Alcune questioni sulla Torino-Lione
Di Mario Cavargna – da
Obiettivo Ambiente (bollettino di Pro Natura Piemonte) -
supplemento Maggio 2005
La linea Alta Velocità
Torino-Lione pone alcune questioni fondamentali.
La prima questione è se sia lecito
fare un progetto in base ad una previsione a dieci anni, trovarsi con dei dati
completamente differenti e continuare a portarlo avanti lo stesso. In altre
parole, quando fu presentato il progetto si prevedeva per il 2002, sulla
ferrovia esistente, il raddoppio dei traffici merci e il quadruplicamento di
quelli passeggeri: non solo non si sono verificati né l’uno né l’altro, ma i
dati di traffico di oggi sono inferiori a quelli 1994.
La seconda questione è se sia
lecito, in una città che è entrata in una crisi industriale che ne sconvolge la
natura stessa, buttare via per una opera che non è necessaria, e che come idea
è già superata prima ancora di nascere, delle risorse di cui si avrebbe
drammaticamente bisogno per rilanciare la occupazione attraverso la ricerca e
la riconversione.
La terza questione è come possa
andare avanti questa congiura del silenzio per cui i tecnici delle aziende
pubbliche accettano di non divulgare le statistiche del traffico ed i dati che
smentirebbero il progetto, in modo che i politici possano fare finta di “non
sapere” che il traffico regredisce, che l’esperimento dell’autostrada
ferroviaria è stato un disastro, che tutto il progetto di trasportare i TIR
completi per ferrovia, anziché i containers è un non senso economico, energetico
e trasportistico, perché comporta un peso complessivo di mezzo ferroviario e
mezzo stradale che è doppio del carico utile, mentre con un container su carro
ferroviario, sarebbe circa la metà.
Ed infine un’altra questione
riguarda le direttrici del traffico che interessa questo settore dell’arco
alpino e sono in assoluta prevalenza nei sensi Nord-Sud e non Est-Ovest.
E questo a di là di tutto quello che la Torino Lione
comporta, per la estrazione di rocce contenenti amianto e minerali radioattivi,
e per altre cose ancora, in sede locale: ma forse non solo in sede locale.