NOTIZIARIO
NO-TAV TORINO N. 2 (Aprile 2003)
Il presente notiziario raccoglie informazioni rese note a mezzo stampa o web, pubblicate a volte solo sulle pagine locali dei quotidiani, o apprese direttamante dai militanti dell’opposizione al TAV. (apri questo documento in formato pdf)
Nel
mese di Marzo 2003, mentre in Francia si pubblica il rapporto ministeriale che
suggerisce un rinvio al futuro del TAV Lione-Torino (l’Audit, la cui
discussione parlamentare è fissata a Maggio-Giugno), da noi viene avviata la
procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) dell’ipotesi progettuale
presentata un anno fa dalle Ferrovie Italiane (RFI), senza tenere conto di
prescrizioni ed osservazioni sul tracciato nel frattempo trasmesse a Roma dalla
Regione Piemonte in ossequio alla “Legge-Obiettivo” sulle Grandi Opere.
I
capofila dei fautori nostrani dell’Alta Velocità (Ghigo, Bresso e Chiamparino)
fremono: promuovono iniziative sul tema TAV volte a rinsaldare sia la propria
formale legittimazione a rappresentare gli interessi “generali”, sia il
rapporto di lobby coi francesi del distretto Rhone-Alpes, anch’essi favorevoli
all’opera; intanto cercano strade per accelerare gli atti preliminari e
risolvere il problema dell’insufficienza dei finanziamenti, con l’obiettivo di
giungere al più presto a quel progetto esecutivo che consentirebbe di costruire
in ogni caso la tratta italiana della linea: l’intento è probabilmente quello
di mettere la Francia di fronte a fatti compiuti, in modo da richiamarla con
forza al rispetto degli impegni intergovernativi sottoscritti nel 2001 a Périgueux.
Ad
inizio Aprile l’opposizione istituzionale (35 Comuni, col coordinamento della Comunità Montana
Bassa Valle di Susa) ed i diversi comitati popolari NO-TAV locali presentano
le proprie osservazioni ed eccezioni nell’ambito della procedura di VIA: vengono
sottoscritte anche da varie associazioni ambientaliste e da 5 Consiglieri
Regionali (Verdi, PRC,
Comunisti Italiani e Sinistra DS). Contemporaneamente proseguono le attività di
contro-informazione che in questo periodo, con l’ausilio della musica, si
rivolgono in particolare alle giovani generazioni.
APPROFONDIMENTI
-
La genesi del progetto segue l’iter previsto dalle Leggi
Due fatti segnano a Marzo l’iter
dell’ipotesi progettuale della ferrovia Torino-Lione.
1) nei giorni 7 e 10 vengono
pubblicati su alcuni quotidiani gli avvisi
ministeriali di avvio di procedura di VIA (ai sensi del DL 20/8/02 n.190)
rispettivamente per la tratta nazionale e per quella internazionale: nell’arco
di un mese dalla pubblicazione è consentito a ciascun soggetto interessato
(Ente Locale, associazione, cittadino) di inviare istanze, pareri, osservazioni
inerenti l’impatto ambientale dell’opera ai Ministeri dell’Ambiente e dei Beni
Culturali. Si noti che la VIA, che riguarda il tracciato ferroviario ed un
nuovo elettrodotto di servizio, non è riferita ad uno stadio definitivo di
progetto dell’opera, ma a quello preliminare: è espressamente previsto (a
dispetto della logica) dalla Legge Obiettivo.
2)
Il giorno 14, proprio alla scadenza del termine fissato dalla
“Legge-Obiettivo”, la Regione Piemonte trasmette le proprie osservazioni e
prescrizioni sul tracciato presentato da RFI (Aprile 2002) dopo aver sentito i
Comuni interessati e la Provincia di Torino. Il documento ripropone in
pratica le varianti già presentate
dalla Regione ad ottobre 2002 (descritte nel nostro notiziario n.1), confermando in particolare anche la
proposta, a Torino, di un ramo sotto Corso Grosseto con la creazione di una
stazione passeggeri presso Piazza Rebaudengo.
