Terzo valico sul binario morto

Dopo la procedura d'infrazione contestata per gli appalti non a norma, Bruxelles invia una lettera a Lunardi di sospensione dei pagamenti.
Mazzarello: sospesi dall' Ue i finanziamenti

di Eugenio Agosti
da il Secolo XIX del 23/4/04

Genova.
I finanziamenti per il Terzo valico, infrastruttura attesa da decenni dal porto di Genova, per la Milano-Verona e per altre opere previste nella cosiddetta rete Ten (Transeuropean Network) finiscono sul binario morto. A confermarlo è il deputato diessino Graziano Mazzarello, in possesso di una lettera - inviata dal direttore generale della direzione Trasporti dell'Ue, Gonzalez Finat, al consigliere del ministro Lunardi (Infrastrutture e Trasporti), Emilio Maraini - nella quale si annuncia all'Italia «la sospensione dei pagamenti intermedi e finali».

Una decisione, quella resa nota da Gonzalez, motivata da una procedura d'infrazione aperta dall'Ue «che riguarda la conformità, rispetto alle regole comunitarie in materia di appalti pubblici, dell'attribuzione e della realizzazione di queste nuove linee ad un "general contractor" senza messa in concorrenza». Ad essere "bocciata", insomma, è l'assegnazione diretta dei lavori senza fare appalti europei. E lo stop è tanto più grave, aggiunge Mazzarello, perchè tocca da vicino oltrechè il Terzo valico, ovvero la Genova-Milano-Zurigo, anche altre opere ritenute prioritarie come la Lione-Torino-Trieste e la Monaco-Brennero-Verona-Palermo.
Nella sua missiva a Maraini, Gonzalez argomenta che «fino ad ora, malgrado la disponibilità della Commissione a trovare una soluzione a questo problema, l'Italia non ha fornito risposte soddisfacenti o proposte che consentano alla Commissione di ritirare le sue riserve». E ricordando «i principi generali per la concessione di un contributo finanziario della Comunità nel settore delle reti transeuropee», e la possibilità di intervenire «se risulta confermata l'esistenza di un'irregolarità», arriva alla conclusione: «Tenuto conto dell'esistenza di questa procedura d'infrazione - irrisolta - devo informarla che la sospensione dei pagamenti intermedi e finali è stata decisa e prende atto immediatamente».

Sull'argomento Mazzarello, insieme ad altri deputati ds (Raffaldini, Albonetti, Adduce, De Luca, Panattoni, Rognoni, Susini e Tidel), ha presentato la settimana scorsa una interrogazione a risposta immediata al ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi. La risposta è arrivata ieri dal sottosegretario, Nino Sospiri. Il quale, secondo Mazzarello, «si è limitato a definire labile e dal fondamento documentale incerto la contestazione della commissione europea».

Il politico diessino definisce poi «dichiarazioni a dir poco sconcertanti quelle del governo, che continua a non affrontare il problema, sottovalutandolo, ma che risultano ancora più gravi perchè non tengono conto della lettera che Gonzalez ha inviato al ministro, chiedendo espressamente di adottare misure adeguate per consentire alla commissione di ripristinare i finanziamenti».
Conclusione di Mazzarello: «Ancora una volta siamo di fronte ad un pasticcio clamoroso che indebolisce l'Italia e rispetto al quale il governo fa spallucce».

Nella sua risposta il sottosegretario Sospiri ribadisce tra l'altro che «la contestazione della commissione non trova reali fondamenti». Perchè, spiega, «nel '91-'92, prima dell'entrata in vigore della direttiva "Settori speciali", nulla impediva a Tav di procedere ad affidamenti con procedura negoziata, non preceduta da bando, e le tratte ad alta velocità sono state assegnate in tal modo in tutte le nazioni comunitarie sempre ad imprese nazionali». Aggiunge Sospiri: «Tali affidamenti sono stati all'epoca ritenuti perfettamente legittimi dalla commissione appunto perchè avvenuti prima della entrata in vigore della specifica direttiva, tanto è vero che la commissione, nel '93 aveva chiesto e verificato tutti gli atti ora contestati senza dare seguito a procedure d'infrazione». Per questo, è la conclusione di Sospiri, «non è ammissibile una contestazione dopo dieci anni e dopo che il programma ha già comportato la spesa di miliardi di euro».