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Le mani della ‘ndrangheta sulla Torino-Bardonecchia: nove in manette, tra loro il manager Fantini. Indagato per peculato l’ex politico Salvatore Gallo

Tre persone in carcere, altre sei ai domiciliari: sono accusate a vario titolo di aver utilizzato il metodo mafioso negli appalti.
L’ex esponente del Pd indagato per peculato a causa di una vicenda che non ha a che fare con le ‘ndrine

 

di Luca Monaco da La Repubblica del 04-04-2024 - Edizione di Torino

https://torino.repubblica.it/cronaca/2024/04/04/news/ndrangheta_torino_bardonecchia_autostrada-422422490/

 

In manette nove persone tra cui alcuni esponenti della ‘ndrangheta legati alle famiglie calabresi Nirta e Pelle di San Luca, accusati di aver inquinato l’economia dell’edilizia e dei trasporti nella zona di Brandizzo, in provincia di Torino, utilizzando il metodo mafioso per accaparrarsi gli appalti di manutenzione della rete autostradale, in particolare quelli sulla Torino-Bardonecchia.

 

Ai domiciliari per concorso esterno in associazione mafiosa è finito anche Roberto Fantini, uno dei manager più conosciuti nel settore autostradale, qui chiamato in causa nella veste di amministratore delegato della società Sitalfa, carica che ha ricoperto fino al 2021. Dalla ricostruzione degli inquirenti, vittima di intimidazioni, avrebbe garantito lavori e risorse economiche a un'azienda riconducibile a personaggi legati alla criminalità organizzata calabrese.

Mentre tra gli indagati c’è anche l’ex politico Salvatore Gallo, esponente prima del Psi e poi del Pd.

 

Tre persone in carcere, sei ai domiciliari

Così i carabinieri del Ros di Torino e della compagnia di Leini stamattina hanno seguito nove misure cautelari, tre in carcere e sei ai domiciliari, disposte dal Gip di Torino a seguito delle indagini coordinate dalla direzione distrettuale antimafia nei confronti di nove persone ritenute vicine alla
ndrangheta, accusate a seconda delle posizioni di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, riciclaggio, estorsione, ricettazione e detenzione illegale di armi.


Le indagini, durate sette anni, dal 2014 al 2021, hanno documentato le estorsioni, l’utilizzo del metodo mafioso per intimidire i concorrenti nel
mercato dell’edilizia nel Torinese, con l’obiettivo di accaparrarsi le gare d’appalto per la manutenzione del manto autostradale e il movimento terra nella provincia di Torino.


Un’organizzazione piramidale

L’organizzazione aveva una struttura piramidale propria delle mafie. I due capi, e un luogotenente intestatario di una società che realizzava i lavori in
autostrada sono finiti in carcere. Una quarta persona, al vertice di una società controllata da una concessionaria del servizio autostradale e che garantiva alle imprese riconducibili all’associazione risorse economiche ed appalti, è stato raggiunto dalla misura cautelare degli arresti domiciliari.
Altre cinque misure cautelari agli arresti domiciliari sono state emesse per reati di estorsione, ricettazione e detenzione illegale di armi. Il giudice ha inoltre disposto, nei confronti di altri sette indagati, il sequestro preventivo di somme di denaro oggetto di riciclaggio, provento di un traffico illecito di rifiuti.


Il ruolo di Salvatore Gallo
Salvatore Gallo, 85 anni, esponente del Psi ai tempi della segreteria di Bettino Craxi in seguito avvicinatosi al Pd, è indagato a piede libero per peculato per una vicenda che non ha nulla a che vedere con la 'ndrangheta. Nel procedimento è chiamato in causa come dirigente di Sitaf, la società di gestione dell'autostrada A32 Torino Bardonecchia: in questa veste avrebbe utilizzato in maniera indebita rimborsi a cui aveva diritto. Salvatore Gallo è il padre di Raffaele Gallo, consigliere regionale del Pd in Piemonte, che non è coinvolto a nessun titolo nell'indagine