovute all’elevata
antropizzazione ( zone abitate, produttive), con criticità di interazione
diretta tra tracciato e soggetti tecnico ambientali, ed indiretta con cantieri,
servizi logistici, strade d’accesso e quant’altro. Inoltre alcune sezioni
del tracciato interferiscono fisicamente con le infrastrutture idriche e la rete
di canali irrigui.
Nella zona prevista in galleria si possono verificare: un effetto drenante delle
acque sotterranee, a scapito non solo delle captazioni dell’acqua sotterranea
destinata al consumo umano, ma anche della rete irrigua molto estesa ed
articolata.
Aspetti idraulici.
Esistono criticità nell’attraversamento dei corsi d’acqua ( definite
relative), ed altre piuttosto serie laddove la linea corre in galleria
artificiale (sotto al livello campagna- Venaria e Settimo) o in trincea aperta
profonda (idem), causa l’elevata profondità ( dai 7 ai 12 metri) e la
presenza di falda affiorante. Da evidenziare anche la difficoltà di dotare i
corsi d’acqua esistenti di sifoni per il passaggio della linea, cosa che
risulta di difficile gestione. E’ necessaria un’analisi molto attenta e
approfondita al fine di evitare, come spesso accade, che anche fenomeni ritenuti
secondari o di scarso rilievo possano invece produrre effetti assai rilevanti,
soprattutto in fase di gestione.
Problematiche geotecniche.
L’assenza di indagini dirette ed
indirette sul tracciato ha comportato una valutazione basata sulle informazioni
raccolte nei precedenti capitoli. Le interferenze maggiori risultano: quella tra
le opere e la falda nella zona di raccordo con la lina A.C. Torino Milano e sul
fiume Stura di Lanzo ( Settimo e Venaria).
Interferenza per presenza di coperture argillose di elevata potenza nel tratto
Pianezza- Val della Torre con potenziali problemi di capacità portante e di
cedimenti nel breve e lungo termine per i terreni di fondazione dell’opera.
Per le tratte di interconnessione all’aperto di Caprie e San Didero, impostate
su depositi di conoide e sul fondo valle alluvionale non sono disponibili
informazioni che permettano indicazioni su problematiche geotecniche, mentre
diventa importante l’interferenza con l’idrologia superficiale a causa dell’attraversamento
di un conoide potenzialmente soggetto a fenomeni di trasporto di massa, sia per
l’attraversamento della Dora Riparia che del Torrente Sessi.
Le tratte in galleria costituiscono il 46.5% dell’intera lunghezza ed
evidenziano difficoltà di scavo e elevato ingresso di acque in galleria causa
la fatturazione di parte dell’ammasso roccioso ( Musinè). Mentre nell’attraversamento
di una successiva zona di pietre verdi serpentinoscisti (con possibilità di
presenza di amianto) di almeno 850 metri sono da attendersi condizioni difficili
di scavo causa le scadenti condizioni dell’ammasso roccioso cui si aggiunge la
possibilità di consistenti venute d’acqua in galleria. Per gli imbocchi di
Caprie si prevede instabilità delle rocce, mentre per la galleria del Gravio di
Condove-Borgone si riscontra la presenza di rocce detritiche, rocce con scadente
qualità con difficoltà probabili di scavo.
Impatto da Rumore e
vibrazione.
La fascia assunta quale area di indagine è di metri 250+250, sui due lati dell’infrastruttura
in progetto. Nella prima tratta da Settimo al Km 13 corre in affiancamento alla
tangenziale di Torino, la situazione presenta notevoli criticità, con
necessità di elaborare un piano di mitigazione coordinato per le due
infrastrutture. Per i successivi 10 km,oltre Venaria fino a Val della Torre,
attraversando un territorio agricolo-residenziale le mitigazioni locali dovranno
essere previste per le situazioni di maggior criticità.
Per il tratto all’aperto di Caprie si dichiara che presenta problemi di
inserimento ambientale simile alla tratta precedente. Si dichiara inoltre che la
definizione delle opere di mitigazione ed una quantificazione precisa degli
impatti residui sarà possibile solo in una fase di sviluppo progettuale a scala
di maggior dettaglio.
