Appello al Parlamento EuropeoGiugno 2023Torino-Lione, Un Crimine AmbientaleVivre et Agir en Maurienne – Movimento No TAV
Di quale Progetto Stiamo Parlando La Torino-Lione è il progetto per una nuova linea ferroviaria che comprende il tunnel sotto le Alpi a due canne più lungo d’Europa di 57,5 km e ha una lunghezza totale, comprese le linee nazionali di accesso al tunnel da Torino e da Lione, di 270km.Il suo costo è stimato superiore a 30 miliardi di euro. L’Unione Europea è disponibile a finanziare la costruzione di questa Grande Opera che definisce coerente con il Green Deal Europeo. Ma da oltre trent’anni cittadini italiani, francesi, europei si oppongono a questo progetto che hanno invece definito un Crimine Ambientale.
L’Opposizione al Progetto e il Diritto dei Cittadini a Conoscere Tra Torino e Lione già esiste una linea funzionante e sottoutilizzata a circa il 25% della sua capacitàe qualunque siano le prestazioni di un nuovo progetto, quando non si utilizza ciò che si ha, si distrugge l’ambiente. È un’opera che è stata imposta ai territori senza un vero processo democratico come richiesto dalla Convenzione di Århus alla quale hanno aderito l’Unione Europea, l’Italia e la Francia. I cantieri già installati da TELT per eseguire delle prospezioni geologiche e dei lavori preliminari relativi al tunnel di base sono da anni protetti militarmente come delle fortezze. Ai cittadini, per ragioni di ordine e sicurezza pubblica, ma anche agli stessi MEPs, è negato il diritto all’accesso integrale ai documenti riguardanti i finanziamenti e lo stato dell’avanzamento dei lavori del progetto Torino-Lione. È quindi calpestato l’interesse pubblico prevalente nella divulgazione delle informazioni per il loro controllo dal basso. Le opposizioni popolari sono da decenni violentemente represse dai militari e dalle polizie in accordo con le Procure, mentre i Tribunali hanno già comminato decine di condanne al carcere.
Incoerenze del Progetto con la Legislazione Europea Rivolgendosi al Consiglio europeo e al Parlamento europeo sul Green Deal europeo, la Commissione ha sottolineato la necessità di valutare sistematicamente la coerenza tra la legislazione attuale e le nuove priorità. Al fine di garantire che tutte le iniziative del Green Deal raggiungano i loro obiettivi, la Commissione prescrive che tutte le proposte legislative e gli atti delegati includano un memorandum contenente una sezione specifica che spieghi come ogni iniziativa sia conforme al principio “non nuocere”. La realizzazione di questo progetto non rispetta i due Principi europei di Precazione e di Non Arrecare Nessun Danno Significativo all’Ambiente – DNSH.
Enormi Emissioni di CO2 Mentre la normativa europea per contrastare i cambiamenti climatici ha stabilito l’obbligo giuridico di ridurre le emissioni di CO2 nell’Unione di almeno il 55% entro il 2030, i lavori in corso per la Torino-Lione emettono già enormi quantità di CO2. Allo stato delle cose, se il progetto fosse realizzato, l’inaugurazione non avverrà entro il 2033 come annunciato, ma molti anni dopo. Il risparmio di emissioni di CO2 derivante dallo spostamento delle merci dalla strada alla ferrovia immaginato dai sostenitori del progetto potrebbe dunque iniziare ben oltre la data imposta dalla UE. Ma mentre le emissioni di CO2 derivati dalla sua costruzione, e i relativi danni climatici, sono certi e ammontano, secondo le stime degli stessiproponenti, complessivamente a 10 milioni di tonnellate di CO2 non certificate da alcuna autorità indipendente, le minori emissioni di carbonio, sarebbero altamente incerte e sicuramente tardive, dato l’obiettivo delle zero emissioni nette entro il 2050. In ogni caso se i traffici dovessero crescere quanto dichiarato dai proponenti anche le emissioni, sia pur con un certo rallentamento, continuerebbero a crescere.
Imponenti Perdite d’Acqua I cambiamenti climatici stanno determinando una siccità che devasta l’Europa, e lo scavo del tunnel di basesotto le Alpi sta già dando il suo contributo. Il Rapporto COWI 2006 aveva riportato che “il tunnel drenerebbe dai 60 ai 125 milioni di m3 all’anno, comparabile alla fornitura d’acqua necessaria a una città di circa 1 milione di abitanti”. Sono già state osservate perdite d’acqua significative fino al prosciugamento di acquiferi causati dallo scavo delle quattro gallerie di ricognizione.
Responsabilità del Parlamento Europeo e Ascolto dei Cittadini Di fronte a questa realtà il Parlamento europeo, che ha approvato e sostenuto il progetto, non deve sostenere in silenzio il perpetuarsi del “Crimine Ambientale” ma, per prima cosa e con urgenza, aprirsi all’ascolto dei cittadini che hanno dimostrato da decenni che esistono alternative ad un crimine ambientale, a partire dell’uso della linea esistente.
Sollecitiamo il Parlamento Europeo a compiere un atto di democrazia organizzando audizioni in seno alle commissioni TRAN, ENVI e LIBE per valutare la coerenza di questo investimento europeo con la realtà del cambiamento climatico in atto, con le politiche dell’UE in materia ambientale e con l’effettiva partecipazione dei cittadini alle decisioni dell’Unione Europea, alle quali dovrebbero essere invitati scienziati, esperti, giuristi, associazioni ambientaliste, movimenti popolari, Commissione europea, Corte dei conti e tutte le altre parti interessate.
