Clima, l’Onu lancia il countdown: “Estate più calda di sempre, il collasso è iniziato”di Luca Mercalli da Il Fatto Quotidiano del 07-09-2023
L’Organizzazione meteorologica mondiale assieme al sistema di monitoraggio climatico europeo Copernicus (C3S) – un servizio satellitare d’eccellenza diretto dal fisico italiano Carlo Buontempo – hanno comunicato che l’estate 2023 è stata la più calda a livello globale dal 1940, ovvero da quando esistono misure estese e affidabili su continenti e oceani. Poiché prima del 1940, da serie storiche più lunghe, sappiamo che faceva più freddo, è altamente probabile che l’estate 2023 sia stata la più calda almeno degli ultimi 200 anni, ma ci sono dati paleoclimatici che suggeriscono un sorpasso termico inedito per gli ultimi 120.000 anni! Si tratta di analisi basate su miliardi di misurazioni da satellite, navi, aerei e stazioni meteorologiche di tutto il mondo e per questo sono estremamente robuste e presentano una realtà ormai patologica del clima terrestre: l’atmosfera ha la febbre. Nulla di sorprendente per gli studiosi che da decenni danno l’allarme sul riscaldamento globale causato dalle emissioni di gas serra dell’umanità. Era tutto atteso, e ovviamente non finisce qui: la febbre continuerà a salire, come afferma Samantha Burgess, vicedirettore di Copernicus Clima: “L’evidenza scientifica è schiacciante, continueremo a vedere molti altri record climatici ed eventi estremi più intensi e frequenti che impatteranno la società e gli ecosistemi fino a quando non fermeremo le emissioni di gas serra”.
Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha commentato ieri a questo riguardo che “il collasso climatico è iniziato”. Cosa deve ancora accadere perché i leader politici, l’economia, la finanza, i cittadini di tutto il pianeta, aprano gli occhi e decidano di mettere al primo posto dell’agenda globale la crisi climatica? Perfino il presidente Usa Biden ha detto più volte che “la crisi climatica è una minaccia esistenziale”. Allora, basta con le parole, e avanti con i fatti. Ormai è chiaro che il limite di 1,5 C di riscaldamento a fine secolo proposto dall’accordo di Parigi è saltato, così pure quello dei due gradi ha poche probabilità di essere rispettato. Con una febbre che può dunque arrivare a 40, il segnale d’allarme dovrebbe sovrastare ogni altro argomento per scongiurare gli scenari peggiori. Invece continuiamo a dare più attenzione al rumore dei missili che volano nei cieli ucraini e a destinare molti più miliardi di dollari alle armi invece che ai pannelli solari.
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