Av in Calabria. “Basta coi progetti faraonici che costano e inquinano”da Il Fatto Quotidiano del 10-09-2022
Caro “Fatto”, sottopongo alla vostra attenzione le scelte progettuali di Rfi relative all’Alta velocità Salerno-Reggio Calabria, che appaiono irrazionali ai fini della pianificazione territoriale, antieconomiche, dannose riguardo all’ambiente e contraddittorie in termini di efficienza. Sfuggono le ricadute per il territorio di un tracciato che abbandona le zone costiere per un corridoio “interno” che da Battipaglia arriva a Praia e procede per Tarsia, determinando complessivamente 160 km di gallerie e un costo di 30 miliardi. Senza contare i costi ambientali: come ricordato da Paolo Beria, professore di Economia dei trasporti, e da Andrea Debernardi, ingegnere civile già consulente presso il ministero delle Infrastrutture, il “rischio è quello di emettere, nel prossimo decennio, una enorme quantità di CO2 recuperabile forse dal XXII secolo, tenendo conto che l’intero interscambio merci terrestre da e per la Calabria è di 5 milioni di t/anno, non tutte intercettabili dal trasporto ferroviario” (Il Fatto Quotidiano, 10.05.2021).
Questo spreco di risorse ha un risultato paradossale: allunga il tracciato di 50 Km rispetto a quello attuale, vanificando i benefici dell’Av. Ma c’è altro. Al contesto “ipogeo” dell’Av si collega la proposta di raddoppio Paola/S. Lucido-Cosenza (nuova galleria Santomarco) dal costo complessivo di 1,4 miliardi di euro, pari a circa la metà del costo della tratta principale del Tav a carico dell’Italia. Viene detto che servirà a collegare alla rete merci il porto di Gioia Tauro, “nonostante – come sottolineato da Beria e Debernardi – il porto sia oggi accessibile ai treni merci europei attraverso il corridoio adriatico-jonico (Bologna-Bari-Taranto-Sibari), approntato negli ultimi anni, a costi assolutamente inferiori, adeguando la rete esistente”.
Il progetto va ben oltre la nuova galleria Santomarco e, di fatto, serve ad avvicinare Cosenza alla linea ferroviaria principale. Del resto, lo stesso presidente della Calabria, in maniera contraddittoria, ha definito l’opera “non necessaria, ma importante” (Il Quotidiano del Sud, 21.07.2022). E questo, mentre la Calabria ha ben altre urgenze, ovvero i progetti di elettrificazione della linea ionica – cantieri fermi da due anni – e della Catanzaro-Lamezia, dagli investimenti più contenuti e dalle soluzioni più efficaci per il collegamento Tirreno-Jonio rispetto al raddoppio della tratta Cosenza-Paola-San Lucido. Non è dato sapere cosa impedisca da 50 anni di velocizzare strutturalmente la linea dell’istmo di Catanzaro, direttrice “naturale” e già esistente verso lo Jonio, che non necessita di costosissimi trafori né presenta forti dislivelli altimetrici.
È auspicabile, pertanto, che i cittadini calabresi nonché i loro rappresentanti istituzionali di ogni livello, si oppongano a progetti faraonici calati dall’alto per evitare il futuro scenario di una Calabria ancor più frammentata, con nuovi divari infrastrutturali e, di conseguenza, socio-economici. Amedeo Toraldo
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