Tav, grosso guaio a San Cipriano tra Desenzano e Lonato:
tre cantieri aperti per risolvere le voragini nel terreno
Attivati 3 cantieri per «tamponare» la volta sopra gli scavi della galleria dove dal 2022 si sono susseguiti cedimenti in serie
di Alessandro Gatta da Bresciaoggi del 13-02-2025
https://www.bresciaoggi.it/territorio-bresciano/garda/tav-grosso-guaio-a-san-cipriano-dopo-i-crolli-e-ancora-emergenza-1.12587805
A San Cipriano, tra Desenzano e Lonato, non si ferma il viavai di bilici: i residenti ne contano fino a 10 al giorno che vanno e vengono. C'è poi il lavoro senza sosta delle ruspe, ci sono i silos alti più di 10 metri in cui è stoccato il materiale consolidante (probabilmente cementi speciali e resine) che viene iniettato fino a oltre 30 metri di profondità per stabilizzare il fragile terreno, sopra lo scavo della nuova galleria della Tav, dove crolli si registrano sin dal 2022.
Il cantiere di «riparazione», avviato in ottobre a seguito dell'ultimo cedimento del suolo, è diventato sempre più grande: ora ne sono stati aperti altri due, più piccoli, nella zona industriale tra via Mella e via Mantova, tra il polo logistico del Penny market e il Centro Gamma.
È la fotografia last minute di quanto sta succedendo nel punto critico dei cantieri Tav, dove sin dal 2022 si verificano eventi di instabilità, in concomitanza con gli scavi alla galleria dell'alta velocità tra Lonato e Desenzano.
In corso i lavori di consolidamento
«Sono in corso lavori di consolidamento - conferma Cepav due, il Consorzio a cui è affidata la Tav Brescia Verona –: tali attività, necessarie per garantire la stabilità del terreno durante le fasi di scavo e costruzione dei bypass e delle nicchie della galleria di Lonato, saranno completate entro marzo».
La terra tremò la prima volta nel gennaio 2022, quando ancora si scavava la prima canna della galleria: in quell'occasione la fresa meccanica Tbm da 1.750 tonnellate aveva intercettato una bolla d'acqua provocando un cedimento del terreno, con 4 operai feriti in modo lieve e una voragine profonda 34 metri. Quella volta fu anche fatta sgomberare una casa, da allora mai più abitata: «Sono in corso - spiega Cepav due - interlocuzioni con la proprietà dell'immobile per trovare le soluzioni permanenti più appropriate».
Cemento, schiume e resine
A seguito dei primi crolli vennero iniettati nel terreno più di 5 milioni di litri di cemento liquido espansivo con resine, ma non è bastato: crolli e smottamenti si verificarono anche nel novembre del 2023. In quell'occasione a eruttare dal terreno (anche con veri e propri geyser) fu la schiuma definita biodegradabile e utilizzata per consolidare il fronte di scavo della seconda canna: invase terreni, proprietà private, un vigneto.
Vi furono altri cedimenti anche lungo via Lugasca: la strada pubblica venne chiusa al traffico per giorni. Infine nel settembre scorso, un'altra voragine tamponata con 200 metri cubi di cemento. E adesso sono attivi tre cantieri appositi.
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