BEN OLTRE I CONFINI DELLA VALLE
Il 16 Novembre
lo sciopero è stato compatto: tutta la Valle di Susa era in lotta per il proprio
futuro. Tutta "sfaccendata", commenterebbe nel suo stile inconfondibile il
nostro ministro Lunardi. La manifestazione, partita alle 10 da Bussoleno,
ha visto quasi triplicare i partecipanti del già esaltante corteo
del 4 Giugno, segno di una crescita tumultuosa delle ragioni di opposizione
alle folli opere devastanti per i territori e per l'economia nazionale.
Eravamo almeno 80 mila a marciare per 8 chilometri sulla statale 25, e questa folla
ben superiore alla popolazione della valle faceva fatica ad entrare a Susa:
c'erano gruppi arrivati dal resto della Regione, ma anche da Lombardia, Veneto
e Friuli, perfino dalla Basilicata. Una bella smentita per coloro che accusano
il movimento NO-TAV di localismo, una magnifica sensazione di energia per chi
c'era, la conferma che i valori forti alla base della lotta, dignità dei
cittadini e diritti democratici, sono chiaramente percepiti e
condivisi dalla parte sana del Paese.
Accanto ai 4 mila lavoratori che avevano promosso lo sciopero, a FIOM, CUB e
COBAS che lo hanno dichiarato, c'erano sindacalisti di base della CGIL e qualche
coraggioso rappresentante delle altre confederazioni, orgogliosamente disobbedienti
nei confronti di vertici schierati contro i lavoratori. C'erano Sindaci, Consiglieri
provinciali e regionali, parlamentari italiani ed europei, c'erano comitati
da varie zone d'Italia, associazioni ambientaliste, studenti ed insegnanti,
laici, preti, musicisti e tanti, tantissimi cittadini di ogni età, professione,
estrazione sociale.
Solo intorno alle 14 potevano iniziare gli interventi dal palco della piazza
di Susa e questi hanno riecheggiato con fermezza molti dei contenuti sintetizzati
su striscioni e cartelli: vorrebbero farci passare per terroristi, a "loro"
farebbe così comodo, ma siamo il popolo reale e non accettiamo gli inganni
di una politica che vuole svendere al profitto di pochi le nostre terre, la
nostra salute, la qualità della vita dei nostri figli. Abbiamo a cuore l'ambiente
e per il trasporto su ferrovia avanziamo proposte alternative più
semplici, più ravvicinate e meno costose del TAV, ma con grande supponenza
ci dite che non capiamo, ci negate dignità e non ci ascoltate. Crediamo
profondamente nella democrazia, nella libera partecipazione delle
genti alla vita sociale e perciò non possiamo accettare che i nostri Comuni
rimangano presidiati militarmente, magari fino alla fine delle olimpiadi:
in nome dei diritti fondamentali scritti nella Costituzione vi chiediamo oggi
di liberare la valle.
(alcune immagini della giornata)