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Deposito di smarino di Caprie: primi monitoraggi ambientali Telt al via

 

Comunicato stampa del Comitato No Tav di Condove

20 dicembre 2024

 

Tassello dopo tassello, si concretizza il disegno di TELT per la trasformazione della nostra valle.
Dopo Chiomonte, San Didero e Susa, è forse arrivato il turno di Caprie? Sembra infatti che siano iniziati i lavori per i monitoraggi ambientali “ante operam”, ovvero la realizzazione delle sedi per i prelievi delle acque di falda, delle acque superficiali e degli altri parametri ambientali. Questo fatto, lungi da essere una buona notizia per la salute pubblica e per l’ambiente, costituisce invece un segnale opposto. È il suono di una sgradevole sveglia mattutina, che ci ricorda che i cantieri TAV coinvolgeranno direttamente i comuni di Caprie, Condove e Chiusa San Michele, determinando un forte impatto sul territorio.


Questo è uno degli argomenti emersi durante la partecipatissima serata informativa del 4 dicembre, svolta presso il cinema di Condove. I tecnici dell’Unione Montana hanno affrontato molte questioni legate alla progressiva cantierizzazione della valle, evidenziando chiaramente come il TAV Torino-Lione si dimostri sempre più un’opera inutile e insostenibile. Non ci troviamo di fronte a piccole criticità irrisolte, ma a enormi problemi strutturali connessi alla realizzazione dell’opera nel suo complesso.


Rispetto al sito di Caprie in particolare, i documenti progettuali di TELT affermano che i monitoraggi ambientali “ante operam” avranno durata di 1 anno, dopo di ché potranno iniziare i lavori effettivi del cantiere. Certezze non ne abbiamo e possiamo solo formulare congetture, poichè TELT non ritiene necessario comunicare con la popolazione e neppure con le amministrazioni comunali.
Se la nostra osservazione è corretta, abbiamo di fronte la prospettiva che i lavori inizino a dicembre 2025. Ma potrebbero anche essere differiti più avanti nel tempo, oppure potrebbero essere anticipati, come è accaduto a San Didero, dove le ruspe hanno iniziato a lavorare prima che venissero completati i monitoraggi preliminari.


Ricordiamo che il sito di Caprie sarà un deposito di smarino. Ciò significa, di fatto, che le cave diventeranno una discarica per quasi novecentomila metri cubi dei materiali di scavo dei tunnel del TAV. Si tratta di materiali a rischio potenziale di contaminazioni chimiche (oli lubrificanti, additivi del cemento, … ) e contaminazione fisiche derivanti dai minerali naturalmente presenti nella montagna (amianto in primis). Oltre a ciò, segnaliamo la nostra grande preoccupazione rispetto alle infiltrazioni mafiose nei lavori di movimento terra e gestione rifiuti dei lavori TAV. Ci ha allarmato apprendere della recente interdittiva antimafia assegnata dalla procura di Torino a Cogefa (prima sospesa dal TAR, poi ri-confermata e ora ri-sospesa dal Consiglio di Stato). Questa, infatti, è una delle imprese affidatarie della gestione complessiva dei materiali di scavo del TAV, oltre a essere una impresa da molti anni impegnata nei lavori autostradali della A32. Ovviamente non esprimiamo alcun giudizio sul merito e attendiamo che si pronunci la magistratura, ma ci atterrisce l’idea che possano realizzarsi infiltrazioni mafiose nei lavori di Caprie, con tutte le possibili conseguenze in materia di smaltimenti illegali.


Quel che è certo è che il cantiere di Caprie, forse anche più degli altri, sarà il cantiere della polvere. Dall’ultima relazione progettuale di TELT apprendiamo che è prevista la movimentazione dei materiali di scavo tramite pale gommate e nastri trasportatori, esattamente come già realizzato nei cantieri francesi, ovvero modalità che determinano grande dispersione di polvere in aria.
Un ulteriore punto di criticità è costituito dalle modalità con cui i materiali arriveranno a Caprie. Da progetto, il conferimento dovrebbe avvenire via treno, ma tutti gli indizi inducono a pensare che potranno essere utilizzati i camion. Il sito di Caprie, infatti, è molto più vicino ai cantieri TAV rispetto agli altri siti di smaltimento. Molto vicino e molto comodo per chi, come TELT, ha la facoltà di cambiare i progetti tramite le “varianti in corso d’opera”, senza dover chiedere ulteriori approvazioni o svolgere indagini ambientali aggiuntive. Già ora, la valle è percorsa giornalmente da decine di camion di movimento terra impiegati per i cantieri TAV, creando disagi alla circolazione e pericoli stradali. A tal proposito, auspichiamo che le amministrazioni comunali inizino a impiegare le polizie municipali per svolgere un controllo sistematico su questi trasporti e sulla regolarità dei movimenti di materiale.
A questo punto, abbiamo di fronte una domanda: cosa vogliamo fare come cittadini di fronte a questa prospettiva? E le amministrazioni dei nostri comuni?