NOTIZIARIO
NO-TAV TORINO N. 1 (Febbraio 2003)
Il presente notiziario raccoglie informazioni rese note a mezzo stampa o web, pubblicate a volte solo sulle pagine locali dei quotidiani, o apprese direttamante dai militanti dell’opposizione al TAV. (apri questo documento in formato pdf)
In questi primi mesi del 2003 la vicenda della tratta Torino-Lione del TAV/TAC è segnata dall’atteggiamento di prudenza nei confronti della realizzazione dell’opera assunto dai Francesi (che intanto dimostrano senno e dignità anche in relazione alla “questione Iraq”, ai connessi rischi di “guerra infinita”).
La pausa di riflessione della Francia
Già dal Settembre 2002 il Governo
francese aveva avviato una verifica comparativa tra due diversi progetti di
corridoio ferroviario transeuropeo (all’ipotesi Lione-Torino-Venezia fa
concorrenza la proposta di una linea a nord delle Alpi, la Parigi-Strasburgo): si
vogliono confrontare costi, avanzamento tecnico e amministrativo, importanza
per la politica europea dei trasporti, valenza in termini di sicurezza, di
rispetto dell´ambiente e di sviluppo compatibile del territorio.
Sui risultati dello studio in
corso discuterà il Parlamento di Parigi, tra Aprile e Maggio prossimi, per
arrivare a decidere il programma di investimenti destinati a realizzare la
soluzione prescelta; nell’attesa di questa decisione i finanziamenti per i loro
sondaggi sono stati ridotti da 100 a 27 milioni di euro.
La pausa di riflessione della
Francia genera inquietudine nei sostenitori nostrani del TAV che inseguono il
miraggio del completamento entro il 2012: imprenditori come Pininfarina,
amministratori come il sindaco di Torino Chiamparino e la presidente
della Provincia Bresso rilasciano varie dichiarazioni alla stampa in cui
richiamano al rispetto dei programmi intergovernativi concordati a Périgueux
il 27/11/2001 sia i Francesi, sia il Governo Italiano che nei finanziamenti
immediati parrebbe orientato, forse anche per tornaconti elettorali, a
privilegiare il ponte sullo stretto di Messina rispetto alla Torino-Lione.
Il 3 Febbraio, poi, si è tenuto un
“incontro riservato” con pranzo di lavoro al “Club degli imprenditori” tra il
Presidente della Regione Ghigo, il sindaco Chiamparino e
l’assessore provinciale Campia (Bresso era all’estero), gli
industriali Savino, Rizio, Sergio e Andrea Pininfarina, i banchieri Masera
(S.Paolo-Imi) e Cavalchini (Unicredito). Pare che in quella sede abbiano
concordato un’iniziativa di pressione sul Governo francese, l’organizzazione di
un convegno sui finanziamenti della Torino-Lione, un’accelerazione della
realizzazione dei sondaggi sui terreni interessati dal tracciato.
Già il successivo 8 Febbraio Chiamparino,
a Londra per un vertice europeo tra sindaci,
incontrava il primo cittadino di Lione Collomb, al quale
proponeva la promozione congiunta di un vertice, per il rilancio del progetto,
tra le due amministrazioni e i vari imprenditori, da tenere significativamente
in Francia (secondo le ultime notizie in merito, pare però che Collomb
abbia declinato l’invito).
Da Gennaio 2003 in vari punti del
tracciato Torino-Venaus sono effettivamente partite le attività di
trivellazione per estrarre campioni di terreno: ad esempio a Pianezza, Val della
Torre, Torino borgata Villaretto. I vari Comitati NO-TAV sono impegnati a
tenere sotto osservazione queste attività e sono puntualmente già intervenuti
con sopralluoghi ai siti, individuazione delle imprese ed interpellanze ai
Consigli comunali in ordine alle autorizzazioni concesse.
Sta intanto giungendo a
conclusione il lavoro di critica al progetto presentato dalle ferrovie (RFI) ad
Aprile 2002, con la raccolta delle osservazioni dei vari Comuni nel quadro del
coordinamento operato dalla Regione Piemonte tramite l’assessore Casoni.
