Messina, riecco i “No ponte” (10 anni dopo)Tutti uniti: Pd, 5S, +Europa etc - A migliaia contro la maxi opera resuscitata da Salvini: “Un furto ai siciliani”
di Manuela Modica da Il Fatto Quotidiano del 18-06-2023
“Fuori la mafia dallo Stretto”, il coro riecheggia tra le stradine di Torre Faro, il villaggio di mare di Messina dove, se mai si farà, sorgerà il pilone siciliano. Qui torna a sfilare per la prima volta dopo una decina d’anni il popolo No Ponte. È la prima manifestazione organizzata dalle tante sigle che animano la rete che si oppone alla grande opera. Più di 3 mila persone si presentano al primo appuntamento di piazza dopo che Matteo Salvini ha resuscitato il progetto del 2011 del consorzio Eurolink (capitanato da Webuild): “Il leader del Carroccio diceva che solo trenta persone erano contrarie al ponte: questa è la risposta alla sua arroganza”, sottolinea Armando Ierace del Pd.
Ci sono i dem, c’è la Cgil, +Europa, i Verdi, i Cobas e c’è il M5s: “Non crediamo alla realizzazione di quest’opera e alle bugie di chi ricatta la Sicilia dicendo che non possono esserci sviluppo e infrastrutture se prima non si fa il ponte. Siamo qui per dire a tutti quelli che credono alle parole di Salvini che si tratta solo di un’operazione utile a sottrarre miliardi alla Sicilia in favore dei privati e che bypassa completamente la città di Messina”, commenta Antonio De Luca, capogruppo del M5S all’assemblea siciliana. Sono in tanti ad essere arrivati in pullman anche dalle altre province della Sicilia e da Villa San Giovanni, il comune calabrese dirimpetto a Torre Faro, qui la distanza tra le due sponde arriva al minimo di 3,3 km. A manifestare ieri pomeriggio a Messina oltre le tante sigle (più di cinquanta) c’erano anche tante famiglie comuni e professionisti.
A capo del corteo c’era anche Maurizio Marchetti, l’attore messinese visto da poco tra i protagonisti della serie Netflix di Ficarra e Picone (nei panni di Martorana). Contro il ponte è tornato a sfilare anche l’ex sindaco Renato Accorinti ed esponenti della sua giunta: “Pensano soltanto a prendere soldi e accumulare consenso, ignorando le istanze dei territori”, spiega l’ex primo cittadino di Messina a un gruppo di abitanti del villaggio di Torre Farò, ai lati del corteo. Il piccolo villaggio è assediato dai manifestanti mentre in mare una barca a vela e un pedalò sventolano le bandiere No Ponte. Le stesse bandiere che decorano una parte dei balconi delle abitazioni di Torre Faro.
“Vogliamo aprire un rubinetto alle sette di sera e vedere l’acqua, questo ci sembra più normale di spendere miliardi per altro cemento”, grida al megafono Massimo Camarata dei No ponte. Il riferimento è al fatto che nella città dello Stretto tutte le abitazioni sono munite di serbatoio perché nel pomeriggio il servizio idrico pubblico viene sospeso. “Vogliamo l’acqua nel rubinetto, vaffanculo il ponte sullo Stretto”, grida in coro, infatti, un gruppo in fondo al corteo. Un fiume di persone che ha riempito le piccole vite di Torre Faro, con manifesti indirizzati al ministro delle Infrastrutture: “Salvini fora da lì balli. Leghisti fora dai Cabbasisi”, recita uno dei tanti cartelli. “Vieni Matteo, guardiamo assieme il tramonto che ti offro un pruno”, si legge su un altro. “La nostra battaglia è contro Salvini. Torniamo in piazza per manifestare contro la realizzazione del ponte ma lo scontro oggi è tra noi e lui”, spiega Gino Sturniolo, storico animatore della “Rete No Ponte” che nel 2006 portò in piazza a Messina 20 mila persone. Nel 2013 Renato Accorinti fu portato in trionfo a Palazzo Zanca, il palazzo comunale, indossando la famosa maglietta No Ponte: “Questa è solo la prima di una serie di manifestazioni – promette Sturniolo – oggi stiamo solo ripartendo”.
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