NO TAV: DIFENDERE I BENI COMUNI,
RESISTERE NEL PRESENTE
PER DECIDERE IL PROPRIO FUTURO
TUTTI IN VAL
DI SUSA IL 16 NOVEMBRE
Costruiamo una Carovana dal Nord-est
per partecipare allo sciopero generale contro l’Alta Velocità, indetto dall’assemblea
dei sindaci e dei comitati anti-Tav della Val di Susa.
La straordinaria mobilitazione che
coinvolge l’intera comunità della Val di Susa contro il progetto della Linea
ad Alta velocità Torino – Lyon non va lasciata sola. L’adesione e la partecipazione
attiva allo sciopero generale del 16 novembre, indetto dall’Assemblea dei sindaci
e dei Comitati NO TAV può e deve diventare l’occasione concreta non solo per
sostenere la giusta lotta della popolazione della Val di Susa, ma anche per
imparare da essa, allargando e generalizzando la lotta in tutte quelle reti
sociali che rivendicano bisogni e diritti, difendono i beni comuni, lottano
contro progetti di grandi opere devastanti e produzioni inquinanti e nocive.
La loro lotta è anche la nostra, le loro ragioni sono le nostre.
Perché è una mobilitazione dai chiari
contenuti glocal: dove la dimensione
locale interviene su una questione immediatamente globale, quale la realizzazione
di grandi reti infrastrutturali europee, che utilizzano il territorio unicamente
come spazio di attraversamento, risorsa da violare e sfruttare. A questa logica
si contrappone la difesa del territorio come prezioso bene comune, di tutti
e non solo delle comunità che vi risiedono.
Perché è una mobilitazione dai diretti
contenuti biopolitici: dove difesa del territorio, della qualità della vita
e del tessuto di relazioni sociali, che su quel territorio sono cresciute, diventano
rivendicazioni, locali e globali insieme, portatrici di una critica radicale
ad un modello di sviluppo che si alimenta di decisioni prese altrove, da poteri
forti e opachi, in nome dell’interesse superiore del profitto e della depredazione
dei beni comuni.
Perché in questa mobilitazione è
decisivo il riemergere del valore della dimensione comunitaria e municipale,
come spazio praticabile della ricerca di una costruzione dal basso di nuove
forme di democrazia conflittuale e di autogoverno. E si dimostra che è possibile,
a partire da esperienze di governo locale, praticare forme vincenti di disobbedienza
amministrativa a scelte imposte dall’alto, che si traducono in altrettante violenze
al bene di un’intera comunità, di cui chi amministra dev’essere invece l’espressione.
Tutte queste ragioni sono per noi
concrete suggestioni, insegnamenti ed esempi che pensiamo vadano moltiplicati
e generalizzati, e da subito sostenuti
da quanti si trovano, anche nei territori del Nord-est, a lottare contro le
grandi opere e la loro logica e guardano, nei comitati e nelle associazioni,
nelle reti del sindacato sociale di base, nelle amministrazioni locali e nelle
forze politiche, a questo orizzonte possibile di democrazia dal basso, conflittuale
e progettuale allo stesso tempo.
Noi, firmatari di questo appello,
siamo fra questi. Per questo motivo ci facciamo promotori dell’organizzazione
di una carovana che dal Nord-est raggiunga la Val di Susa, per partecipare allo
sciopero generale, sociale e comunitario di mercoledì 16 novembre.
Firmatari:
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Beppe Caccia, esecutivo Federazione Verdi del Veneto, rete
del Nuovo Municipio
Alessandro Metz, Consigliere Regionale dei Verdi Friuli Venezia
Giulia
Paolo De’ Marchi, consigliere provinciale di Padova, presidente
dei Verdi del Veneto
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