Il
Comune di Torino, contrario alla tratta in galleria profonda di C.so Grosseto,
sente il bisogno di dare ufficialità a questa sua posizione e porta un Ordine
del Giorno di Maggioranza che la contiene al voto del Consiglio comunale del 17
Marzo (presentatori: Margherita e parte dei DS). Il documento ricalca al
90% l’ODG approvato dalla Provincia a Febbraio (vedi nostro notiziario n.1):
vanta di voler favorire in ogni modo il trasporto merci su rotaia e, pur
dicendo che andranno trovate compensazioni all’impatto per la Val di Susa,
decanta il valore strategico locale, nazionale, europeo della linea TAV
Torino-Lione fino a chiedere una legge speciale per costruirla.
Il Consiglio affronta l’ODG a
tarda sera, dopo ore passate a discutere dell’acquisto di un’oggetto d’arte
medievale (valore: un milione e mezzo di Euro). Senza alcuna illustrazione del
documento in aula, al TAV vengono dedicati 25 minuti, compresa la votazione che
registra questo esito: APPROVATO con 22 favorevoli, il voto contrario di
Rifondazione Comunista e 5 astenuti (Verdi e sinistra DS; mentre i Comunisti
Italiani “non partecipano”).
Entro l’ arco di tempo citato è
compresa anche la breve illustrazione e conseguente votazione dell’ODG
contrario al TAV presentato da Rifondazione Comunista, il quale riprende in
massima parte le motivazioni contenute nella lettera inviata ai Consiglieri
comunali e provinciali dal Comitato NO-TAV Torino. Esito: RESPINTO
(VOTI: favorevole PRC; astenuti Verdi e sinistra DS; non partecipanti PdCI;
contrari tutti gli altri)
Forte anche di questa
legittimazione, il Sindaco di Torino si appropria di un ruolo rappresentativo
degli interessi PRO-TAV sulla scena nazionale ed internazionale. Il 27/3 è a
Parigi, ad una conferenza parlamentare sui trasporti, a cui sono presenti
anche manager di ministeri ed imprese francesi, dove sostiene ancora una volta
appassionatamente la tesi dell’importanza strategica dell’opera per l’Europa
intera. Chiamparino affronta direttamente anche lo spinoso problema dei
finanziamenti proponendo un proprio progetto di coinvolgimento della SITAF (Società
Italiana per il Traforo Autostradale del Frejus) con suoi capitali nella
realizzazione del tunnel di base, in cambio del diritto al futuro sfruttamento
dei proventi di esercizio per un congruo numero di anni[1].
Il desiderio espresso dal Sindaco è di avviare al più presto possibile lo scavo
della galleria di sondaggio (geognostica) a Venaus.
A quella di Chiamparino fa seguito
un’analoga missione presso l’Unione Europea del Presidente della Regione
Ghigo che, con l’assessore Casoni, il 2 Aprile incontra a
Bruxelles Loyola de Palacio, Commissaria ai trasporti, ed il Presidente
Prodi.
Ghigo riferisce che la
Torino-Lione è sempre considerata una priorità strategica dai suoi
interlocutori, tanto che questi si spingono a preannunciare la disponibilità a
portare la quota di finanziamento comunitario dell’opera dal 10% al 20% dei
preventivati 14 milioni di Euro[2].
Per una decisione effettiva in
questo senso, e per deliberare la facoltà dei singoli Stati di tassare i
trasporti su strada onde rastrellare fondi da investire nell’Alta Velocità, è
considerato fondamentale il semestre di presidenza italiana alla UE che
inizierà a Luglio prossimo.
Tocca infine a Mercedes Bresso,
Presidente della Provincia di Torino, sostenere la causa dell’Alta Velocità
incontrando a Strasburgo ancora Loyola de Palacio, l’8 Aprile.
Anche
in questi due mesi le forze locali dell’opposizione al TAV sono state impegnate
sia ad interloquire con le istituzioni, sia a proseguire il lavoro di
sensibilizzazione e contro-informazione sul tema dell’A V.
