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Mafia sull’A32, la Prefettura ferma il colosso dei cantieri:
“Ci sono rischi di infiltrazione delle cosche”

Avviato il procedimento per il diniego all’iscrizione alla White List per Cogefa dopo i controlli del gruppo interforze

 

Di Gianni Giacomino da La Stampa del 13-09-2024 - edizione di Torino

https://www.lastampa.it/torino/2024/09/13/news/mafia_a32_cantieri_cogefa_prefettura_nega_white_list-14628774/?ref=LSHAT-BH-P3-S1-T1 

 

Un autentico tsunami potrebbe abbattersi sulla società Cogefa, colosso imprenditoriale nel settore delle infrastrutture (dalla A32 Torino-Bardonecchia, alla A4 Torino-Milano, alla statale 23 di Cesana, ai diversi viadotti sulle principali arterie piemontesi) nata negli anni Settanta e – dal 2009 – importante contractor nell’edilizia commerciale, residenziale e nel terziario del Nord Ovest. Nelle scorse settimane la Prefettura di Torino, dopo un lungo e articolato lavoro di analisi del gruppo interforze che svolge controlli sui possibili condizionamenti mafiosi ha notificato a Cogefa un documento che si potrebbe definire una sorta di avvio di procedimento finalizzato a interdire la società dalla white list, l’elenco delle aziende che possono lavorare in appalti assegnati in regime pubblico o misto pubblico/privato. Motivo: secondo gli analisti della Prefettura, investigatori di primo livello nella lotta al crimine organizzato declinato sul versante economico, insisterebbero rischi di infiltrazione della ‘ndrangheta che potrebbe condizionare gli indirizzi strategici della società in questione.

 

Quanto stiamo raccontando è strettamente – anzi unicamente – collegato agli esiti dell’inchiesta Echidna, articolata indagine del Ros dei carabinieri coordinata dalla Dda di Torino che nei mesi scorsi ha portato a una serie di arresti e a svelare le contaminazione di ditte ricollegabili all’organizzazione mafiosa di origine calabrese nella manutenzione dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia. E tra i destinatari delle misure cautelari concesse dal gip c’è anche Roberto Fantini, in passato (dal 2007 al 2020) amministratore della società Sitalfa controllata da Sitaf che nei fatti gestisce come concessionaria la autostrada A32, che in ipotesi d’accusa avrebbe permesso a una società indiziata di gravitare nell’orbita della ‘ndrangheta (Autotrasporti Claudio di Domenico Pasqua) di sovra-fatturare, lavorare nei subappalti legati al movimento terra e di continuare a prestare i propri servigi anche quando – all’incirca nel 2020 – la stessa Prefettura emise nei confronti della società di Pasqua un’interdittiva antimafia.

 

I Pasqua sono finiti pesantemente nella rete dell’inchiesta della procura e del Ros. Secondo gli atti sarebbero famiglia centrale nelle dinamiche di ‘ndrangheta della provincia di Torino, con epicentro a Brandizzo. I loro rapporti con le famiglie di èlite di San Luca in Aspromonte (Nirta-Pelle) e di Volpiano (legate alla roccaforte mafiosa di Platì) ne avrebbero accresciuto la caratura criminale negli ultimi anni. E – sempre nella prospettiva di inquirenti e investigatori – proprio grazie a Fantini sarebbero riusciti a infiltrarsi in numerosi cantieri di manutenzione dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia oltrechè – stavolta senza Fantini – in appalti privati di edifici rinomati del centro di Torino.

 

In questo quadro si inserisce l’iniziativa della prefettura su Cogefa, capitale sociale pari circa a 10 milioni di euro, oggi governata al 40% dalla società Fante srl della sorella di Roberto Fantini, il restante 60% è in capo alla Fcv Holding è intestata ai figli di Roberto Fantini.
Nell’ordinanza di custodia cautelare vengono ricostruiti anche i rapporti tra il padre di Fantini, Teresio, fondatore di Cogefa nel lontano 1973 e soggetti ritenuti problematici ai fini dell’iscrizione nella white list. Come Antonino “Tonino” Esposito che comparve sulla scena criminale ormai decenni fa quando venne indagato e infine condannato per associazione a delinquere finalizzata all’usura insieme a Rocco Lo Presti, un ras delle cosche in Valsusa la cui iperattività (declinata sul versante criminale) sul territorio concorse – insieme ad altre valutazioni – allo scioglimento per infiltrazione del Consiglio comunale di Bardonecchia, primo in Italia nel 1995.