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Salerno-Reggio (TAV): 11,2 miliardi per risparmiare mezz’ora…

di Carlo Di Foggia da Il Fatto Quotidiano del 18-04-2021

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/04/18/salerno-reggio-112-miliardi-per-risparmiare-mezzora/6169510/

 

Attorno alla “riscrittura” del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) del governo Draghi accadono cose strane. E le più strane di tutti riguardano i progetti dell’Alta velocità ferroviaria. Nel Pnrr il capitolo AV vale quasi 20 miliardi, ma altri ne arriveranno dal fondo complementare in deficit da 30 miliardi pensato dall’esecutivo per finanziare quanto non può entrare nel piano perché incompatibile con i tempi (lavori da concludere entro il 2026). Al primo posto, promettono il ministro dei Trasporti Enrico Giovannini e il premier Mario Draghi, c’è l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria, ma si fantastica anche della Roma-Pescara. Viene il sospetto che il “fondo complementare” nasca proprio per questo.

 

Funziona così: il Recovery Fund Ue promuove la transizione ecologica, l’Italia fa rientrare l’AV nella “mobilità sostenibile”, Bruxelles acconsente. Eppure i mega progetti lasciano perplessi: il ministero sta discutendo della più grande opera infrastrutturale della storia d’Italia per inserirne una parte nel Pnrr senza che nessuno ne conosca i contorni. Prima di Pasqua, Giovannini ha spedito in Parlamento il progetto di “fattibilità tecnico-economica” redatto da Rfi, la controllata delle Ferrovie per la rete. “I primi risultati della progettazione – ha detto – assumono un evidente significato storico per un’opera che contribuirà sensibilmente a ridurre il gap infrastrutturale del Mezzogiorno”. Il progetto è mastodontico, va dai 450 ai 530 km, a seconda delle alternative progettuali, per un costo dai 23 ai 29 miliardi. La soluzione consigliata dai tecnici è quella “autostradale”, vale oltre 450 km e per quasi metà è composta da gallerie perché il tracciato parte da Battipaglia, passa per Praja e procede per Tarsia e le aree interne, in sostanza “bucando” l’Appennino calabro per un costo di quasi 25 miliardi sulla carta (senza contare quelli ambientali).

 

Il progetto non prevede un’analisi della domanda di traffico, né previsioni di offerta (quanti treni? quali località servite?), né un’analisi costi-benefici. Dei 6 lotti, i tecnici ritengono prioritari solo i numeri 1 e 2 (Battipaglia-Praja e Praja-Tarsia): costo 11,2 miliardi, tempo richiesto almeno 10 anni. Il risparmio di tempo con la nuova linea AV per far viaggiare i treni a 300 km orari sarebbe di 30 minuti in direzione Reggio Calabria (90 minuti dal lato ionico e verso Cosenza). Gli altri 4 lotti fino al capoluogo non sono prioritari, anche perché di fatto non garantiscono concreti risparmi di tempo.

 

Una linea del genere avrebbe verosimilmente un traffico modesto. Non è un caso che l’allegato al Def dell’autunno 2020, “Italia Veloce”, preveda il potenziamento della linea esistente (“Alta velocità di rete”) sufficiente a collegare Reggio a Roma in 4 ore e 10 minuti, al costo di qualche centinaio di milioni, e un “upgrading” delle linee verso Potenza e Taranto.

 

Fonti tecniche del ministero confermano che il progetto consegnato al Parlamento è il riferimento dei piani del dicastero e sarà sottoposto “al dibattito pubblico e alle metodologie di valutazione dell’investimento come previsto dalla disposizione vigente. Seguirà il progetto di fattibilità completo che include previsioni di traffico, di esercizio e di valutazione”. Ma allora perché si ragiona su un progetto prima di avere una stima della domanda, dell’offerta e dei costi ambientali? Quanta parte verrà finanziata nel Pnrr o nel fondo complementare? Giovannini ha detto di non poter ancora dare queste informazioni. Stando a quanto filtra si lavorerebbe sul Lotto 1 “articolato in sub-lotti funzionali”. Una parte sarà finanziata con risorse nazionali o altre risorse europee: “Con le risorse del Recovery potranno essere finanziati i lotti funzionali che saranno in esercizio entro il 2026”, filtra dal ministero. Il lotto 1 “Battipaglia-Praja” vale 6,3 miliardi (quasi il doppio del Tav Torino-Lione) e per completarlo si ipotizza servano almeno 10 anni per un guadagno di tempo di 30 minuti.

 

C’è poi un’anomalia. Secondo il ministero il progetto non dovrà passare dall’approvazione del Cipe, il Comitato per la programmazione economica, come fosse il potenziamento della linea esistente e non una nuova rete. Non solo. Nel decreto con cui nei giorni scorsi Giovannini ha nominato 29 commissari “modello Genova”, ne è previsto uno per realizzare la tratta AV Salerno-Battipaglia (1,8 miliardi) che di questo mega-progetto è di fatto il Lotto 0, ritenuto non prioritario dai tecnici perché non si sa come attraversare Salerno (e in città sul tema già si litiga): taglierebbe di altri 15 minuti i tempi. Il lotto “7” invece, il completamento logico della Salerno-Reggio, ha un nome famoso: è il Ponte sullo Stretto, che resuscita di nuovo, ancorché in prospettiva (e Pietro Salini e la sua causa allo Stato godono).

 

L’altro grande progetto che dovrebbe ricevere soldi dal “fondo complementare” è la Roma-Pescara, una linea completamente nuova (7 miliardi), che però sembra ancora meno probabile. Sarà così? Magari no, ma lo scopriremo solo quando verranno svelati il Pnrr e il fondo complementare, poco prima che il tutto, blindato, venga spedito a Bruxelles.