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Comunicato No Tav sulle trivelle a Susa

30 Giugno 2022

 

Questo pomeriggio alle ore 16.30 ci ritroveremo al Presidio No Tav di Susa per andare a portare la nostra attenzione sui luoghi in cui da ieri sono state posizionate delle trivelle di monitoraggio per verificare la qualità delle falde acquifere.


Noi No Tav sappiamo bene cosa significhino le trivelle, ricordate anni fa Nicoletta incatenata ad una di esse? Ebbene le trivelle non sono altro che l’anticamera dell’apertura di un nuovo cantiere.

Telt, la società preposta alla costruzione del Tav Torino – Lione, fa sapere che non si tratta di un cantiere, ma di piezometri per il monitoraggio ambientale. 

Ma facciamo un passo indietro. 

L’incarico dei sondaggi è stato dato alla società Eurogeo che già nel 2015 aveva provato ad effettuare operazioni simili in bassa Valle Susa, e aveva trovato i No Tav a darle filo da torcere, motivo per cui la società aveva intonato il solito ritornello “a noi interessa solo lavorare”, come se effettuare monitoraggi per una società il cui uno scopo è quello di realizzare un’opera ecocida sia un semplice richiamo al buon diritto al lavoro.

Questi nuovi sondaggi, invece, rientrano all’interno del Piano di Monitoraggio Ambientale (PMA) per la cantierizzazione delle opere in territorio italiano della sezione transfrontaliera della linea Torino-Lione e che prevede anche una serie di monitoraggi delle risorse idriche sotterranee e dei corsi d’acqua superficiali.

Monitoraggi specifici che vengono eseguiti con l'uso, appunto, di piezometri: pozzi di piccolo diametro, che permettono di misurare la pressione dell'acqua in siti sotterranei e che consentono quindi di monitorare la qualità delle acque sotterranee nelle aree dei cantieri prima, durante e dopo i lavori.
I risultati delle analisi e gli eventuali interventi dovrebbero essere in teoria condivisi in tempo reale con Arpa Piemonte.
La fase di "ante operam" permetterebbe di fornire una fotografia ambientale dei luoghi prima dell'avvio del cantiere e dovrebbe costituire un importante riferimento per tutto il periodo dei lavori.

Un’operazione tutta in odore di greenwashing, in quanto Telt, come al solito, fa passare tutti questi monitoraggi come una garanzia sui temi ambientali, cosa che per altro è stata accolta positivamente dagli organi di controllo.

Ebbene, in un contesto come quello in cui stiamo vivendo oggi, con la Terra che urla al cambiamento climatico e una siccità impossibile da negare, pensare anche solo che Telt non si dia tregua e proceda sereno con i propri lavoretti fa certamente non solo venire i brividi, ma anche salire la rabbia.
Sappiamo quanti litri di acqua ogni giorno vengono sprecati all’interno del cantiere di Chiomonte, mentre in decine di comuni piemontesi si sono mobilitate le autobotti per dare un po’ di fiato ai terreni coltivati, con gli agricoltori si ritroveranno a dover buttare comunque parte dei raccolti. 

E’ tempo di dire basta a questa gestione scellerata e senza scrupoli delle risorse. Basta intaccare le falde acquifere. E’ ora di smetterla con questo progetto mortifero e distruttivo per l’ambiente e quindi per tutte e tutti quelle/i che vivono e 
attraversano i territori.