In questo ambito si confermano sostanzialmente le diverse posizioni già
precedentemente espresse dai vari Enti: i Comuni della Valsusa mantengono la
contrarietà all’opera così come fanno (con qualche contraddizione
nell’atteggiamento rispetto ai carotaggi) anche quelli della cintura
Nord-ovest; la Regione, la Provincia ed il Comune di Torino sono invece
sostanzialmente favorevoli e propongono varianti di tracciato.
La sintesi delle diverse varianti,
che dovrà essere presentata al Governo italiano, e precisamente al CIPE
(Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) a metà Marzo,
punterebbe ad eliminare l’interconnessione tra linea TAV e linea storica nei
pressi di Caprie, a riesaminare l’ipotesi di viadotto della Val Cenischia ed a
biforcare la nuova linea dopo Savonera, in direzione Torino: un ramo si
indirizzerebbe lungo C.so Marche puntando allo scalo merci di Orbassano;
l’altro correrebbe sul fianco sud della tangenziale nord di Torino (anziché sul
lato opposto, come prevede RFI) con possibilità per i treni di passare dalla
stazione cittadina di Stura (risulta invece bocciata da Comune e Provincia di
Torino l’idea regionale di un ramo sotto C.so Grosseto).
In questo clima le forze politiche
favorevoli al TAV Torino-Lione sentono di dover prendere pubblicamente
posizione per supportare ciò che evidentemente devono considerare molto
allettante in termini di potere: l’effettiva realizzazione dell’opera, che per
loro significherebbe anche la partecipazione nella gestione degli enormi
stanziamenti pubblici necessari.
A questo scopo vengono stilati
Ordini Del Giorno da presentare ai Consigli eletti: nell’operazione si
distingue, per il particolare attivismo, il partito de “la Margherita”,
il che probabilmente provoca vivaci confronti nello schieramento di
centro-sinistra e forti discussioni entro i DS, dove i valsusini danno
battaglia.
E` emblematico il testo
approvato al Consiglio provinciale il 4/2/03 con il solo voto contrario
di Rifondazione Comunista e l’astensione di Verdi e Comunisti
Italiani: in 6 pagine il documento richiama la validità strategica della
Torino-Lione (definita come obiettivo irrinunciabile) e gli impegni intergovernativi
in merito; chiede alla giunta di sostenere in tutte le sedi posizioni (disincentivi
economici) capaci di forzare lo spostamento delle merci da gomma a
ferrovia, di esprimere parere negativo sull’ipotesi di raddoppio del traforo
autostradale del Frejus, di rivendicare varianti di tracciato per la linea
TAV (quelle descritte nel punto precedente) puntando alla destinazione della
linea storica al traffico passeggeri locale; richiede al Governo italiano
l’assunzione di un ruolo più deciso in ordine alla costruzione della tratta,
da perseguire addirittura con la predisposizione di una Legge speciale
ad-hoc.
Sappiamo che presso il Comune di
Torino si trovano all’esame delle commissioni consigliari due ODG sul tema TAV:
uno, praticamente identico a quello provinciale, firmato da 8 consiglieri de “la
Margherita” e 3 dei DS; l’altro, contrario all’opera, presentato dal
PRC.
Continua anche in queste
circostanze il consueto appoggio dei
quotidiani Stampa e Repubblica e del TG3 Piemonte al coro dei fautori del TAV:
spiccano in particolare alcuni articoli sulle pagine torinesi di Repubblica
(tra cui un fondo a firma di S. Tropea), che rispolverano nella sostanza
il solito slogan “un territorio dotato di grandi infrastrutture di trasporto … attirerà
investimenti” o la variante vagamente minacciosa “senza l’Alta Velocità, Torino
ed il Piemonte sarebbero fuori dall’Europa; l’isolamento strangolerebbe
la loro economia”.
Recentemente aumentati di numero, i Comitati NO-TAV si riuniscono regolarmente, seguono l’evoluzione della situazione, anche interloquendo con quelle istituzioni elettive locali che sono aperte alla reale partecipazione democratica dei cittadini, lavorano a rafforzare i collegamenti anche con l’opposizione all’Alta Velocità presente in altre aree del Paese; a breve si terrà inoltre un incontro con l’opposizione francese.