Sicurezza del territorio? Dipende da come la pensi sul Tav Torino-Lione?
di Francesco Richetto – Bussoleno
(da notav.info del 20-02-2020)
Capita in val di Susa, nei piccoli comuni alle pendici delle Alpi che hanno avuto la fortuna, sfortuna di essere territorio di transito. Capita che da anni chiedi opere per mettere in sicurezza il territorio da frane e alluvioni e ti arrivano solo se accetti una nuova ferrovia. Una valle dipinta dai fan della nuova infrastruttura come isolata e primitiva e poi scopri che i frecciarossa e i TGV arrivano ogni giorno portando sciatori e passeggeri nelle località sciistiche e collegando agevolmente Milano-Torino-Lione-Parigi centro città con centro città in 5h.
Bene, succede che da anni questi fenomeni (aziende, commissari di governo ecc.), altro termine non saprei trovare… pena divenire volgare, provano a corrompere i piccoli comuni coinvolti dal tracciato con soldi e opere di compensazione o come dicono loro di accompagnamento.
Il comune in cui sono nato e cresciuto, Bussoleno, è uno di questi. Oggi, il mio comune combatte contro la costruzione dell’opera in quanto devastante per ambiente e finanze pubbliche. Si ritrova inoltre ricattato da alcuni settori tecnici e politici della Regione Piemonte con l’offerta-estorsione di due opere di miglioramento della sicurezza idraulica. Un pacchetto di lavori che si aggira intorno ai 5mln di euro che potrebbe salvare il centro abitato e dunque delle vite in caso di evento franoso. Un bel “ti finanzio se…”.
Ma ricostruiamo bene la storia di queste opere che sono le famose piccole opere utili che il movimento no tav chiede da anni invece dello spreco del denaro pubblico in grandi opere inutili come la Torino Lione o il Mose a Venezia. Visto che da qualche anno mi occupo di opere pubbliche e attualmente continuo a farlo come assessore ai lavori pubblici nel mio comune provo a dare un senso a quanto accaduto.
Nel 2006 l’ISPRA (istituto per la ricerca e la protezione ambientale) costruisce una piattaforma nazionale RENDIS (repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo). Da allora gli uffici tecnici comunali di tutta Italia caricano progetti preliminari su questa piattaforma che li identifica e ne prova a ordinare le priorità. Con la povertà dei bilanci nei piccoli comuni questa diviene forse l’unica strada per ottenere finanziamenti e provare a tenere in ordine i territori. In parallelo questi progetti vengono caricati e deliberati nei piani pluriennali di intervento dei comuni interessati con a fianco ovviamente la voce “non finanziato” per mancanza di fondi propri.
Succede dunque che di progetti in coda in Italia ce ne sono migliaia, tutti in attesa di copertura finanziaria da parte dei ministeri competenti e dalle Regioni che ne sono filtro e controllo nell’erogazione delle risorse in arrivo-attesa. Il dipartimento opere pubbliche della Regione Piemonte è così in possesso tramite RENDIS di tutte queste richieste che periodicamente manda a Roma. Di ritorno con le risorse in arrivo da Roma la regione secondo criteri tecnici di priorità e merito eroga questi fondi ai comuni facendoli divenire reali i progetti. Un lavoro in Piemonte svolto in modo egregio dai sotto settori delle opere pubbliche qualificati in: geologico, difesa del suolo e pronto intervento. Settori questi ultimi 3 che per merito e passione del personale funzionano molto bene e con i quali ogni giorno si lavora e si progetta in modo virtuoso. Un esempio? Quasi 3 mln di euro di opere progettate ed eseguite dopo l’evento franoso del giugno 2018 proprio a Bussoleno in zona San Lorenzo-Re Forno. Opere che i ragazzi del pronto intervento regionale seguono e hanno seguito dal primo giorno insieme al settore geologico e difesa del suolo.
Il 3 agosto 2018 però il presidente della regione Piemonte Chiamparino con dgr (delibera di giunta regionale) 66-7392 istituisce il settore A1812A “Infrastrutture strategiche” come articolazione della direzione A18000 Opere pubbliche. Ne definisce le competenze inserendo nell’ufficio il calderone da noi chiamato “grandi opere inutili”. Pedemontana, Terzo valico di Giovi, Torino Lione ecc. Un settore parallelo agli altri sopra citati, “indipendente” e di dubbia “missione”.
L’ufficio infrastrutture strategiche inizia così a verificare le piccole opere non finanziate della Valle di Susa e l’11 febbraio 2019 tramite seduta specifica dell’osservatorio Torino Lione chiude un dossier di “opere compensative o di accompagnamento” alla nuova infrastruttura.
Arriviamo dunque alla settimana scorsa, inizio febbraio 2020, quando il comune di Bussoleno viene convocato in regione Piemonte proprio presso il settore infrastrutture strategiche e arriva la sorpresa. Opere chieste da anni al dipartimento opere pubbliche tramite i normali settori di competenza divengo realtà se… cambiamo idea sulla Torino Lione.
Per quanto mi riguarda la Torino Lione resta un’opera inutile da combattere per salvare ambiente e risorse pubbliche. Nessuno ha il diritto né si deve permettere di mercanteggiare sulla vita delle persone, né in val di Susa né altrove. Se combattere per salvare la terra in cui si è nati è un crimine ne sono orgoglioso e lo rivendico. Respingo dunque al mittente qualsiasi tentativo di corruzione rilanciando un messaggio forte e grave. Le piccole opere che chiediamo da anni in Italia salvano le vite distrutte da ogni evento calamitoso che ci mette in ginocchio ogni qual volta l’asta del pluviometro si alza o la terra trema. Chi oggi perde tempo a discutere con questi approcci criminali è responsabile di quanto accadrà sui territori coinvolti da questi progetti sospesi. Non penso di pretendere per questa terra nulla di più di quello che le è dovuto. Né ora né mai saranno dei soldi o dei ricatti a piegare la dignità e la libertà di questa popolazione alpina.
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