Nasce il Comitato Emilio liberoIl 6 gennaio 2022 è stato costituito il Comitato Emilio Libero per monitorare la situazione di Emilio Scalzo estradato in Francia il 3 dicembre 2021 e detenuto nel carcere di Aix en Provence.
Sulla vicenda di Emilio è calato un pesante silenzio massmediatico. Il comitato si propone di rompere questo silenzio, dando voce, impulso e continuità alle tante iniziative di solidarietà nei suoi confronti che già vivono in Valle di Susa e oltre.
Ci rivolgiamo a tutte e tutti coloro che hanno a cuore la verità e la giustizia e che continuano a sentire sulla propria guancia lo schiaffo dato a chiunque da qualunque parte del mondo.
Intanto, invitiamo tutte e tutti a scrivere ad Emilio la propria solidarietà e vicinanza. L’indirizzo è:
Alleghiamo qui alcune notizie su Emilio:
Emilio Scalzo ha 67 anni nativo di San Cataldo (Sicilia) ha conosciuto come molti l’emigrazione, trovando una nuova residenza in valle di Susa. Ha trascorso tutta la sua vita a lavorare come pescivendolo, insieme alla moglie Marinella nei mercati della valle. Ricordato per essere stato negli anni giovanili un promettente giocatore di calcio, e in seguito nella squadra Veterani del Piemonte. In gioventù ha avuto una parentesi nel pugilato agonistico. Dal 2005 diventa attivista “infaticabile” del movimento No Tav conosciuto da movimenti sociali, associazioni, gruppi ambientali e solidali in tutta Italia. Molto legato alla famiglia saprà farsi carico dei problemi dei suoi otto fratelli, fra mille loro peripezie (carcere, droga, latitanza), senza venir catturato dalle lusinghe dei facili guadagni, da quella che lui stesso chiama “la via dell’aceto”.
Abituato a schierarsi sempre verso i più deboli, sarà facile dal 2017 condividere l’aiuto ai migranti di passaggio dall’alta valle verso la Francia. Molto conosciuto e stimato dai valsusini per la sua generosità, lealtà, per il suo modo di vivere a testa alta di fronte al mondo. “…Per tutta la vita mi è passato a fianco il male del mondo, la via dell’aceto posso dire di conoscerla. Se ora avete trovato il vostro nemico in me perché sono un Notav e taglio le reti, va bene così, ma credetemi fa un po’ ridere”.
Emilio si trovava in arresti domiciliari nella sua casa di Bussoleno, non aveva divieti di incontro e per questo motivo molti militanti notav si erano dati il cambio nei giorni precedenti per fargli visita e fargli sentire la solidarietà e l’affetto. Fra questi proprio il giorno dell’arresto aveva avuto la visita di Zerocalcare. Verso le 13 del 1 dicembre un vero blitz di poliziotti che in tenuta antisommossa hanno bloccato tutte le strade di accesso verso la casa di Emilio, come una scena da film sono entrati nel giardino scavalcando e saltando nel prato come si trattasse di catturare un pericoloso ‘ndranghetista latitante da anni.
Non è possibile abituarci a queste modalità violente (bastava suonare il campanello ed Emilio si sarebbe consegnato senza porre resistenza).
In realtà il MAE, mandato di arresto europeo, viene usato in casi eccezionali e quello di Emilio è il primo caso di estradizione in carcere come misura preventiva al processo…
Scrive Luigi Manconi su Repubblica: Le sue colpe sembrano quelle che derivano inevitabilmente dal lottare contro i mulini a vento, che qui, tuttavia, corrispondono a poteri fortissimi e a politiche inique.
Scrive Gad Lerner su il Fatto Quotidiano: Emilio Scalzo salvatore di migranti ed eccesso di giustizia… Una giustizia molto lesta nel prendersela con i giusti.
Intervento di Bruna Consolini sindaco di Bussoleno: Occorre esigere libertà per Emilio Scalzo. Libertà di manovra per tutti quelli che come Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi a Trieste, e come i volontari della nostra valle, cercano di assistere questi ragazzi e queste famiglie che stanno vivendo un momento di grande difficoltà e affrontano così tanti ostacoli.
In questi giorni sarà pronta una pagina su facebook, chiediamo a tutti di condividerla. Chi ha bisogno di informazioni scriva a: emilio.atestaalta@gmail.com |