Impatto sull’assetto
insediativo e sulla previsione di sviluppo nell’area.
Allo stato delle conoscenze si può
affermare che le difficoltà e le criticità rilevate prospettano l’esigenza
di proseguire gli studi e gli approfondimenti a livello progettuale in vista di
correzioni di tracciato, di estensione degli aspetti e delle competenze
mobilitati. Pertanto dovranno essere esaminati oltre agli aspetti tecnici del
problema trasportistico ed agli impatti sull’ambiente naturale anche quelli
su: territorio urbanizzato, unitarietà degli habitat, circolazione viabile
locale, patrimonio storico architettonico e culturale, prospettive di
trasformazione, economia turistica locale, vita quotidiana delle popolazioni.
Occorre valutare inoltre le ricadute positive dell’intervento per l’intera
valle, soluzioni accettabili ai nodi affrontati in questa sede ( nodo di Torino,
collegamenti con scalo Orbassano, collegamento per Caselle, localizzazione nuovo
impianto interscambio).
Occorre ricercare e prospettare inoltre compensazioni e mitigazioni da
concordare con gli Enti locali…
Si ritiene necessario inoltre un maggior
coinvolgimento delle popolazioni e istituzioni locali anche tramite una proposta
di un progetto di comunicazione e coinvolgimento continuativo.
Impatto sulle
organizzazioni scenico-percettiva ed ecologica del paesaggio.
Nel tratto di pianura verrebbero
attraversate aree agricole per larghi tratti ancora sufficientemente
incontaminate dall’endemismo edilizio (tra Savonera e Val della Torre), un
campione paesistico raro nel territorio metropolitano, una possibile area di
riserva.
L’impatto ecologico e paesaggistico è rilevante, fattore negativo è
rappresentato dalla quota del rilevato, sul quale è ipotizzato il tracciato, si
accenna perciò a mitigazioni tramite variazioni del tracciato, abbassamento del
profilo, infittimento del sistema di siepi lungo il tracciato.
Esiste un tratto fortemente critico dove il tracciato attraversa il biotopo d’interesse
comunitario prima della prevista galleria del Musinè.
L’interconnessione di Caprie, così come proposta sembra molto critica. L’impatto
della linea in corrispondenza di San Didero non è valutabile per mancanza d’informazione,
l’impatto resterebbe comunque piuttosto elevato, difficilmente mitigabile
anche attraverso uno spostamento che non sia sostanziale del tracciato. In
riferimento all’ecomosaico i risultati indicano sull’area vasta un disturbo
ecologico del 6% , mentre per le parti direttamente interessate dal tracciato,
lo stesso disturbo sale al 29%. Questo comporta la scelta tra due possibili
politiche diverse di mitigazione e/o compensazione, a seconda che si scelga di
intervenire a livello d’area vasta o scala locale. Tutte le scelte eventuali
andranno analizzate in una successiva fase progettuale.
Il nostro commento? Secondo il nostro parere esistono troppe criticità, dimostrate dal fatto che per ogni tipo di impatto si richiedono nuovi e "più approfonditi studi", troppi i problemi aperti, non abbastanza approfonditi, mai analizzati, o valutati sulla base di dati totalmente presunti. Come sempre manca un’indicazione di costi, tempi certi di realizzazione, reali necessità che si dovrebbero soddisfare. Insomma si commissionano studi preliminari per convincere della possibilità di realizzare un’opera per cui non esistono finanziamenti, di cui non si è mai dimostrata l’effettiva utilità ed economicità. I modelli di esercizio sono discutibili, i dati utilizzati sui futuribili trasporti sono in realtà in controtendenza rispetto agli ultimi dati reali della Federtrasporti, i costi dichiarati sono ridotti al minimo, e non considerano i costi per le riduzioni degli impatti ambientali o sociali, mentre i danni alle persone ed alle cose sono certi e dimostrabili fin da adesso con il crollo totale delle vendite immobiliari nelle zone interessate dall’opera.