Per i ministri dei trasporti Salvini e Beaune l'opera È strategica ma servono garanzie sui fondi 2023-2027 Tav, Italia e Francia pressing sull'Ue "Confermi l'impegno a pagare il 55%"
di Maurizio Tropeano da La Stampa del 14-12-2022
Italia e Francia ribadiscono la Torino-Lione come opera strategica ma chiedono all'Unione Europa l'impegno a cofinanziare l'opera perché ad oggi il contributo europeo per il periodo 2023/2027 è di 800 milioni, «meno del 20%» dei 5 miliardi di appalti che Telt che lancerà nello stesso periodo.
Roma e Parigi, in base al regolamento 2021/1153 approvato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio il 7 luglio 2021, si aspettavano di ottenere il 55% di copertura, cioè 2,750 miliardi di euro. E quel contributo risulta più che dimezzato rispetto al 40% ottenuto dai due governi tra il 2014 e il 2020.
Per questo motivo il ministro dei Trasporti italiano (Matteo Salvini) e francese (Clément Beaune) hanno scritto una lettera congiunta al vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, e alla commissaria ai Trasporti, Adina Valean, per sottolineare la preoccupazione che «il finanziamento atteso non sia all'altezza di quanto annunciato pubblicamente a più riprese». E i due ministri si augurano che «il finanziamento del 55% dell'opera venga effettivamente erogato tra il 2023 e il 2027».
Che cosa è successo? La Torino-Lione, malgrado soddisfi pienamente i requisiti richiesti dal regolamento Ue deve fare i conti «con l'elevato numero di progetti da finanziare e del limitato budget a disposizione per il programma in corso e «i rappresentanti della commissione Ue - scrivono i due ministri - hanno indicato informalmente, in diverse occasioni, la difficoltà a finanziare il progetto» al 55 per cento.
La lettera è stata inviata ieri al termine della riunione della conferenza intergovernativa che si è svolta ieri a Roma. Una riunione al massimo livello con Salvini in presenza e il suo collega francese da remoto, i capi-delegazione Josiane Beaud e Paolo Foietta e la coordinatrice europea del corridoio Mediterraneo. Iveta Radicova in conferenza stampa ha assicurato che «l'Unione europea è pronta a supportare progetti come la Torino-Lione» ricordando, però, «l'importanza di procedere anche sulle tratte nazionali».
Chi segue il dossier spiega che nelle parole di Radicova si possa trovare la soluzione per arrivare ad ottenere il massimo del contributo. Lo strumento?
Un atto esecutivo che le parti dovrebbero avrebbero dovuto firmare entro l'anno con l'indicazione degli accessi nazionali al tunnel di base e le relative coperture finanziarie.
L'Ue pretende che entro il 2032, quando sarà operativo il tunnel del Moncenisio, entrino in funzione le tratte nazionali. L'Italia ha fatto al sua parte - «Abbiamo messo due miliardi», ha ricordato Salvini - e avviando la progettazione della Susa-Torino.
La Francia invece no. Parigi ha continuato a rimandare le sue scelte irritando Bruxelles.
Ieri, però, è arrivato un passo avanti - il ministro Beaune ha indicato la preferenza per il collegamento «Grand Gabarit» - anche se ha chiesto ancora tempo per mettere a punto lo schema delle coperture finanziarie. Se ne riparlerà a gennaio, probabilmente in un vertice che si svolgerà a Lione. Se Parigi arriverà con il progetto completo si aprirà la strada per arrivare alla firma dell'atto esecutivo che dovrebbe portare al 55% il contributo Ue sulla tratta internazionale a cui si aggiungerebbe un cospicuo finanziamento anche alle tratte nazionali. |