Il
Comitato NO-TAV Torino è stato ricevuto il 12 Marzo, per un’audizione, dalle
commissioni Trasporti ed Ambiente del Comune di Torino: sono stati svolti
tre interventi di presentazione delle motivazioni socio-ambientali ed
economiche contrarie all’opera (il giorno 5 era stato ascoltato nella stessa
sede il Presidente della Comunità Montana BVS, Ferrentino). Nonostante questi
interventi non abbiano inciso nella sostanza dell’ODG poi approvato dal
Consiglio il 17, nei confronti degli eletti nelle assemblee comunali,
provinciale e regionale proseguirà doverosamente in varie forme un’opera
insistita di conferma articolata e documentata delle ragioni di opposizione.
Tanto
nella componente istituzionale, coordinata dalla CMBVS, quanto nei comitati
popolari si è intanto lavorato a comporre un unico corposo dossier di
osservazioni e pareri in merito all’impatto ambientale del progetto RFI,
consegnato poi ai Ministeri ed alla Regione secondo la procedura di legge.
La Comunità Montana ha inoltre chiesto una proroga dei termini di ulteriori 30
giorni per poter presentare ulteriori elementi, Dato che fino al 27 Marzo era
risultato praticamente impossibile consultare la documentazione progettuale
presso la sede della Regione Piemonte.
La
maggiore iniziativa di sensibilizzazione attuata nel periodo è consistita nella
produzione del CD musicale “STOP THAT TRAIN”, a cura principalmente
dell’
Associazione Culturale SPINTA DAL BASS. Vi sono stati due concerti gratuiti di
presentazione, il 7 Marzo a Villardora ed il 27 a Torino, che hanno registrato
un grande successo di pubblico. Si auspica che la vendita dei CD possa
costituire anche una modesta fonte di autofinanziamento per l’attività dei
comitati popolari, ma il valore principale dell’iniziativa sta probabilmente
nell’opportunità di offrire informazione obiettiva sul tema TAV ai giovani, contro le
manipolazioni dei Media.
A Pressins, in Francia, si
e` tenuto il 22 Marzo un incontro tra oppositori del TAV (sia della
componente istituzionale, sia di quella associativa e spontanea) appartenenti
i due lati delle Alpi: vi hanno preso parte alcuni rappresentanti
valsusini.
Pur scontando una parziale
diversità di analisi dipendente dai differenti contesti, in quella sede è stato
possibile raggiungere la convergenza su alcune posizioni, sintetizzate in un
comune documento attualmente in stato di bozza: no al tunnel internazionale
di base come concentratore di flussi, ma distribuzione dei traffici fra tutti i
valichi alpini; contingentamento delle merci (limite di 34 milioni di
tonnellate all’anno) che attraversano il Monte Bianco, la Valsusa e la
Maurienne; ottimizzazione della rete ferroviaria esistente per aumentare il
tasso di trasporto merci (oggi 50%). Sono previsti successivi appuntamenti.
“Un
segno per dire che ci siamo”: questo lo slogan con cui domenica 6 Aprile il
battagliero Parroco di Mezzi Po (Settimo torinese) ha guidato un pellegrinaggio
laico ai cantieri della discarica del fluff (rifiuto di rottamazione dei sedili
delle auto) e dell’Alta Velocità, una manifestazione promossa per favorire la
presa di coscienza del pesante impatto ambientale delle opere e per denunciare
l’indisponibilità degli amministratori comunali ad un rapporto partecipativo di
cittadini ed agricoltori nelle decisioni locali.
[1] La reazione dell’azienda
tirata in ballo non è entusiasta: l’esempio del passivo del tunnel sotto la
Manica è sempre preoccupante. La SITAF, in parte già coinvolta nel TAV, ha tra
l’altro avuto negli ultimi 8 anni una storia travagliata in Val di Susa, fatta
di irregolarità operative ed amministrative, arresti di manager (Froio, Santonastaso)
e di una realtà di copiosi debiti. Si veda il libro di Chiara Sasso: "Canto
per la nostra valle" - Ed. Morra.
[2] Il libro di Ferdinando
Imposimato “Corruzione ad Alta Velocità (viaggio nel governo invisibile)” Ed.
Koinè mette in luce il discusso ruolo ricoperto negli anni ‘90 da Romano
Prodi, sia come garante dei lavori dell’Alta Velocità, sia come Presidente dell’IRI,
General Contractor dell’opera per il sud Italia.