IL PUNTO SUL TAV TORINO-LIONE A SETTEMBRE 2018Nell'immobilismo del nuovo Governo, Telt prepara l'ampliamento del cantiere di Chiomonte. I No Tav alzano il tono della lotta
Il Governo Lega-M5s presieduto da Giuseppe Conte, insediatosi il 1° Giugno sull'esito delle elezioni del 4 Marzo, ha nel suo programma un profondo riesame dell’utilità, la sostenibilità economica e la redditività del progetto del Tav Torino-Lione. Riesame fondato su di una nuova analisi costi-benefici, che nell'estate viene affidata ad una commissione indipendente presieduta dal prof. Marco Ponti.
Nel frattempo giungono però a compimento alcuni iter amministrativi dell'opera avviati negli anni addietro: - sulla scorta di una decisione presa dal CIPE del precedente Governo Gentiloni, vengono pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale (10 Agosto) le delibere di approvazione della variante che prevede di scavare il tunnel di base dal cantiere di Chiomonte, ampliando l'area da esso occupata. - al termine di un iter parallelo, il 31 Luglio veniva rilasciato il progetto esecutivo dei due nuovi svincoli, strutture indispensabili alla funzionalità del più vasto cantiere.
Si viene a determinare una situazione di fatto in cui sul piano formale risulterebbe autorizzato l'avvio dei lavori preliminari allo scavo del tunnel di base da Chiomonte, proprio nel momento in cui il Governo ha dichiarato una pausa di riflessione sull'opera (come peraltro avviene, contemporaneamente, anche in Francia) Il Ministro alle infrastrutture, Danilo Toninelli del M5s, dichiara che occorre assolutamente attendere l'esito del riesame complessivo del progetto e che qualunque lavoro portato avanti sarà considerato "atto ostile" nei confronti del Governo.
Ma i due plenipotenziari della Nuova Linea Torino-Lione nominati dai Governi precedenti, ossia il Commissario straordinario Paolo Foietta ed il Direttore generale di Telt, Mario Virano, sostenuti dalla storica lobby politico-imprenditoriale pro-Tav e dai suoi media, manifestano chiaramente l'intento di proseguire ad ogni costo verso la realizzazione della nuova infrastruttura.
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I militanti No Tav, che non hanno mai smesso di monitorare regolarmente il cantiere, denunciano pubblicamente che sono stati avviati i lavori per l'ampliamento e che contemporaneamente sono state rafforzate le misure di controllo militare e di interdizione dell'accesso alla zona, con il palese intento di prevenire iniziative dell'opposizione. Questo avviene nonostante le rassicurazioni del vice-premier Di Maio: "Come ministro dello Sviluppo non autorizzerò mai un'opera con la polizia antisommossa e il filo spinato, in questo modo non si farà mai".
Nonostante tutto, dal Governo nessuna voce si leva ad intimare a Telt la cessazione di questi "atti ostili", ed allora il Movimento No Tav manda al Presidente del Consiglio ed al Ministro Toninelli una lettera aperta in cui si chiede che, in coerenza con le affermazioni, vengano emanati provvedimenti amministrativi capaci di sospendere davvero i lavori. Passano nove giorni senza che arrivino risposte, mentre continua l'escalation in Clarea; allora una delegazione del Movimento si presenta alla festa provinciale di partito dei 5 Stelle per interloquire con la sottosegretaria all'Economia, Laura Castelli, che però non si presenta adducendo impegni parlamentari.
La sequenza di azioni di monitoraggio dell'area di cantiere e di manifestazioni di disturbo, tra momenti conviviali ed altri di assedio e simbolico taglio delle nuove barriere, va avanti fin dai primi di Settembre ed aumenta di tono a metà mese. Spesso la polizia risponde con l'idrante ed i lacrimogeni.
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