20 GIUGNO 2005: PRESIDIO ANTI-SONDAGGI A BORGONE DI SUSA
Per questa
data era stato annunciata con le dovute procedure legali l'esecuzione di un
carotaggio in un campo privato, all'interno del territorio comunale di Borgone
di Susa; sarebbe stato il primo sondaggio della serie programmata da LTF per la
tratta internazionale della linea. Seguendo le decisioni assunte collettivamente nell'ultima riunione del
locale Comitato Istituzionale sull'alta velocità, la giovane sindaca Simona Pognant aveva preventivamente convocato
una riunione del Consiglio Comunale aperto, dalle 8 alle 24, proprio su quel
campo e per questa data. Erano invitati a partecipare amministratori, cittadini,
Comitati ed Associazioni di tutta la fascia di territorio interessata dal
progetto TAV; la risposta è stata formidabile: migliaia di persone si sono
alternate nel "giorno più lungo" a presidiare il sito, con punte di
500 presenze contemporanee che comprendevano sindaci degli altri Comuni,
Consiglieri provinciali e regionali, intere famiglie, pensionati, studenti e
lavoratori che dedicavano un giorno di ferie alla difesa della loro terra. Era
palpabile la forza dell'unità tra sensibilità diverse, tra gruppi di credenti
che intonavano canti religiosi, ragazzi dei centri sociali, amministratori di
bassa ed alta valle, ambientalisti, militanti locali di un vasto arco di
partiti, tutti a condividere acqua, panini ed informazioni, tutti decisi a
resistere sperando di non dover subire atti di forza. Fin dalle prime ore del
giorno la polizia si era dislocata ad una certa distanza; nel primo pomeriggio,
per prevenire un'eventuale tentativo di irruzione, una delegazione di
amministratori intavolava intelligentemente una trattativa con il Vice-questore
Sanna ed il capo della Digos, Petronzi: i due venivano accompagnati a prendere
visione della consistenza quantitativa e qualitativa del presidio e
contemporaneamente si avanzava la richiesta di rinviare ogni azione, in attesa
dell'incontro degli enti locali con il Consiglio regionale, previsto per
l'indomani.
Non veniva assunto un impegno esplicito nel senso richiesto, anche se si intuiva
che la soluzione poteva essere accettata, ed allora il presidio era mantenuto
fino alla scadenza delle 24; anche per la notte rimanevano alcuni a vigilare,
utilizzando il camper del Comitato di lotta popolare di Bussoleno.
Potete vedere le foto che
trasmettono il significato intenso della giornata e leggere la
cronaca abbastanza obiettiva riportata da Repubblica.