vai alla home page

Bookmark and Share

 

Trento, la protesta per il by-pass di Rfi: “Città sventrata e costi per 1,3 mld”

di Giuseppe Pietrobelli da Il Fatto Quotidiano del 28-05-2023

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/05/28/trento-la-protesta-per-il-by-pass-di-rfi-citta-sventrata-e-costi-per-13-mld/7175625/

 

“Quando abbiamo sentito il ministro Fitto ribadire che se i lavori finanziati dal Pnrr non saranno finiti entro giugno 2026 l’Italia dovrà pagarsi da sola le opere, ci siamo guardati. Noi lo diciamo da due anni in riferimento al by-pass ferroviario per treni merci di Trento. I cantieri non sono ancora aperti, Rfi e il consorzio che ha vinto l’appalto non potranno rispettare la scadenza. Finirà che un miliardo e 300 milioni di euro li dovranno pagare gli italiani. E resteremo con la città stravolta per chissà quanto tempo”. Martina Margoni, portavoce della “Rete dei Cittadini”, costituita per combattere il progetto di attraversamento sotterraneo della città sulla Sinistra Adige, non è stupita da quanto il ministro ha dichiarato al Festival dell’Economia. “Troppe criticità sono state sottovalutate, evitando di considerare il progetto alternativo sull’altra riva del fiume, che forse dava fastidio agli agricoltori. Intanto mancano le caratterizzazioni dei terreni, preliminari ai lavori sotto la linea di superficie. Poi si dovrà passare nelle due ex aree industriali Sloi e Carbochimica, siti altamente inquinati che richiedono impegnative bonifiche. E si dovranno anche abbattere case dei cittadini… Ma soprattutto, già adesso i soldi non ci sono”.

 

Il cosiddetto “Tav Trentino”, fortissimamente voluto da Rete Ferroviaria Italiana, dalla Provincia autonoma del leghista Maurizio Fugatti e dal sindaco di centrosinistra Franco Ianeselli, si annuncia già da ora ad alto rischio. A gennaio i parlamentari Alessia Ambrosi e Andrea de Bertoldi di FdI, a riprova di uno scontro con la Lega, avevano piazzato un siluro chiedendo di fermare l’iter per individuare un tracciato più sicuro. Il ministero delle Infrastrutture aveva detto no perché salterebbero i tempi. Da qui a giugno 2026 mancano poco più di 1.100 giorni. Il bando di gara, vinto per 930 milioni dal Consorzio Tridentum (costituito da Webuild di Salini Impregilo, gli stessi del Ponte sullo Stretto) indica 1.278 giorni totali. L’ingegnere Claudio Geat, presidente di circoscrizione a Trento: “C’è un balletto preoccupante di cifre. A Bruxelles ci hanno detto che 300 milioni verranno dati, su approvazione della Commissione trasporti Ue, con il fondo per il potenziamento del collegamento merci sull’asse nord-sud. Gli altri 630 milioni arrivano dal Pnrr. Ma è già stato annunciato in Italia che i costi sono lievitati a 1,35 miliardi. Chi metterà i 350 milioni mancanti?”.

 

Domanda per ora senza risposta, chissà se Fitto lo ha capito. Il vero bubbone è però la scadenza. Consorzio Tridentum ha assicurato che mille persone opereranno su 4 turni, ogni giorno, per realizzare 13 km di linea a doppia canna, di cui 10,6 km di tunnel. I lavori in via Brennero, dove la popolazione ha steso lenzuola protesta (“Solo la guerra distrugge case”, “Salviamo Trento”) cominciano il 29 maggio. La demolizione di una decina di case avverrà a luglio. Eppure a Pasqua avevano assicurato che la bonifica bellica sarebbe iniziata ai primi di maggio nello Scalo Filzi, dove dal ‘43 al ‘45 furono sganciate 2 mila bombe, molte inesplose. Gli intoppi sono prevedibili. Due su tutti: a sud il passaggio nell’area tutelata di un’antica villa, a nord l’uscita del tunnel distante solo 450 metri dal centro storico.