Le uniche armi della politicaIn questo momento vorrei esprimere un sentimento di indignazione.
C'è una parte del nostro Paese (non del Kosovo o dell'Afghanistan) che è soggetta a occupazione militare da parte di forze armate dello Stato (il nostro).
Tutto questo avviene in quanto, in assenza di argomentazioni di merito, lo Stato sostituisce agli argomenti la forza: un classico, se non fosse che il nostro si definisce "Stato democratico".
Con gli armigeri (a parte le fanterie ci sono anche cingolati, filo spinato e simili bazzecole) si vuole imporre un’opera la cui diseconomia è platealmente conclamata (se n'è accorta anche la Corte dei Conti europea) e che dal punto di vista climatico è un vero e proprio crimine: gli effetti globali vanno in direzione opposta agli obiettivi nominalmente perseguiti dall'UE (e dallo Stato italiano!).
Tutto questo è facilmente sostenibile, dati e conti alla mano.
In "politica" ciò che conta è da che parte stai: problemi e fatti, sono marginali.
Vi allego un comunicato di uno dei Comuni di quella valle e la foto di una ragazza colpita in faccia da un lacrimogeno sparato (ovviamente ad altezza d'uomo o di donna) dalle valorose truppe coloniali inviate a superare ogni obiezione in merito a sostenibilità economica e ambientale.
Quale fiducia si pensa possa esserci, in queste condizioni, ne "lo Stato"?
19 Aprile 2021
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