---------------------------------- Appel au Parlement européenLyon-Turin, un Crime contre l’EnvironnementVivre et Agir en Maurienne – Movimento No TAV
De quel Projet Parlons-nous ? Le Lyon-Turin est le projet d’une nouvelle ligne ferroviaire qui comprend le plus long tunnel bitube d’Europe sous les Alpes, d’une longueur de 57,5 km et d’une distance totale, y-compris les lignes nationales d’accès au tunnel entre Lyon et Turin, de 270 km. Son coût est estimé à plus de 30 milliards d’euros. L’Union européenne est prête à financer la construction de ce Grand Projet, qu’elle définit comme conforme au Green Deal européen. Mais depuis plus de 30 ans, des citoyens italiens, français et européens s’opposent à ce projet, qu’ils qualifient de Crime contre l’Environnement.
Opposition au Projet et Droit des Citoyens de Savoir Entre Lyon et Turin, il existe déjà une ligne en exploitation qui est sous-utilisée à environ 25 % de sa capacité et quelles que soient les performances d’un nouveau projet, lorsqu’on n’utilise pas ce que l’on a, on détruit l’environnement. Il s’agit d’un projet qui a été imposé aux territoires sans véritable processus démocratique comme l’exige la Convention d’Århus à laquelle l’Union européenne, l’Italie et la France ont adhéré. Les sites de construction déjà installés par TELT pour effectuer des prospections géologiques et des travaux préliminaires relatifs au tunnel de base sont depuis des années protégés militairement comme des forteresses. Les citoyens, pour des raisons d’ordre public et de sécurité, et les Députés européens eux-mêmes, se voient refuser le droit d’accéder pleinement aux documents relatifs aux financements et à l’état d’avancement des travaux du projet Lyon-Turin. L’intérêt public supérieur à la diffusion d’informations pour leur contrôle par les citoyens est donc également bafoué. Depuis des décennies, l’opposition populaire est violemment réprimée par l’armée et la police, en accord avec les Ministères publics, tandis que les Tribunaux ont déjà prononcé des dizaines de peines de prison.
Incohérences du Projet avec la Législation Européenne S’adressant au Conseil européen et au Parlement sur le Green Deal européen, la Commission a souligné la nécessité d’évaluer systématiquement la cohérence entre la législation existante et les nouvelles priorités. Afin de s’assurer que toutes les initiatives relatives au Green Deal atteignent leurs objectifs, la Commission exige que toutes les propositions législatives et les actes délégués comprennent un mémorandum contenant une section spécifique expliquant comment chaque initiative est conforme au principe “ne pas causer de préjudice”. La réalisation de ce projet ne respecte pas les deux Principes européens de Précaution et de Ne pas Causer de Préjudice Important à l’Environnement – DNSH.
Des Emissions Importantes de CO2 Alors que la législation européenne pour lutter contre le changement climatique a établi une obligation légale de réduire les émissions de CO2 dans l’UE d’au moins 55% d’ici 2030, les travaux en cours du projet Lyon-Turin émettent déjà d’énormes quantités de CO2. En l’état actuel des choses, si le projet se réalisait, l’inauguration n’aurait pas lieu en 2033 comme annoncé, mais plusieurs années après. Les économies d’émissions de CO2 liées au transfert du fret de la route vers le rail imaginées par les promoteurs du projet pourraient donc commencer bien après la date imposée par l’UE. Mais si les émissions de CO2 résultant de sa construction, et les dommages climatiques associés, sont certaines et s’élèvent, selon les propres estimations des promoteurs, à un total de 10 millions de tonnes de CO2 non certifiées par une autorité indépendante, les économies d’émissions de carbone seraient très incertaines et définitivement tardive, compte tenu de l’objectif de zéro émission nette à l’horizon 2050. En tout état de cause, si le trafic augmentait autant que le prétendent les promoteurs, les émissions continueraient à croître, mais un peu moins vite.
Des Pertes d’Eau Massives Le changement climatique entraîne une sécheresse qui ravage l’Europe, et le creusement du tunnel de base sous les Alpes y contribue déjà. Le rapport COWI 2006 indiquait que « le tunnel drainerait entre 60 et 125 Million m3 /an, ce qui peut être comparable à l’alimentation en eau nécessaire à une ville d’environ 1 Million d ́habitants. » D’importantes pertes d’eau et des tarissements ont déjà été constatées, toutes causées par le creusement des quatre galeries de reconnaissance.
Responsabilité du Parlement Européen et Ecoute des Citoyens Face à cette réalité, le Parlement européen, qui a approuvé et soutenu le projet, ne doit pas tolérer en silence la perpétuation du “Crime Environnemental” mais, d’abord et d’urgence, s’ouvrir à l’écoute des citoyens qui démontrent depuis des années qu’il existe des alternatives à ce crime environnemental, à commencer par l’utilisation de la ligne existante.
Nous sollicitons le Parlement européen pour qu’il assume un acte de démocratie en organisant des auditions au sein des commissions TRAN, ENVI et LIBE pour évaluer la cohérence de cet investissement européen avec la réalité du changement climatique en cours, les politiques environnementales de l’UE et la participation effective des citoyens aux décisions de l’UE, auxquelles devraient être conviés des scientifiques, des experts, des juristes, des associations environnementales, des mouvements populaires, la Commission européenne, la Cour des comptes et toutes les autres parties intéressées.
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