L’arci aderisce e partecipa allo sciopero generale del 16 novembre e alla
marcia Bussoleno-Susa contro il progetto Tav/Tac Torino-Lione
Paolo Beni, presidente Arci nazionale e
Gabriele Moroni, presidente Arci Valle Susa incontrano
il movimento noTav/Tac
e gli amministratori impegnati a
fianco dei cittadini della Val di Susa
Mercoledì 9 novembre una delegazione
dell’Arci si è recata a Borgone di Susa per portare la solidarietà dell’associazione
al movimento no Tav/Tac della Val di Susa.
Paolo Beni, presidente nazionale
Arci, e Gabriele Moroni, presidente di Arci Valle Susa, hanno incontrato le
cittadine e i cittadini impegnati nel presidio permanente, che è in corso dal
20 giugno.
Erano presenti tra gli altri Antonio Ferrentino, Presidente della Comunità
Montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia, Simona Pognant, sindaco di Borgone
di Susa, e Chiara Sasso, scrittrice e giornalista, cittadina di Bussoleno e
anima narrante del movimento.
Il confronto è stato molto positivo.
Ferrentino ha sottolineato come l’opposizione dei cittadini e delle Amministrazioni
pubbliche della Val di Susa sia stata ingiustamente accusata di localismo. C’è
invece un grande senso di responsabilità, ampiamente dimostrato dalla storia
della Valle, che già oggi è attraversata da un terzo del totale delle merci
che valicano le Alpi.
L’opposizione all’opera è supportata
da molti studi tecnici che ne dimostrano la pericolosità per la salute pubblica,
il potenziale disastro ambientale, l’inefficienza, la sostanziale inutilità.
Ferrentino ha inoltre raccontato
come in questi anni non sia mai stato promosso un vero, democratico confronto
sul problema dei trasporti, e come gli Amministratori locali abbiano più volte
proposto di “congelare” l’opera e di convocare gli ‘Stati Generali’ dei valichi
Alpini per ragionare sull’attraversamento delle Alpi in termini davvero strategici
e transfrontalieri, partendo dalle reali necessità dei territori.
Paolo Beni ha confermato la solidarietà
e il sostegno convinto dell’associazione a questa battaglia. L’Arci aderisce
allo sciopero generale della Valle del 16 novembre e parteciperà alle iniziative
indette in quella giornata. Beni si è detto infatti convinto che vada rispettato
il diritto delle comunità locali ad essere coinvolte nelle decisioni che riguardano
il futuro dei propri territori. Questo è un principio che deve valere sempre,
in Val di Susa, come in Sicilia per il Ponte sullo Stretto, o a Scanzano Jonico
per il sito nazionale delle scorie nucleari. Si tratta
di una grande questione democratica che ci riguarda tutti.
Quando un’intera comunità si mobilita
e si trova di fronte le forze dell’ordine che caricano un presidio pacifico
di cittadini, amministratori e politici, quando un territorio viene militarizzato
per imporre un’opera che sconvolgerebbe tutti gli equilibri della zona, è chiaro
che c’è in primo luogo un deficit di democrazia nel metodo con cui si assumono
le decisioni e si pretende di imporle alle comunità interessate.
A questo punto è necessario e urgente
raccogliere la proposta degli amministratori della Valle, sospendere ogni decisione,
avviare una consultazione ampia e democratica con tutti i soggetti interessati.
Roma, 10 novembre 2005