Oscar Margaira

UNA BELLA STORIA

Edizioni del Graffio - Borgone Susa (To), aprile 2006

pp. 158

prezzo: 10.00 €

 

 

 

Presentazione

Una brutta vicenda può diventare una bella storia

 

Queste pagine raccontano dell'opposizione al TAV in valle di Susa. Le vicende narrate sono avvenute in un periodo ben preciso: tra il 19 marzo 2005 ed il gennaio 2006. Ho già raccontato la mia ver­sione di alcuni fatti avvenuti precedentemente al marzo 2005 e, devo ammetterlo, ricominciare a scrivere potrebbe servire almeno a sfo­garmi. Ma non solo. Ciò che vorrei comunicare è anche la sensazione che ho avuto in questi mesi, quando una brutta storia, almeno per me e molti altri valsusini, si è improvvisamente trasformata in un'altra, parallela e popolare. Una vicenda cresciuta giorno per giorno, que­sta volta una storia bella, coinvolgente, sentita intensamente da una miriade di persone semplici: giovani, insegnanti, anziani, agricoltori, metalmeccanici, artigiani, medici, professionisti, pensionati, ammi­nistratori, persone che hanno alzato la testa in una valle da sempre restia a mettersi in mostra.

Proverò a fare un piccolo salto di qualità, alternando alla cronaca di parte degli avvenimenti che ho vissuto, alcuni dati tecnici sull'ope­ra che ne chiariranno la grandiosità. Cercherò inoltre, senza vellei­tà, di trarre conclusioni, di analizzare economicamente la questione, sperando di stimolare nel lettore qualche curiosità sulle origini del­l'opera, sull'interesse politico che la circonda e sulla probabile con­clusione della vicenda.

Il racconto prova a tracciare una sorta di diario degli avvenimenti e a narrare le peripezie mie e di una gran fetta della popolazione che si oppone ad opere grandiose, ritenute inutili, faraoniche e devastanti per l'ambiente e l'economia. Il filo conduttore sarà l'attività inces­sante, prorompente e decisa dei valsusini e di tanti nuovi amici che insieme, ancora una volta, vollero "resistere per esistere" con l'unico intento di voler continuare ad incidere sul proprio futuro e su quello dei loro figli.

Qualcuno potrà pensare che l'agitarsi dei nostri valligiani sia inutile, altri penseranno che "tanto è tutto deciso". Altri ancora affer­meranno che forse dovrebbero agitarsi ancora di più. Io non saprei dire chi ha la verità in tasca, di certo ho capito in questi anni che l'ingiustizia, la mancanza di rispetto, causano più danni di ciò che si crede, che "la nostra gente" sente col cuore, ma agisce con la testa. I fatti lo dimostrano. Di tutto si potrà dire, giudicando "da fuori" i fatti che racconterò, ma certo ognuno dovrà riconoscere la determi­nazione delle azioni e la contemporanea misura negli atteggiamenti dei valsusini. Non era facile trasformare un simile conflitto sociale in un'occasione d'incontro e di cultura, di conoscenza reciproca. Qui da noi è successo.

Tutto ciò non è un miracolo e può capitare anche altrove.

Questa è la storia bella che vorrei raccontare, magari con la pre­tesa di far dimenticare quella brutta, che come un Blob colossale ri­schiava di spalmarsi su di noi. Un primo successo lo abbiamo dunque già raggiunto: non farci invischiare in quella catramosa, schifida, at­taccaticcia emanazione strisciante che ha nella propaganda uno dei motori. Tralascio per pietà di nominare gli altri, credo che chiunque li potrà facilmente individuare leggendo queste pagine.